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Recensione "La cugina americana" di Francesca Segal (Bollati Boringhieri)

Creato il 16 settembre 2012 da Maila Tritto

La passione, la tentazione, la fedeltà alle scelte:
una storia d’amore nella Londra contemporanea

Titolo: La cugina americanaAutore: Francesca Segal
Editore: Bollati Boringhieri
Collana: Varianti
Traduttore: Manuela Faimali
Data di pubblicazione: 30 agosto 2012
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 352 pp.
ISBN: 978-88-339-2316-1
Sinossi:
Hampstead Garden, nordovest di Londra, è il quartiere della buona borghesia ebraica, ricca, istruita, liberal, solidale: tutti conoscono tutti, tutti frequentano tutti, tutti sono pronti a soccorrere chiunque si trovi in difficoltà. Adam e Rachel si conoscono da sempre, si amano dall'adolescenza, e stanno per fidanzarsi. La comunità segue l'evolversi della relazione da quando è nata, tutti aspettano il matrimonio, i figli. Tutto va come dovrebbe andare fino a quando, da New York, città di liberi costumi e strane usanze, arriva Ellie, la cugina di Rachel: bellissima, fragile, dolce, infelice, anticonformista. Ellie è una sopravvissuta, come tanti dei membri anziani della comunità: non ai campi di concentramento, ma alla morte della madre in un attentato terroristico in Israele, e alla conseguente decisione del padre di vagare per il mondo portando la piccola con sé. Tra Adam ed Ellie è amore al primo sguardo. Entrambi resistono, si evitano, si cercano, irresistibilmente attratti e irrimediabilmente divisi. Fino a quando Adam, avvocato nello studio del padre di Rachel, viene incaricato di risolvere la situazione incresciosa, pericolosa, che Ellie si è lasciata alle spalle a New York. I due sono costretti a incontrarsi, per lavoro, fino a quando una malattia di Ziva, la nonna di Ellie e Rachel, fornisce ai due innamorati impossibili l'occasione di infrangere le regole.
Recensione: Passione, amore, fedeltà, sentimenti e virtù che caratterizzando l’uomo e rendono la sua vita mutevole. Egli è sempre pronto a mettersi in gioco e a cercare di realizzare una vita in cui possa sentirsi completo, con se stesso e con gli altri. Certo, questa è solo una visione piuttosto generale dell’animo umano ma diventa il presupposto per analizzare il romanzo d’esordio scritto da Francesca Segal La cugina americana, edito da Bollati Boringhieri. La storia, in breve, ripropone l’opera di Edith Wharton L’età dell’innocenza che nel 1921 ha ricevuto il premio Pulitzer (aspetto, questo, di rilevante importanza poiché è stata la prima donna a vincere il prestigioso premio). Si tratta del triangolo amoroso tra un uomo (Archer) e due donne, tra le cugine May e Ellen. L’autrice descrive la società alto-borghese del 1870, rappresentata da uno stile di vita convenzionale e politically correct.La struttura dei personaggi resta pressoché invariata nel romanzo della Segal che ha dichiarato apertamente di aver tratto ispirazione dal romanzo della Wharton. Infatti, il protagonista maschile è rappresentato da Adam da sempre legato a Rachel, una donna dall’animo fragile e costantemente alla ricerca di sicurezza e protezione. Sennonché, un giorno, si presenterà nella loro vita una bellissima ragazza — cugina di Rachel — dal passato tormentato e dal futuro incerto. L’arrivo della «cugina americana» di qui il titolo dell’opera sarà la causa di non pochi problemi, soprattutto nel rapporto di coppia dei due giovani ebrei, residenti a Londra. Adam e Rachel, infatti, vivono ad Hampstead Garden, la zona a nordovest di Londra, che è il quartiere della buona borghesia ebraica. Di qui è già possibile individuare differenze e analogie tra i due romanzi citati. Entrambi ebrei, vivono secondo i dettami della cultura ebraica, caratterizzata dalla particolare concezione dell’autonomia creaturale. Pertanto, i due giovani vivono rispettano le regole dettate dalla religione e dalla tradizione. Tuttavia, il romanzo non si riduce alla solita storia d’amore, sebbene il triangolo amoroso sia il fulcro dell’opera. Certo, questo è un aspetto particolarmente importante nella realizzazione del plot, ma non cruciale. L’autrice, infatti, va ben oltre e cerca non solo di analizzare una zona della Londra contemporanea, bensì individua i tratti e le peculiarità dell’anima. Analizza, perciò, i vizi, le virtù, le paure e le incertezze della società attuale. Se il romanzo della Wharton è ambientato, come già detto, nell’America del 1870 e narra di una società esageratamente conformista e aristocratica, il romanzo della Segal ritrae la borghesia ebraica: ricca, istruita, solidale e molto diversa dalla corrispettiva americana. Il tutto è affrontato con un velo d’ironia e da una scrittura vivace ed elegante.Francesca Segal, dunque, dimostra quanto la gente del posto sia legata da un’intensa solidarietà, che va ben oltre le citate convenzioni. In realtà, questo è uno degli aspetti interessanti che rende il romanzo poliedrico e che ha trovato una critica positiva. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è affrontata in modo adeguato e conforme alla linea narrativa scelta dall’autrice. Il lettore, perciò, sarà maggiormente coinvolto dallo svolgimento dei fatti e, in particolare, dalle varie personalità. In una moltitudine di pensieri, incertezze e speranze in cui si realizza e dispiega  la storia di questi tre personaggi che ben rappresentano la realtà sociale e la vita privata. L’uomo, perciò, è analizzato nella sua completezza e complessità. La scrittrice, inoltre, accenna seppur brevemente ad una società spietata, caratterizzata dall’orrore e dalla paura che la vecchia nonna Ziva uno dei personaggi rilevantiha vissuto durante il periodo dettato dal nazionalsocialismo e dall’impossibilità, per la comunità ebraica, di vivere liberamente la propria quotidianità.Ecco che, quindi l’opera si arricchisce e dà importanza ai valori comunitari, servendosi inoltre del personaggi rappresentato da Ellie per mostrare una serie di cliché non solo appartenenti alla società ebraica, bensì universali. Tuttavia, l’autrice pone in antitesi le due donne protagoniste del libro: apparentemente diverse l’una dall’altra, ma in fondo più simili di quanto pensano. Questo perché è proprio nella natura della donna cercare sicurezza, non solo sentimentale ma anche economica e sociale. La cugina americana è, perciò, un romanzo che diverte per l’ironia con cui vengono affrontate determinate tematiche e fa riflettere poiché   anche secondo il punto di vista della Segal ci mostra ciò che è « giusto» da ciò che, invece, è «sbagliato», o forse è solo di una società che ci induce a rispettare determinate regole, dettati dagli usi e costumi delle varie comunità di appartenenza. 
(A cura di Maila Tritto)

 L'AUTRICE: Francesca Segal collabora come giornalista e critico letterario a numerose testate tra cui «Granta», «The Guardian», «The Observer», «The Daily Telegraph», «Financial Times Magazine», «The Tatler» e «The Jewish Chronicle». Per tre anni ha tenuto la rubrica dell’«Observer» dedicata alla narrativa d’esordio. La cugina americana è il suo primo romanzo.


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