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Recensione: "La leggendaria guerriera" di Aurora Ballarin (selfpublishing)

Creato il 20 settembre 2014 da Connie
Recensione: leggendaria guerrieraAUTORE: Aurora Ballarin

BIOGRAFIA: Aurora Ballarin è nata a Venezia il 7 aprile del 1988. È la prima di tre fratelli. Dopo aver studiato biologia, si è dedicata a tempo pieno  alla sua grande passione: la scrittura.Quando non scrive, ama leggere e ascoltare musica, perlopiù straniera.Questo libro, nato proprio tra i banchi di scuola, è il suo romanzo d'esordio. Un fantasy ambientato in parte in una misteriosa Venezia di fine 1800 che coniuga magia e realtà, guerra e amore. Sullo sfondo di una città appena uscita dai fasti dei tempi in cui era nota come la Serenissima, si dipaneranno le gesta di uomini ed eroi, di demoni e salvatori, il tutto in un periodo di crisi,anticipo di due guerre che in un secolo hanno segnato la nostra realtà. SITO: www.occhiodelladeadeglielfi.blogspot.comCONTATTI: [email protected]TITOLO DELL’OPERA: La Leggendaria Guerriera -I- Rinascita di una deaTRAMA: Venezia 1896: Ainwen Carnelio, giovane rampolla di una delle famiglie più in vista della città, non ha mai capito la ragione del suo strano aspetto.
Cresciuta da un ammiraglio, che l'ha addestrata all'arte della spada fin da bambina e da una madre insolitamente attenta a farle apprendere la magia, la giovane passa le sue giornate divisa tra due realtà: quella diurna, la vita apparentemente normale di una ragazza della sua età; e quella notturna tra duelli, visioni di cui non conosce il significato e incubi che infestano le sue notti.
Tutto evolve all'improvviso il giorno in cui conosce il nuovo istitutore, Barahir. Un uomo enigmatico, di una bellezza unica e fin troppo interessato a lei.
Con il suo arrivo le visioni aumentano, facendosi via via più terrificanti.
Ogni volta che i loro sguardi si incrociano è come se lei vivesse l'esistenza di un'altra persona.
La mente viene travolta da ricordi non suoi e perfino la vita arriva quasi a non appartenerle più, confondendosi con quella di un'altra donna di cui a malapena conosce il nome.
Fino a quando, spossata nell'animo e nelle carni decide di voler sbrogliare la matassa dei misteri di tutta una vita.
Solo un nome dalla sua parte. Un unico fievole indizio a ricollegare ogni sua visione: Urwen.
Il nome della dea degli elfi.
Il nome della donna che, cinquecento anni prima salvò il mondo dall'apocalisse...
Questa ricerca la porterà a riscoprire il suo passato e un destino dannato, da cui non potrà scappare. Una guerra spietata l’attende alle porte del suo domani.
Una battaglia insensata e crudele da cui dipenderà non solo la sua salvezza ma anche il destino di chi ama e del mondo che Urwen, prima di lei, era stata chiamata a proteggere.
Vecchi legami la richiameranno all’esistenza che ancora in fasce aveva gettato alle spalle e dalle stesse ceneri del dolore che comporterà la conoscenza del futuro che l’attende, dovrà ricostruire non solo un mondo, evitandone la fine, ma anche e soprattutto la sua stessa vita…
CASA EDITRICE:  YoucanprintANNO DI PUBBLICAZIONE: (della 1’ edizione) 2013GENERE: dark fantasyPUBBLICO: ragazzi e adultiPAGINE: 476PREZZO: 1.49€ ebook, 25€ cartaceoREPERIBILE PRESSO: link amazon (ma è disponibile in tutti gli store) http://www.amazon.it/Leggendaria-Guerriera-Rinascita-una-edizione-ebook/dp/B00KJJE2RY/ref=sr_1_2?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1410377241&sr=1-2&keywords=la+leggendaria+guerrieralink cartaceo (disponibile in tutti gli store e ordinabile in libreria) http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/leggendaria-guerriera-ballarin.html#.VBCnychH5Ms

Recensione: leggendaria guerriera

Il primo libro della saga

RECENSIONE: Per prima cosa sono rimasta affascinata dall’ambientazione di questo romanzo: Venezia, fine ‘800, un’epoca magica e densa di misteri. Ainwen è un’eroina alla Lady Oscar, abile spadaccina, con un destino già prestabilito. Tra lo storico e il dark fantasy, Aurora ci descrive le gesta di un’eroina che non mancherà di coinvolgere il lettore, con le sue avventure.Ho molto apprezzato la ricerca storica e i dettagli, lo stile della narrazione, storico appunto e che non segue il fantasy puro: una particolarità che arricchisce il libro. Ainwen  è una giovane donna che non ha ancora capito il suo posto nella vita: tramite una serie di peripezie, che la porteranno alla scoperta di se stessa, comprenderà ciò di cui è capace, ciò per cui è stata scelta.Le atmosfere notturne sono enigmatiche, misteriose, catturano il lettore in una Venezia illuminata dalla luna, quasi trascendentale. Un romanzo da leggere, per chi ama gli storici ma anche per chi è appassionato di fantasy.INTERVISTA STANDARD AD AURORA BALLARIN
  1. Ciao e benvenuto sul mio blog; ci parli un po’ di te, non come autore ma come persona? Ciao Connie e grazie per avermi ospitata nel tuo blog.  Beh, che dire di me? Innanzitutto mi presento: mi chiamo Aurora, ho ventisei anni e vivo a Venezia. Sono una ragazza semplice, di indole ottimista (sono una di quelle persone che vede sempre il bicchiere mezzo pieno) e forse un po' troppo timida ma estremamente determinata. Amo la scrittura, fa parte di me da sempre ed è stata la compagna di molti momenti bui e altrettanti momenti di felicità.

Recensione: leggendaria guerriera

Il secondo libro della saga

"Fu in quel momento, nell'attimo in cui si eclissò l'ennesima vita che non era riuscita a salvare, che gli occhi si posarono a terra.Laggiù, alla distanza di pochi passi da dove si trovava, appena fuori dalla barriera, vi era a terra qualcosa che aveva ammaliato il suo sguardo.S'alzò in piedi e, contravvenendo agli ordini del fratello, uscì dalla foresta.Non avvertì il gelo dello strato magico che le attraversava il corpo e mentre s'avvicinava ad esso, l'oggetto posato al suolo prese contorni sempre più definiti.Si chinò a terra e raccolse un fucile, rimirandone per qualche istante il calcio ricurvo e la doppia canna lunga su cui erano intarsiati degli inserti dorati.Quasi non si rese conto di aver portato l'arma sotto braccio, vicino al volto, ma il grilletto che sfiorava le sue dita sembrava chiederle di essere premuto.Sei colpi in canna. Sei morti.I rombi dei proiettili infrangevano l'aria e colpivano i bersagli che cadevano a terra come foglie in autunno.Quando finirono le cartucce, scagliò l'arma a terra con rabbia e fu allora che l'odio, l'ira e il potere esplosero.Quella forza che credeva di aver soppresso, ma che seppur in forma diversa si stava ripresentando, la soverchiò. E si manifestò, priva di controllo.Elros comparve nella sua mano senza nemmeno che la richiamasse e stringendola la principessa si lanciò in battaglia.Il suo corpo scattò in avanti, evitando la pioggia di piombo che le correva incontro, mentre la spada falciava le vite degli invasori, una dopo l'altra.Uomo o giovane, donna o vecchio; in quel momento erano tutti uguali ai suoi occhi. E tutti sacrificabili.""Amdir si guardò intorno, quella non poteva essere la sua Virvel, la splendente capitale degli elfi.Per un istante chiuse gli occhi e la rivide esattamente com'era poche ore prima: le cinta delle mura alte e di un candido colore azzurro, le viuzze acciottolate dove c'era sempre un continuo via vai di gente, le botteghe di legno e mattoni, i pinnacoli candidi che s'alzavano fino al cielo.E al centro della città, nella piazzetta di solito gremita di bambini, la fontana della dea. Immensa e così candida da accecare chi la guardasse a lungo, era vigilata fin dalla creazione dalla statua di Urwen. Il volto era ormai sfigurato dalla memoria della guerra ma, nonostante tutto, la sua maestosità era rimasta prorompente.Lei, la guerriera della leggenda. Il fulcro del loro credo, la fanciulla che meno di cinquecento anni prima li aveva salvati dalla fine.Ora però non esisteva più nulla: le mura di cinta erano distrutte, le botteghe saccheggiate, la gente che rendeva viva Virvel ora giaceva esanime al suolo e la statua della salvatrice era stata decapitata.Amdir trattenne un conato, inspirò profondamente e si mosse lento tra i cadaveri.Quando era uscito all'esterno, per quanto non volesse ammetterlo, già lo sapeva. Ma doveva vederlo con i propri occhi, sennò non se ne sarebbe mai convinto.E alla fine li vide.Erano là, come uno strano scherzo del destino. Gli eredi della famiglia Revar, giacevano proprio sotto la statua della loro antenata.Appena lo sguardo si posò sui loro corpi, il ragazzino urlò di terrore...""- Urwen... basta... - la voce dell'uomo era calda, sofferente: - Basta. Io non posso più continuare a vederti così. Se non lo vuoi fare, basta che tu me ne dia l'occasione e sarò io a porre fine alla sua vita - le sfiorò il collo con le labbra. - Voglio riposare al tuo fianco, Wen.Un debole e triste sorriso sbocciò sul volto della donna.Tacque a lungo, ascoltando il battito del cuore in petto e avvertendo il dolore sordo di quella prossima crisi, che presto si sarebbe affacciata sul suo corpo.Si piegò su sé stessa: - N... non ce la faccio... - si morse le labbra - Non ce la faccio, Calien.L'abbraccio di Calien si sciolse di colpo e Urwen crollò a terra, sul duro e freddo marmo del pavimento nero.E insieme a quella separazione, l'incanto si ruppe.Urwen si voltò lentamente e afferrando una delle mani del marito lo trasse a sé.Lo guardò con gli occhi velati dalle lacrime: - Perdonami - mormorò - Perdonami, Calien.Posò il volto sul petto di lui e lasciò che il suo corpo donasse la libertà al dolore che le stava annientando il cuore.Pianse per tutto.Per ciò che era accaduto e per quello che ancora doveva avvenire.Pianse per chi era perito in quella lunga guerra e per chi sarebbe morto l'indomani.Pianse per suo padre e per sua madre.Pianse per la malattia che la stava per portar via all'uomo che amava.E... pianse per Firion. Per il dolore che la sua perdita le aveva procurato e ancora le procurava.Le braccia dell'uomo la cinsero nuovamente, avvolgendola nel dolce tepore del suo abbraccio.Sopra di loro la luna, ormai priva di nembi, illuminava Elros sospesa nell'aria.L'arma, luminosa come non mai, rifulgeva come il loro amore.- Urwen - la voce di Calien vibrava - Aspetterò - le baciò la nuca.- Attenderò il giorno in cui ti rivedrò. Perché sono certo che prima o poi saremo nuovamente insieme. Ma ora dobbiamo pensare al presente. A domani, all'ultima battaglia."


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