Magazine Fantasy
Autrice: Valentina Barbieri
Editore: autorprodotto
Genere: urban fantasy, paranormal romance
Target: young adult
Pagine: 280
Prezzo: 1,99 euro su tutti gli store online.
Ora in promozione su Amazon a 0,98
Disponibile nche in formato cartaceo
Descrizione:
Ondine è una giovane sensitiva in grado di percepire una dimensione in cui gli spiriti vagano, anelando il modo per tornare nel mondo dei vivi.
Cercando una spiegazione razionale e scientifica, Ondine, insieme all’amico Francesco, indaga su eventi paranormali.
La verità inizia a venire allo scoperto quando a Londra incontra Benjamin Law, un giovane e affascinante prete in grado di passare dall’Altra Parte. Grazie a lui, Ondine viene a conoscenza di oggetti posseduti e assiste a un terribile esorcismo.
Le informazioni su un antico Ordine dei Guardiani portano Ondine e Benjamin a Praga, alla disperata ricerca di Lysandra Novacek, l’ultima discendente della famiglia a capo dell’Ordine. Tra spiriti e luoghi antichi, Ondine viaggerà per l’Europa, affrontando le sue più grandi paure, compresa quella di un amore così forte quanto impossibile. “Quando attraversi le porte che separano il mondo dei vivi da quello dei morti, devi essere sicura di poter tornare indietro…” Chi sono i Guardiani dei Portali e perché l’Ordine si è sciolto dopo la seconda guerra mondiale? Cosa si nasconde dentro la dimora di Hasdeu, filosofo e politico romeno della fine dell’800? Come si sconfigge chi è già morto?
L'autrice:
Valentina Barbieri. Ha pubblicato un racconto, “Arèl”, nell’Almanacco Fantasy di Lettere Animate.
La recensione di Miriam:
Vita e morte sono separate da un velo sottilissimo. C'è chi ci crede, chi lo nega e chi semplicemente quel velo lo attraversa. Ondine può oltrepassarlo ogni volta che si addormenta. Il sonno non la trasporta in una dimensione abitata dai sogni ma in una sorta di “zona morta” occupata dai fantasmi, o Inconsci come preferisce chiamarli lei. Nel corso degli anni impara a convivere con questo dono che reputa più una maledizione e, da ragazza estremamente razionale qual è, elabora anche una personale teoria atta a spiegare quanto le accade. Da atea convinta respinge l’idea di anime vaganti in attesa di raggiungere il Paradiso abbracciando invece la teoria degli universi paralleli. I morti passano dall’una all’altra dimensione ma, a volte rimangono ancorati alla vita precedente perché hanno lasciato qualcosa in sospeso o perché hanno dovuto separarsi bruscamente dalle persone amate e agognano un ricongiungimento. Gli Inconsci sono dunque “spettri” di bambini in cerca dei genitori o di amanti divisi, entità fondamentalmente innocue che hanno solo bisogno di essere guidate verso un’ideale oasi di pace. A un certo punto però Ondine scopre anche l’esistenza di un’altra specie di fantasmi che decide di chiamare Penetranti. Questi ultimi sono molto pericolosi perché ambiscono a distruggere il confine tra i mondi e desiderano tornare nella nostra dimensione occupando il corpo dei vivi. La giovane sensitiva intuisce così di avere un compito da svolgere. Forse il potere di cui dispone non è fine a se stesso, non è solo il suo indesiderabile “segno particolare” ma una facoltà che merita di essere gestita per proteggere gli esseri umani. Ma come?
Per capirlo Ondine si metterà alla ricerca di altre persone come lei e, grazie all’aiuto del suo amico Francesco, apprenderà che diversi soggetti nel mondo possiedono la sua stessa facoltà − bambini Indaco, li definisce qualcuno. Individuerà allora quelli più raggiungibili e proverà a incontrarli.
Il primo con cui avrà modo di confrontarsi sarà padre Benjamin, successivamente conoscerà anche Pierre. Insieme tenteranno di svelare tutta la verità sul loro potere e sulla missione per cui sono chiamati. Sarà l’inizio di una lunga avventura disseminata di misteri e battaglie contro forze occulte, un duro percorso di iniziazione che per Ondine coinciderà con la rivelazione dei segreti annidati nel passato della sua famiglia e con la scoperta del vero amore…
Il primo aspetto che colpisce di questo libro è la mirabile padronanza con la quale l’autrice gestisce le tematiche affrontate. Potrà sembrare una cosa scontata giacché documentarsi sugli argomenti di cui si scrive dovrebbe essere una regola ma, di fatto, non è sempre così. Valentina Barbieri parla di fantasmi e lo fa con ampia cognizione di causa inserendo nel testo tantissime informazioni che rimandano a teorie, più o meno accreditate, sull’argomento o a esperienze, medianiche e non, “certificate”. Ma la caratteristica più interessante è da ricercarsi nell’approccio sfaccettato che qui viene adottato rendendo il libro unico nel suo genere. Ne La maledizione di Ondine trovano spazio diverse voci corrispondenti ad altrettante visioni della realtà che ci circonda. L’ “oggetto” osservato è uno ma i punti di vista sono tanti. Ecco dunque che Ondine interpreta i fenomeni paranormali che la coinvolgono in maniera laica, adottando un punto di vista scientifico che si appella alla fisica quantistica, al brusio di Taos, alle teorie sull’inconscio collettivo di matrice Junghiana; Padre Benjamin, dal suo canto, spiega gli stessi fenomeni in chiave religiosa preferendo parlare di possessioni demoniache e ricercando risposte nella Bibbia; Pierre, invece, sposa una visione del mondo più complottistica e preferisce un’interpretazione di carattere ufologico cosicché quelli che gli altri chiamano fantasmi per lui sono alieni che si preparano a invadere il pianeta Terra.
Ho trovato originale e davvero interessante questa pluralità di prospettive che, peraltro, si innesta con naturalezza in una trama ben congegnata e sorretta da uno stile narrativo fluido e vivace. Pregi questi ultimi che ho apprezzato tanto più perché parliamo di un libro autoprodotto che come tale, non ha potuto avvantaggiarsi della supervisione di un editor di professione.
Non sarei però onesta fino in fondo se non vi dicessi che per altri aspetti mi ha delusa. Le premesse lasciano presagire una storia ai confini con la realtà, un urban fantasy in cui fiction e dati realistici si fondono costringendo il lettore a sospendere l’incredulità. I primi capitoli, in effetti, sembrano andare proprio in questa direzione. Da un certo punto in poi però assistiamo a una svolta marcatamente fantasiosa, il sottile filo che ci collega alla realtà viene reciso e la trama spicca il volo verso altri lidi. I tre sensitivi infatti decidono di combattere i Penetranti ma per farlo si recano, di volta in volta, nella loro dimensione e ingaggiano delle vere e proprie battaglie combattute a colpi di spada o di pistola, fatta eccezione per Padre Benjamin che ricorre ai più classici esorcismi. Pian piano si delinea uno scenario che sempre più odora di “ammazzavampiri” o “umani contro zombie”. Probabilmente gli appassionati del genere lo troveranno entusiasmante, io pur essendone un’estimatrice, nel caso specifico, avrei preferito un’evoluzione meno “fumettistica” e più “borderline”. Mi sarebbe piaciuto poter vedere i fantasmi in azione nella nostra dimensione, poter annusare la paura e lo smarrimento degli esseri umani posseduti − che invece rimangono relegati al ruolo di comparse −, comprendere le motivazioni dei Penetranti che vengono completamente trascurate.
Nel complesso ho avvertito la sensazione che manchi qualche tassello, che l’autrice abbia voluto condensare troppe informazioni e colpi di scena in poche pagine finendo per tagliere fuori qualcosa di essenziale, anche per quel che concerne la caratterizzazione dei personaggi e le relazioni che intrecciano tra loro. La stessa storia d’amore che sboccia tra due dei protagonisti appare un po’ prematura e superficiale nel contesto.
Tuttavia, trattandosi del primo capitolo di una saga è possibile che certi buchi vengano colmati in seguito e, perché no, che le sfumature più realistiche vengano recuperate risollevando il livello di tensione scemato strada facendo. Mi auguro sinceramente che sia così perché penso che l’autrice possieda le giustepotenzialità per stupirci e regalarci una storia indimenticabile.
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