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Recensione | La maga di Eld – Patricia McKillip

Creato il 04 dicembre 2014 da Parolepelate

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Trama:

 

Sybel ha 16 anni quando un cavaliere bussa alla sua porta affidandole in segreto un neonato da allevare ma non ha mai vissuto assieme ad altri esseri umani:è l’ultima discendente di una potente famiglia di evocatori che hanno sempre vissuto in una casa bianca, nei monti di Eld a cui nessuno osava avvicinarsi, collezionando animali straordinari chiamati con la magia da ogni parte del mondo. Queste creature quasi mitologiche sono gli unici amici che Sybel conosce e gli unici esseri con cui comunica. La ragazza non ha idea di come crescere il bambino che le è stato affidato, incapace di dirle di che cosa ha bisogno. Per la prima volta, quindi, esce dal suo rifugio e entra a far parte di un mondo che la teme e la desidera, in cui una guerra che dura da anni coinvolgerà inevitabilmente lei e il bambino che ha cresciuto.

 

Recensione:

Questo libro è come un tesoro nascosto (infatti non è semplice procurarselo), una piccola grande storia particolare e bella. Ai tempi della sua uscita (1975) era indirizzato a un target di giovani adulti, tuttavia non ha molto in comune con le opere che si indirizzano a quel pubblico oggi.

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“Il gigante Grof fu colpito all’occhio da una pietra, e quell’occhio si voltò all’interno, in modo che poté guardargli nella mente. Di quel che ci vide, lui morì.”

I personaggi e l’atmosfera hanno un’impronta fiabesca, grazie allo stile della McKillip che è davvero unico, allo stesso tempo, però, gli “attori” di questa storia hanno un carattere ben definito, che si evolve molto ma sempre in modo credibile, le caratterizzazioni sono perfette. Ho amato soprattutto quella della protagonista, quasi un’aliena, cresciuta senza contatti con altri esseri umani (tranne il padre) e in difficoltà quando deve interagire con loro o comprenderne le regole sociali. Sybel è un personaggio femminile forte, però completamente diversa rispetto alle banali “Mary Sue” a cui spesso le eroine YA assomigliano: la sua forza proviene dalle sue conoscenze e dai suoi poteri ma i rapporti interpersonali la mettono a disagio. Se vivesse in una serie tv d’oltreoceano, le diagnosticherebbero l’Asperger.

Inizialmente può quasi apparire come un’anti-eroe perché la mancanza di affetti e la dedizione all’ossessiva ricerca del Liralen (una potentissima fenice bianca) ce la fanno sembrare priva di sentimenti. In realtà, il rapporto di fiducia e amicizia che ha coi suoi animali va molto al di là del legame magico che li tiene vincolati a lei. Proprio gli animali, inoltre, sono personaggi affascinanti e bizzarri, che conservano delle caratteristiche della loro specie. Ho amato soprattutto il falco Ter ma potendo avrei voluto incontrarli tutti: la gatta-strega Moriah, il drago Gyld, il cinghiale Cyrin che con la sua saggezza può rispondere a tutti gli enigmi tranne uno, il cigno Tirlith, il leone Gules. Ognuno di loro, pur non rivestendo un ruolo principale nel romanzo, riesce a esprimere la propria individualità tanto che sembra davvero di riconoscere la personalità di ciascuno quando li si sente “parlare”.

 “Non puoi dare l’amore” le disse “se prima non l’hai avuto”.

Come i suoi personaggi, tutto il romanzo è molto lontano dai soliti standard, tanto che, per la prima volta dopo tanto tempo, mentre leggevo non avevo idea di quale direzione avrebbe preso la trama. Lo stile è particolare, poetico (lirico, direi), ogni parola sembra scelta con cura, ogni frase perfettamente cesellata. Non mancano tocchi più ironici, soprattutto grazie a Sybel che ha un senso dell’umorismo davvero particolare (un po’ alla Sherlock, direi). La storia d’amore è di quelle da fiaba, eppure onesta, verosimile, grazie all’estrema cura con cui sono costruiti i personaggi, che sbagliano e falliscono in modo molto umano.

“Ho pensato a voi, ai vostri capelli chiari come la neve per tutta la durata del mio viaggio lungo e freddo, dal Sirle a qui. Dentro di me sentivo che eravate preoccupata, e non c’era altro posto al mondo dove volessi essere, salvo che laggiù, sulla strada che portava a voi.”

Tutto ciò fa di questo romanzo di formazione una lettura particolare e differente, soprattutto rispetto agli YA attuali che tendono a somigliarsi sempre parecchio tra loro. Inoltre, pur essendo ricco di eventi, riesce a essere davvero breve. In definitiva una lettura originale, non scorrevole, forse, però speciale, unica.

Consigliato a chi cerca qualcosa di diverso.

 

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