Recensione “La corsa delle onde” di Maggie Stiefvater

Creato il 27 aprile 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Gabriella Parisi Autore: Maggie Siefvater Titolo: La corsa delle onde Titolo originale: The Scorpio Races Traduzione di M.C. Scotto di Santillo Casa Editrice: Rizzoli pagine: 450 prezzo: € 16,50 Data pubblicazione: 19 settembre 2013 Trama: Succede ogni autunno, sull’isola di Thisby. Dalle gelide acque dell’oceano si spingono a riva i cavalli d’acqua, creature affascinanti e crudeli che gli abitanti catturano per montarli nella Corsa dello Scorpione. Il vincitore guadagnerà fama e denaro, i meno fortunati incontreranno la morte. Ma qualcosa cambia quando alla gara si iscrive Kate Connolly, capelli rossi e tempra di ferro. Kate è determinata a correre con la sua cavalla Dove, sfidando usanze secolari che vogliono solo concorrenti maschi e nessun cavallo ordinario. Certo, non ha molte possibilità contro Sean Kendrick, diciannove anni, il favorito, esperto domatore di cavalli. Nessuno dei due è preparato a ciò che sta per succedere, perché quest’anno la Corsa dello Scorpione non sarà solo questione di gloria e denaro, ma di amore e destino.
RECENSIONE
«Raccontami com’è. La corsa.»
È come una battaglia. Una guerra di cavalli e uomini e sangue. I più forti e i più veloci di quelli che restano dopo due settimane di preparazione sulla sabbia. È la spuma del mare sul viso, la letale magia di novembre sulla pelle, i tamburi dello Scorpione che prendono il posto dei battiti del cuore. È velocità, se hai fortuna. È vita ed è morte, oppure l’una o l’altra, e non c’è niente che le assomigli.
Thisby è un'isola misteriosa; forse è al largo dalle coste della Gran Bretagna o dell'Irlanda. È un'isola in cui la vita è ancora primitiva, nonostante fuori il mondo si sia evoluto. È un'isola in cui chi ci è nato sente il mare e l'isola nel sangue, oppure la odia e non vede l'ora di abbandonare le sue coste brutali e di trasferirsi sul continente. Thisby è l'isola su cui i capaill uisce ― i mitologici cavalli d'acqua ― escono dall'acqua avidi di sangue. Essi rappresentano la più grande attrazione dell'isola, con la loro bellezza e la loro crudeltà e la Corsa dello Scorpione, a novembre, rappresenta il momento più importante della vita dell'isola. È una corsa sulla spiaggia, spietata e senza quartiere, in cui i fantini cavalcano a pelo sui capaill uisce, cercando di domare quegli animali selvaggi che corrono seguendo un istinto che li attira verso le onde del mare, tagliando per primi il traguardo per un considerevole premio finale in denaro e fama. Guai a cadere dal cavallo, si potrebbe venire sbranati da quelle bestie indomite, avide di sangue. Sull'isola di Thisby in pochi hanno entrambi i genitori: alcuni sono morti a causa dell'asperità dell'isola o dell'attacco famelico dei capaill uisce, altri sono partiti, abbandonando quel luogo remoto e selvaggio, alla ricerca di una vita più facile e sicura. Entrambi i genitori di Kate Connolly, detta Puck, sono morti in mare ― il padre era un pescatore ― uccisi dai cavalli d'acqua. Kate è rimasta sull'isola con i due fratelli, Gabe, il più grande, che lavora nell'albergo locale, dove è sempre costretto a pulire il pesce, sogna di partire, abbandonando per sempre il posto; Finn, il più piccolo, che vede la sorella maggiore quasi come una madre, è radicato e legato ai suoi costumi isolani come Puck. Il padre di Sean Kendrick è morto durante la Corsa dello Scorpione quando il ragazzo aveva appena dieci anni. Sean è rimasto sempre legato a Corr, il capall uisce che il padre cavalcava quando è morto. Per ben quattro anni ha vinto la Corsa dello Scorpione in groppa a Corr, ma lo stallone non è di sua proprietà, bensì di Benjamin Malvern, come una buona metà dell'isola. La madre di Sean ha abbandonato Thisby e, dopo la morte del padre, Sean è andato a lavorare nelle scuderie di Malvern, perché è il più bravo a trattare con i capaill uisce.
I Connolly, dopo la morte dei genitori, si trovano in ristrettezze economiche e Kate/Puck, vuoi per far restare un po' di più sull'isola il fratello Gabe, vuoi per conquistare il premio in denaro che le consentirà di non perdere la casa, decide di partecipare alla Corsa dello Scorpione. Non riesce, però, a trovare un capall uisce da cavalcare e decide di montare la sua cavalla, Dove. Gli uomini, i conservatori dell'isola, cercano di impedirle di partecipare, sia perché non monta un capall uisce, sia ― soprattutto ― perché è una donna.
«Le donne sono l’isola, e l’isola ci sostiene. È importante. Ma sono gli uomini che tengono ancorata l’isola al fondale marino e impediscono che vada alla deriva. Non ci può essere una donna su quella spiaggia. Va contro l’ordine naturale delle cose.»
Ma Kate ha studiato il regolamento e sa di non infrangere nessuna regola.
«Seguirò il regolamento che mi è stato consegnato» ribadisco. «Non seguirò nessuna regola non scritta.» «Kate Connolly» dice l’uomo col gilè. «Non c’è mai stata una donna su quella spiaggia e vuoi che quest’anno sia la prima volta? Chi sei tu per pretendere una cosa simile?»
Sean, ammira l'enorme coraggio di quella ragazza e si esprime a suo favore.
«Quest’isola vive sul coraggio, non sul sangue» dice. Il suo viso è rivolto verso di me, ma i suoi occhi sono puntati su Eaton e il resto del comitato. Nel silenzio che segue le sue parole, sento il cuore che mi pulsa nelle orecchie.
Capisco che stanno valutando le sue parole. I loro volti sono trasparenti: è chiaro che vorrebbero ignorarlo, ma stanno cercando di decidere quanto peso dare alle parole di una persona che ha ingannato la morte nelle corse così tante volte.
La corsa delle onde parla di sfidare le regole, di coraggio, ma anche di amore per la propria terra e le tradizioni che sono radicate in ciascuno di noi, rendendoci quel che siamo. Possiamo amarla o odiarla, decidere di abbandonarla, ma essa resterà sempre una parte fondamentale di noi. È una tenerissima storia d'amore e di sopravvivenza, in un ambiente brutale e quasi primitivo. Una storia d'amore reciproco fra uomo e animale. La Corsa dello Scorpione è una sorta di evocazione del Palio di Siena ― con richiami anche alla corsa dei tori di Pamplona ― inserito in uno scenario assolutamente celtico, con i mitologici cavalli d'acqua che hanno ispirato la Stiefvater fin da ragazzina. La mitologia su queste bestie è vastissima e diffusa non solo nei paesi di origine celtica, ma un po' dappertutto, e considera diverse specie di questi cavalli, tutti dai nomi impronunciabili. Maggie Stiefvater ha scelto una piccola parte della leggenda, creando un'atmosfera assolutamente indimenticabile e coinvolgente sull'isola di Thisby. Sembra di essere presenti sulle sue spiagge, di respirarne l'odore, di ammirare e temere i maestosi capaill uisce.
Il racconto è in prima persona, con Puck e Sean che si avvicendano narrando ciascuno un capitolo, a volte si alternano anche all'interno di uno stesso. Unica pecca è il tono monocorde dei due personaggi: se non fosse per l'indicazione specifica a inizio capitolo o al suo interno, non si percepirebbe il cambiamento di punto di vista. Questo rende la narrazione piatta, nonostante l'atmosfera inebriante di Thisby e della Corsa dello Scorpione. I diritti cinematografici del romanzo sono stati acquistati dalla Warner Bros per i produttori David Katzenberg e Seth Grahame-Smith. Questo romanzo si presta certamente a un'indimenticabile trasposizione cinematografica. L'AUTRICE Maggie Stiefvater (Harrisonburg, 18 novembre 1981) è una scrittrice statunitense di romanzi di genere urban fantasy destinati ad un pubblico di adolescenti e Young Adults. Ha frequentato l'Università di Mary Washington a Fredericksburg (Virginia) laureandosi in storia. Attualmente vive in Virginia, dove è sposata con due figli. Sito Autrice
Serie Books of Faerie Whisper (Lament: The Faerie Queen's Deception, 2008) Destiny (Ballad: A Gathering of Faerie, 2009) Serie I Lupi di Mercy Falls Shiver (2010) Deeper (Linger, 2010) Forever (Forever, 2011) Altri romanzi La corsa delle onde (The Scorpio Races, 2011)

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