Titolo: L’uovo fuori dal cavagno
Autore: Margherita Giacobino
Editore: Elliot
ISBN: 9788861921429
Num. Pagine: 242
Prezzo: 16.00€
Voto:
Trama:
Gioia è precoce, curiosa e dotata per mettersi nei guai. Le piacciono le bambine, ma non i giochi da bambina; non si spiega perché i suoi genitori, entrambi atei, l’abbiano mandata a una scuola privata cattolica, un covo di letale perbenismo urbano in cui i suoi esperimenti chirurgico-sessuali con la coetanea Veronica non sono affatto graditi. A quindici anni l’amore per Stef, bella e traditrice, scoppia come una guerra, e Gioia, colpita al cuore, esala l’ultimo respiro; dalle sue ceneri nasce Dolores, la regina dei dolori, ferita e bugiarda, oscura e fantasiosa, creatrice di mondi violenti e apocalittici che diventeranno immagini a fumetti. Debora è la sorella di Stef e la pecora nera di una famiglia che aspira, senza troppo successo, agli ideali della più splendente mediocrità. Temprata dalle asprezze della vita, Debora sopravvive alle crociate di sua madre per fare di lei una vera donna, a un primo amore con la sensuale ma poco fedele Bea e a uno spettacolare coming out televisivo. E nel frattempo, senza accorgersene, da brutto anatroccolo si trasforma in cigno. Dolores e Debora non si sono mai incontrate. Ma a vent’anni il destino vuole che le loro vite si sfiorino, e che entrambe facciano la loro comparsa nei sogni dell’altra. Cosa le aspetta, la felicità o il disastro?
Recensione:
Bellobellobello.
Di questo romanzo penso proprio di aver apprezzato tutto fuorché le ultimissimissime righe, ma ho deciso di arrotondare quel quarto che non andava perché… perché merita.
Tutto inizia con Gioia, una bambina precoce, sicura di sé e di come vorrà essere da grande, che ben presto inizia a indirizzare la sua vita verso la strada che la porterà ad analisi interiori deliranti, a metà tra tangibile e metafisico, involuzioni e voli pindarici che ho trovato assolutamente condivisibili (che ho trovato io, sia chiaro, tenete conto che la Livin non ha tutte le rotelle a posto), permeate di sarcasmo, di cinismo e consapevolezza, e di una liricità metaforica che mi ha spedito in brodo di giuggiole.
Nella storia si inserisce poi il punto di vista di Debora, più matura e meno certa del cammino da percorrere, una ragazza dal culo grosso e che si sente brutta fuori e insignificante dentro, cresciuta all’ombra di una sorella talmente perfetta che le ombre che getta oscurano l’intera casa.
Due personaggi completi, intensi, quasi opposti ma con punti saldi che li rendono inconfondibili e personali. Il libro si snoda attraverso le diverse esperienze che ognuna persegue autonomamente, Gioia alle prese con un amore totalizzante che risveglia la sua ipersensibilità e la prosciuga, la inaridisce e la getta in un’emotiva spirale di sconforto che soltanto le anime creative possono percepire così dolorosamente. Debora invece è più terrena, più demagogica e pragmatica, prende ciò che viene cercando di migliorare se stessa in base alla giornata che ha vissuto, in base ai gesti delle persone intorno a sé, delle scoperte, degli imprevisti, delle sorprese e delle delusioni, formandosi fino a scoprire di avere più carattere di quanto le avessero mai fatto credere di possedere.
La trama, a partire all’incirca dalla metà, è un simpatico intreccio di coincidenze e follie, un adorabile vortice di sentimenti, crescita e intime rivelazioni che portano a un finale sospeso che ho apprezzato perché realistico, continuativo, che non ha chiuso il cerchio del romanzo ma ha reso perfettamente l’idea di un’esistenza. Ovvero dove c’è sempre qualcosa dietro l’angolo pronto a sbalordirci, e siamo noi a dover essere pronti a cogliere al volo le opportunità.
Ho amato lo stile dell’autrice. Scorrevole, fantasioso, coinvolgente, un lessico padroneggiato con veemenza e senza paura di usare termini importanti per disegnare l’intensità di un concetto o di una situazione. I personaggi – compresi quelli secondari – sono epici. Geniali, adorabili nel loro essere detestabili o insopportabili, la psicologia di ognuno è studiata, credibile, che si incastra fino a formare il mosaico complessivo della storia.
Proprio un bel libro che consiglierei a tutti. Diretto, schietto, emozionale, d’impatto, forte, scritto da una mano che sapeva benissimo cosa volesse trasmettere e c’è riuscita al primo colpo.
Uno di quelli che meritano.