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Recensione La banda degli invisibili di Fabio Bartolomei

Creato il 19 aprile 2012 da Masedomani @ma_se_domani

Recensione La banda degli invisibili di Fabio Bartolomei

E’ tutto il giorno che ci sto pensando, una di quelle riflessioni che si aggrappano di prima mattina alle tue cellule cerebrali e non ti mollano più. Stavo canticchiando allegramente sotto la doccia (non e’ un bel vedere ed e’ un pessimo sentire) quando mi son reso conto all’improvviso di una cosa: se fossi uno scrittore, sarei terrorizzato dalla scelta del titolo del mio romanzo.

Colpa (e merito!) di Fabio Bartolomei e del suo ultimo romanzo, una bella lettura che ha – tra gli altri – il pregio di avere un titolo perfetto: “La banda degli invisibili”.

Come la copertina lascia intuire, protagonisti della vicenda sono alcuni splendidi vecchietti, età che sembrerebbe lontana dal possibile concetto di “banda”: in realtà, in una trama che si sviluppa fra momenti di purissimo richiamo ad “Amici miei” e che prende quota con l’intenzione del gruppo di ottuagenari ex partigiani di rapire il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (!!!), è proprio il significato più profondo di amicizia, complicità e solidarietà a farla assolutamente da padrone. Inevitabilmente vengono alla mente romanzi accomunabili a questa ultima fatica di Bartolomei con protagonisti adolescenti: direi “I ragazzi della via Pal”, per dirne uno in cui si avverte lo stesso sentimento di appartenenza al gruppo con personaggi inevitabilmente differenti.

Gli anziani di Bartolomei sono – in una parola sola – magnifici. Vivono con ironia gli inevitabili disagi che una società sempre più orientata alla rapidità e alla conseguente leggerezza fa trasparire, senza rinunciare a combattere piccole e grandi inciviltà con le armi dell’esperienza e della consapevolezza. Ci si affeziona inesorabilmente ad Angelo, voce narrante del romanzo, ai suo compagni di avventura e alla donna di cui brama il cuore, che a una certa età si sente il bisogno di un corpo da abbracciare e una mano da stringere passeggiando. E la lettura prosegue fra molte risate, considerazioni piuttosto amare sulla situazione sociale, e un pizzico di commozione: pensare a quale sia il patrimonio quotidianamente disperso nella scarsa considerazione a questa età fa pensare, e rende la seconda parte del titolo – quel riferimento agli “invisibili” – ancora più toccante.

Un romanzo assolutamente consigliato a chi abbia bisogno di un momento di respiro e a chi voglia mettere in conto alcune ore di piacevolissima lettura “pensante”.

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