Bedveduti a uda duova recedsiode, lettori e lettrici di Pedsieri d’idchiostro! Adche se c’è questo brutto raffreddore (etciù!) che dod mi dà tregua, il progetto va avadti! (PS: tradquilli, vedrò di farmelo passare presto, così dod dovrete sorbirvi ud’idtera recedsiode cod le “edde” sbagliate! )
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Titolo: Oltre il deserto
Serie: La luce, il buio e i segreti di Andàra (#2/3)
Autore: Davide Sassoli
Genere: fantasy, tecno-fantasy
Editore: La Penna blu
Collana: Il calamaio azzurro
Pagine: 358
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: €17,50
ISBN: 978-88-95974-20-0
Formato: brossura
Valutazione: Grazie all’autore per avermi inviato il libro in formato eBook.
RIASSUNTO - Il fuoco arde. L’acqua lava le ferite. Il vento spazza via i ricordi. Pace e speranza si fanno strada nel cuore di coloro che credono nella fine del ciclo… Ma già nel vento c’è odore di cenere e si odono rumori di spade, presagi di incendio imminente. Il ciclo sta ricominciando e la terra richiede un nuovo sacrificio. Dovranno essere gli uomini, impegnati in una lotta per se stessi, a decidere cosa uscirà infine dalle fiamme: ferro temprato o terra bruciata.
Una fortezza ai confini del mondo. La missione di genti dimenticate. Due fratelli che credono di odiarsi. Una donna alla ricerca del suo destino. Mentre sette amici tirano il fiato, il buio cala sulle genti del deserto, sussurrando parole di sventura. Ben poco sa Melinda Tarant, moglie del signore Theras Morganes, nell’intraprendere il viaggio alla ricerca del mondo che conosceva. Quale sarà il prezzo delle sue scelte? Dove sono gli alleati del passato? dov’è l’onore perduto? Il buio avanza e il tempo delle ricerche è ormai finito. Dopo il grande successo de “Sotto la croce”, il secondo capitolo della saga di Andàra.
L’AUTORE - Davide Sassoli nasce a Treviso nel mezzo dell’estate del 1984, trasferito nel caldo Texas all’età di otto anni fa ritorno alla sua città natale quando ne ha dieci e intraprende il lungo percorso che lo porterà a laurearsi in Astronomia all’università di Padova nel 2006. Si appassiona al mondo del fantastico grazie a Tolkien, e decide di farsi scrittore ispirato dalle opere di Jordan, Martin e alcuni autori classici della fantascienza. Da sempre gran camminatore, é solito cullare le sue idee fra le dolomiti italiane, e spesso nei suoi racconti si colgono echi di quei paesaggi unici che tutto il mondo invidia.
Il suo primo lavoro, La luce, il buio e i segreti di Andàra, é stato completato nel dicembre 2007 ma ha potuto vedere la luce solo tre anni più tardi, nel dicembre 2010, grazie a La penna blu edizioni. La casa editrice ha redatto e pubblicato il primo di tre volumi, Sotto la croce, e si accinge a fare altrettanto con i rimanenti.
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RECENSIONE
Vi ricordate di Sotto la croce, libro di cui ho parlato alcuni mesi fa? Be’, quello che mi appresto a recensire è il seguito del suddetto romanzo, ovvero Oltre il deserto.
I miglioramenti ci sono e si sentono, come mi aspetto sempre dal secondo titolo di una serie. Riguardo al primo romanzo, se ricordate, l’idea mi era piaciuta, mentre lo stile lasciava alquanto desiderare. Qui trovo che sia accaduto il contrario: lo stile è progredito, tanto che non ho rinvenuto quasi traccia dei difetti evidenziati in Sotto la croce. In compenso, però, la trama ha perso un po’ della brillantezza che la caratterizzava, o almeno così è sembrato a me.
La storia riprende esattamente da dove si era conclusa, tanto che i capitoli non ripartono da 1 ma continuano col 22: ben presto, però, dovremo lasciare da parte le avventure di Danny e degli altri e trasferirci altrove, in un altro luogo e forse anche in un diverso tempo.
Qui incontriamo, naturalmente, personaggi diversi, che vivono un’avventura che in apparenza non ha legami con la vicenda principale: non si fa accenno riguardo al suddetto collegamento, tranne forse alcune supposizioni.
Da un lato questi intrecci (già presenti nel primo libro) servono a rendere la trama più intrigante, com’è giusto che sia; ma dall’altra, purtroppo, a tratti l’ho trovata anche confusa.
Penso che ciò sia dovuto al fatto che, come spesso accade, il secondo volume di una trilogia contiene una storia “di transizione”, in cui le vicende procedono ma non si concludono. Una cosa del genere era già successa con Sotto la croce, e ritengo che purtroppo leda un po’ la riuscita del romanzo: anche in Oltre il deserto, vengono introdotte parecchie idee interessanti, che già da sole basterebbero a renderla una saga fuori dai canoni; queste idee, però, sembrano rimanere in sospeso, e si sa che nemmeno la scelta di una trilogia può giustificare una storia priva di una vera e propria conclusione.
Questo, tuttavia, trovo che sia l’unico vero difetto di Oltre il deserto: per quanto riguarda lo stile, infatti, posso affermare con certezza che Davide Sassoli sia migliorato molto, facendo il confronto col suo primo titolo.
Innanzitutto, mi è parso più scorrevole e dinamico, senza tutte quelle ripetizioni che c’erano in precedenza. Le varie informazioni che vengono fornite, per esempio quelle sulla lingua, sono state distribuite in modo intelligente: si conoscono poco per volta, a piccole dosi, e la conseguenza è che risultano tutt’altro che pesanti. Questa volta non ho individuato traccia di infodump né di descrizioni ridondanti, per dire.
A parte alcuni passi poco coinvolgenti e qualche refuso, in definitiva, ritengo che l’autore abbia fatto un ottimo lavoro dal punto di vista stilistico. Non dimentichiamoci, inoltre, degli ottimi personaggi e soprattutto dell’ambien- tazione, sempre ben curata e originale.
Alla fine, dunque, ho deciso di optare per una mezza gocciolina in più, rispetto a Sotto la croce: è vero, lo stile si è sviluppato molto – ed è un difetto che non può e non deve passare inosservato –, ma stavolta è stata la trama a risultare un po’ più fiacca del romanzo precedente. Confido però nel fatto che il terzo volume riuscirà a porre fine ai vari interrogativi che i primi due libri introducono, rivelandosi così più trascinante.
A questo punto è ovvio che si tratta di una buona saga, magari non eccelsa ma ricca di spunti interessanti: le manca davvero un pizzico per divenire senza dubbio degna di nota.
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In sintesi…
Trama avvincente, originale, ricca
di spunti interessanti.
Storia a tratti confusa o poco scor-
revole, situazioni a volte noiose.
Lo stile è migliorato molto. Finale lasciato molto in sospeso.
Ottima caratterizzazione dei per-
sonaggi.
Background innovativo e ben
strutturato.
Le varie info vengono date a piccole
dosi, non disturbano la storia.
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Una frase significativa…
« Addio, principe Daeviasin. Mi auguro di rivederti. »
E con quello se ne andò anche lui. Melinda finì la sua cena in silenzio, Anna e Norin ancora basiti dallo scambio appena concluso. Lasciando loro il tempo di capire e accettare ciò che avevano appena visto, andò di nuovo alla finestra, ma questa volta non per guardare verso la Manica. Guardò invece a sud-ovest, oltre il Lago delle Gemme. Lì, dove sapeva essere suo padre, qualunque cosa stesse facendo e quali che fossero le sue motivazioni.
C’era ancora così tanto da fare che quasi si vergognava di aver accarezzato l’idea di correre a buttarsi da quel balcone. Forse il un’altra vita lei e Timen sarebbero stati di nuovo insieme, due scoiattoli che si sarebbero rincorsi sui rami di un abete, due nuvole pigre nei cieli sopra le terre, mano nella mano spinte dal vento. Ma non ancora…
« In un’altra vita, amore mio… » sussurrò dentro di sé, lasciando che il dolore la colmasse, per poi lentamente adagiarsi fra le pieghe della sua anima, in silenzio. « In un’altra vita. »