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[Recensione] La leggenda del vento di Stephen King

Creato il 17 novembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] La leggenda del vento di Stephen KingTitolo originale: The Wind Through the Keyhole
Autore: Stephen King
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Fantasy
ISBN: 9788820053253
Anno: 2012
Pagine: 374
Prezzo: 19,90€

Ho comprato La leggenda del vento quando ancora si chiamava The Wind Through the Keyhole e in Italia non si avevano ancora notizie di una sua possibile uscita tradotta. Alla fine, il 13 novembre, la Sperling & Kupfer si è decisa a far uscire il libro in tutte le librerie, con traduzione non più del vumingo1 (che a mio avviso se l’era cavata piuttosto bene con Notte buia, niente stelle e 22/11/’63) ma dello “storico” Tullio Dobner.

La leggenda del vento è un romanzo ambientato nel continuum della saga della Torre Nera. Una serie che King stesso – e buona parte dei suoi critici – considerano il suo magnum opus, non fosse altro per il modo in cui assorbe e contagia gran parte degli altri suoi romanzi. Se ordinate la vostra collezione in ordine cronologico, dovreste sistemare La leggenda del vento tra La sfera del buio e I lupi del Calla, perché è tra il quarto e il quinto libro che si colloca. Il che non significa, come lo stesso King aveva precisato più volte, che la cronologia interna della Torre Nera ne venga modificata. Più che un nuovo capitolo, La leggenda del vento è un capitolo quattro virgola cinque. Una storia aggiunta perché king, in fondo in fondo, della Torre Nera sembra proprio non poter fare a meno.

Che cosa succede

Il romanzo si compone essenzialmente di due storie brevi, inanellate l’una nell’altra. Durante il cammino sul sentiero del Vettore, poco dopo essersi lasciati alle spalle la Città di Smeraldo, Roland e gli altri devono cercare rifugio da un’improvvisa e violentissima tempesta chiamata starkblast. Durante l’attesa, Jake, che evidentemente dopo la storia di Susan Delgado ci ha preso gusto, chiede a Roland di raccontare un altro episodio del suo passato.

Roland allora inizia a narrare di quando, poco dopo le vicende della Baronia di Mejis, si è ritrovato, in compagnia di Jamie DeCurry, a indagare su uno skin-man, un mutaforma che terrorizza gli abitanti della città di Debaria.

Le indagini, di cui ovviamente non anticipo nulla, lo portano a fare la conoscenza di un ragazzino che, proprio come Jake, chiede a Roland di raccontargli una storia. Roland sceglie una favola che, a sua volta, gli raccontava sempre sua madre, e chiamata proprio Il vento attraverso la serratura (almeno, così era in inglese, non so come l’abbia resa Dobner).

Il vento attraverso la serratura è la storia di Tim, un bambino orfano di padre, che incontra un uomo misterioso, chiamato the Covenant Man… coughRandallFlaggcough…, e affronta le sue paure durante un viaggio il cui scopo è salvare sua madre dalla cecità. Di più non anticipo, sorry.

Che cosa ne penso

La mia prima impressione, a libro ultimato, è stata che Stephen King si è limitato allo stretto necessario. Ok, si sapeva in anticipo che questa era solo una “storia del Medio-Mondo”, un’avventura che non avrebbe, logicamente, potuto cambiare nulla di quanto accade in I lupi del Calla, La canzone di Susannah o La Torre Nera. Però, boh, mettici un po’ più d’impegno, Stephen King!

Mentre leggevo le storie che si intrecciavano non ho potuto fare a meno di pensare che, se questo romanzo gli fosse venuto in mente negli anni Ottanta, lo Stephen King di allora ne avrebbe tratto una raccolta di quattro novelle ambientate nel passato di Roland e del Medio-Mondo intitolata “Storie di prima che il mondo andasse avanti” (o, perché no, “Racconti magici dell’Eld”). E sa il cielo quando avrei AMATO una cosa del genere.

Con questo non voglio dire che sia un brutto libro. Stephen King rimane sempre uno scrittore dannatamente bravo anche quando ci mette un quinto dell’impegno che ci aveva messo con il romanzo precedente (22/11/’63, ricordate? Quello che si era cicciato 5 stelline su 5?), e va anche detto che, ora che la saga si è conclusa, un romanzo “in flashback” non stona più nel contesto generale come, ai tempi, strideva La sfera del buio, durante la lettura del quale chiunque sano di mente almeno un “muoviti, Roland, continua a camminare” deve averlo pensato.

In conclusione

La leggenda del vento resta un libro leggibilissimo, più per l’ambientazione che per le storie in sè, ma anche quelle non sono da buttare, suvvia. Eppure da Stephen King ritengo sia lecito aspettarsi qualcosa di più.

Voto finale
[Recensione] La leggenda del vento di Stephen King


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