Dopo il pesante flop di Superman Returns sembrava veramente impensabile dare ancora una possibilità ad un personaggio fumettistico tanto massacrato dalla cririca eppure Hollywood trova sempre il modo per risorgere dalle proprie ceneri, con L'Uomo d'Acciaio è proprio così.
Superman torna ad essere uno dei protagonisti incontrastati del nostro immaginario collettivo, non era così tanto amato ed apprezzato dal pubblico dalle sue origini ai tempi del compianto Christopher Reeve.
Il lavoro di rianimazione del personaggio passa saggiamente dalle mani di due dei più grandi registi del nostro presente, ovver Zack Snyder (300) e Christopher Nolan (Batman Begins) ed in effetti L'Uomo d'Acciaio presenta tante caratteristiche figlie delle loro esperienze.
Il nuovo Superman trova infatti molte similitudini con il Batman noliano, la scelta di dare un tocco di drammaticità al racconto, di andare a scavare nelle origini e dare alcuni punti deboli caratteriali al supereroe DC sono sicuramente figlie di una linea portata avanti dallo stesso Nolan che grazie alla sua trilogia dedicata al Cavaliere Oscuro ha riscritto il modo di raccontare la vita di un supereroe.
Se Nolan ha dato un'anima al personaggio, Snyder ha fatto il resto regalando al pubblico tanta azione, combattimenti epici e soprattutto un modo per credere ancora nel personaggio di Superman, un tempo re incontrastato dell'universo dei fumetti al cinema.
Dal punto di vista sceneggiativo va data lode al saggio tessitore di tele narrative David S. Goyer, oramai fidato collaboratore di Nolan, i due infatti hanno realizzato, mano nella mano, la grande trilogia del Cavaliere Oscuro.
Anche se il suo lavoro non risulta perfetto con momenti a volte fin troppo caotici e sequenze temporali intrecciate forse non in modo corretto, da comunque il suo grande apporto per dare spinta ad una storia molto ben congeniata.
ll cast è semplicemente perfetto, attori del calibro di Russell Crowe, Michael Shannon, Amy Adams e Kevin Costner non potevano che regalare al bravissimo Henry Cavill una cornice del tutto spettacolare con il loro talento fin troppo sfacciato per un cinecomic.
Nel particolare voglio soffermarmi sul premio Oscar Russell Crowe, più volte negli ultimi anni criticato per il suo aumento di peso o per la scelta di ruoli non proprio in linea con il suo talento, ma lasciatemi dire che la sua presenza scenica regala al film un tocco di classe immenso.
Il villain di turno è interpretato da Michael Shannon, il suo Generale Zod è cattivo per davvero anche se in fondo i suoi ideali sono giusti, la sua caratura è di prim'ordine, stiamo pur parlando di un candidato all'Oscar.
Henry Cavill sembra per davvero tagliato per essere Superman, se il compianto Christopher Reeve ha dato un volto simpatico e umano al supereroe e Brandon Routh ha contribuito al disastro di Bryan Singer, Henry dona oltre che un fisico bestiale anche tanti lati caratteriali del personaggio finora mai toccati, l'insofferenza del suo Superman infatti è lampante e ben descritta dalla prova recitativa.
Gli effetti visivi dimostrano che i passi avanti in questo senso sono veramente grandi, il 2D mai come per L'Uomo d'Acciaio dimostra che non sempre la tecnica tridimensionale è fondamentale per dare spettacolarità, anche se in certe inquadrature scelte appositamente da Snyder non c'è molta chiarezza, il risultato finale è davvero incredibile.
In conclusione posso affermare di aver assistito alla grande rinascita di un personaggio affossato da anni di anonimato ed anche se non privo di difetti regala grandi emozioni e tanto intrattenimento non solo per i patiti del genere.
L'Uomo d'Acciaio a mio parere potrebbe per davvero essere il primo passo verso un universo condiviso DC Comics dove tutti gli altri personaggi possono coesistere per cercare finalmente di contrastare lo strapotere Marvel in tal senso.
di Frenck Coppola