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Recensione: "La Cueva" (In Darkness we fall)

Creato il 08 novembre 2015 da Giuseppe Armellini
Recensione: Cueva
Il The Descent spagnolo.
Senza però quelli che potevano essere i difetti di The Descent.
Questo non è un horror ma un ansiogeno viaggio nel buio.
Di di una grotta.
Ricordo che ero quasi annoiato, alla fine io sono uno che crede fortemente nella bellezza del mondo ma sta bellezza la cerco quasi sempre dentro l'uomo, non fuori.
Ed è per questo che raramente, non ne so il motivo, riesco ad essere catturato dalla magnificenza della natura (ne parlai qui se proprio volete perder tempo).
Insomma, non ero pronto, come detto quasi annoiato.
Poi da un secondo all'altro, e chi c'è stato lo sa quanto il passaggio dal niente al tutto sia immediato, sono dentro la Grotta Grande del Vento.
Grotte di Frasassi.
Non ero pronto per la grandezza, simbolica e fisica, di quello che mi si era parato davanti.
Credo sia stata la mia esperienza più vicina a quella Sindrome di Stendhal di cui, anche se in modo troppo estensivo come ho fatto io adesso, si parla spesso.
Mi son fermato, ho respirato e mi sono sentito piccolo, piccolissimo.
Poi la guida ci indica un buco lassù, lontanissimo, quasi impossibile da vedere.
Ci racconta come da una serie di cunicoli gli speleologi trovarono quel buco, nel buio più profondo. C'era qualcosa di grande là sotto.
Tirarono un sasso e il sasso sembrò non atterrare mai.
L'Abisso Ancona, 200 metri di altezza, un campo e mezzo da calcio di lunghezza e più di uno di larghezza.
Qualcosa di raggelante per quanto bello.
Recensione: Cueva
Ecco, magari in questo spazio talmente grande che potrebbe ospitare dentro il Duomo di Milano avrebbero voluto trovarcisi i protagonisti de La Cueva, un horror che non è horror, un thriller che non è thriller ma un film così verosimile da poter essere considerato semplicemente un drammatico.
Certo, è un mock, e il mock tende sempre l'asticella verso generi più codificati, de paura, ma la realtà è che questo piccolo film spagnolo è terribilmente ancorato alla realtà.
Come parlando di Polytechnique era impossibile prescindere da Elephant, per questo qua non troverete mai una recensione (sempre che ancora ce ne sia una) che non vi citi The Descent.
Impossibile.
E sai che vi dico? che questa è sicuramente una delle solite cantonate del "vostro" Caden, ma secondo me sto piccolo film è tranquillamente allo stesso livello del bellissimo film di Marshall.
Anzi, è un The Descent senza i difetti di The Descent, ossia quegli orpelli cinematografici che magari rendono quel film per molti più bello (e sicuramente più horror e più per appassionati) ma che secondo me fanno perdere la tensione impressionante del primo tempo.
Per chi l'ha visto mi riferisco a due aspetti principalmente, ovvero i mostri e il bagno di sangue finale, con tanto di final girl e tutto il resto.
Qua no, qua abbiamo sti 5 ragazzi che per curiosità si ritrovano dentro una grotta nascosta in una scogliera di Formentera, dove sono in vacanza.
Forse vanno troppo avanti, forse sottovalutano i rischi del caso, fatto sta che non trovano più l'uscita.
Recensione: Cueva
E parte un'ora di film completamente dentro le grotte, quasi sempre strettissimi cunicoli alternati a piccoli slarghi dove respirare e riposarsi.
La scelta del mock (uno di loro ha un blog dove pubblica video) come al solito ci sta o non ci sta, ma è senz'altro funzionante. Trovarsi per un'ora nelle grotte tutto in soggettiva, poter usare visori notturni e quant'altro è una scelta senz'altro pi efficace della ripresa classica.
L'angoscia, loro e nostra, inizia a montare, l'acqua scarseggia (e quella nelle grotte è solo salata, di mare), le tensioni tra i 5 sono sempre più grandi.
Tra l'altro c'è un personaggio veramente disgustoso, uno di quelli che vorresti morti per mano tua anche nella vita vera.
Qualcuno, comunque, comincia a star male sul serio.
Ragazzi, io ho trovato tutto dannatamente verosimile ed ansiogeno.
Forse sì, la scena in cui c'è la scelta più efferata, la sequenza umanamente più forte del film, pare esagerata, ma non ne sono poi mica tanto sicuro eh.
L'entrata in tempo reale nella grotta (senza stacchi, il film è girato e montato benissimo), l'incredibile scena sott'acqua in apnea (a proposito, per la sua verosimiglianza forse questo film ricorda più Sanctum che The Descent, anche se al 90% è tutto all'asciutto), il ragazzo fermo immobile stile Blair Witch Project, il morso, il rumore della ricaricatore manuale di batterie, la fuga finale in modalità notturna, secondo me di scene notevoli e tese ce ne son tante.
Recensione: Cueva
Devo dir la verità, ormai non c'è nessun horror che mi regali sussulti, mentre questo, che comunque, lo ripeto, horror non è, l'ho vissuto in maniera abbastanza empatica, quasi "dolorosa" in 2,3 punti.
Non è un gran film, non è un'opera imprescindibile, ma come atmosfera ultimamente ne ho visti pochi di simili.
E ha il pregio di darci quasi sempre la sensazione che quello che stiamo vedendo (e quasi "vivendo") sia nè più nè meno quello che accadrebbe nella realtà (attenzione, state voi 4 giorni al buio in una grotta, tutto quelle che eravate non lo sarete più).
Finale prevedibile ma perfetto, anche se, per motivi che qua non scrivo, l'ho trovato leggermente fuori registro.
Insomma, se vi piacciono le grotte e i film claustrofobici, angoscianti, questo fa per voi

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