Credevo che il nostro paesino, sepolto nella boscaglia della Carolina del Sud, fosse il centro del nulla. Un luogo dove non succedeva mai niente e in cui niente sarebbe mai cambiato. Poi mi innamorai di una Maga. Lei mi fece scoprire un altro mondo fra le crepe dei nostri marciapiedi sconnessi. Un mondo che era lì da sempre, nascosto in bellavista. La Gatlin di Lena era un luogo in cui le cose succedevano, eccome, cose
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impossibili, sovrannaturali, che cambiavano la vita. Che le ponevano anche fine, a volte. Fino a qualche mese prima, pensavo che nulla sarebbe mai cambiato. Ora che ne sapevo di più, avrei tanto voluto che fosse stato così. Perché a partire dall'istante in cui mi ero innamorato di una Maga, nessuna delle persone a cui volevo bene sarebbe più stata al sicuro. Lena credeva di essere l'unica a essere maledetta, ma si sbagliava. Adesso la sua era diventata, la nostra maledizione.Cosa penso:Secondo capitolo della fortunatissima serie “Beautiful Creatures”, serie scritta a quattro mani da Kami Garcia e Margaret Stohl e di cui presto vedremo al cinema la trasposizione cinematografica del primo libro, “La diciassettesima luna” non ha risparmiato colpi di scena e anche qualche attacco di rabbia.
Ho impiegato un mese a terminarlo, non perché fosse una cattiva lettura, ma perché altre letture richiedevano la mia attenzione.
Ma questo non ha pregiudicato affatto il mio giudizio, anzi, devo proprio dire che per essere una lettura che è proceduta a rilento, “a spizzica e bocconi”, non mi è pesata più di tanto, infatti, è come se la lettura fosse stata continua, senza interruzioni, tanto le autrici sono state così brave a dare ai loro personaggi, da quelli principali a quelli che avevano solo un ruolo di comparsa, una personalità unica, così dettagliata che difficilmente se ne dimentica.
La storia riprende circa pochi giorni dopo l’epilogo de “La sedicesima luna”.
Ritroviamo i nostri protagonisti in uno stato di depressione tale da rendere cupa la prima parte della storia: Lena che affronta il lutto per la perdita dello zio Macon e l’incolparsi per la sua morte.
Ethan che si sente escluso dal dolore di Lena e tenuto sempre più distante dalla ragazza, tanto da arrivare ad una quasi rottura.
E come se non bastasse, la reclamazione di Lena non è ancora avvenuta: la ragazza non ha ancora fatto la sua scelta e la sua tristezza, il suo potere in continua ascesa e i suoi sensi di colpa, se non domati, potrebbero fare la differenza.
Ancora una volta la lotta tra il bene e il male, tra la Luce e le Tenebre, è aperta…
Devo dire che più vado avanti con questa serie e più ne rimango totalmente affascinata.
Le autrici sono riuscite anche questa volta a creare delle situazioni pazzesche di cui difficilmente se ne potrebbe venire fuori, se non che alla fine, con un colpo di scena che non mi sarei mai aspettata – e che ho gradito – hanno messo la carta vincente in mano ai nostri protagonisti risolvendo in loro favore la situazione critica che si era venuta a creare.
Non che alla fine non me lo aspettassi, ma leggere in che modo tutto questo è avvenuto è stato veramente piacevole.
Al di là della trama pazzesca che hanno creato, sono rimasta colpita dall’ambientazione: a differenza de “La sedicesima luna”, in questo secondo capitolo il mondo reale e quello magico sono sempre più interconnessi, tant’è che la seconda parte della storia si svolge gran parte nel mondo di Lena e delle altre creature magiche, regalandoci descrizioni di scenari spettacolari e dandoci la sensazione di trovarci noi stessi in quei luoghi, partecipi in prima persona nello svolgersi degli eventi.
Sensazione accresciuta maggior mente dalla scelta della prima persona.
Infatti, anche questa volta protagonista e voce narrante della storia è Ethan, e meno male che il punto di vista non è cambiato e spero che rimanga tale anche per i restanti capitoli della serie, perché è a parer mio una scelta più che azzeccata e riuscita, punto di forza della serie e che le dà la sua originalità.
Ethan è un personaggio più che riuscito… è sempre un piacere leggere di lui: per la prima volta il protagonista non è un figaccione con dei super poteri, ma un ragazzo normale, piacente, con i suoi alti e bassi che si è innamorato della più improbabile delle ragazze.
È bello una volta tanto impersonare un ragazzo, mettersi nei suoi panni e sentire i suoi pensieri.
Mentre Lena in questo libro mi ha un tantino mal disposta…
Da qui deriva la “rabbia” sopracitata: il suo piangersi addosso e il suo comportamento distruttivo e autodistruttivo me l’hanno fatta, a tratti, anche odiare.
Ma il suo comportamento non è assolutamente sopra le righe, anzi l’ha resa più che reale – il senso di colpa, il lutto, il senso di perdita dietro cui Lena si barrica e tutto ciò che ne deriva, il costante ferirsi e ferire come quasi a punirsi e a cercare appositamente l’astio e il disprezzo degli altri, mi hanno portata sì a provare rabbia, ma anche in un certo senso a capirla e a provare un profondo affetto.
A chi non è capitato di attraversare dei momenti cupi e a non far caso a niente e nessuno se non solo a se stessi, a punirsi in continuazione e a sentirsi la causa di tutto ciò che di sbagliato accade.
Diciamo che Lena mi ha suscitato dei sentimenti di amore/odio.
Per il resto la storia è ben narrata, coinvolgente e cattura il lettore nell’atmosfera che le autrici hanno creato.
Non finirò mai di ringraziare chi mi ha consigliato questa serie e, come loro, io non finirò mai di CONSIGLIARLA a chi ancora non l’ha letta.
CONSIGLIATO!!!
L'ho letto il... 15 Ottobre 2012GIUDIZIO: