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Recensione, LA NOSTRA ULTIMA CANZONE di S. K. Falls

Creato il 06 novembre 2015 da Leggiamo
Buonasera popolo di lettori, oggi nuova review (era anche ora!) e devo ringraziare l'influenza che mi ha regalato un po' di tempo tutto per me! Ahhhh, i piaceri di una bella invasione virulenta!
La Nostra Ultima Canzone di S. K. Falls
| Piemme, 10/2015 | pag. 348 | € 17,50 |
Recensione, LA NOSTRA ULTIMA CANZONE di S. K. FallsIl più grande desiderio di Saylor è ammalarsi, solo così, pensa, chi le è accanto la noterà e le vorrà bene. Ha la Sindrome di Munchhausen, infatti, e ogni scusa è buona per entrare in contatto con germi e malattie. Così, quando il suo psichiatra le consiglia di andare a fare volontariato per i gruppi di auto-aiuto, accetta con grande entusiasmo: per ammalarsi non c'è niente di meglio che passare del tempo in ospedale. Lì Saylor conosce un gruppo di ragazzi, malati terminali, e inizia a frequentarli Tutto si basa su un equivoco, loro pensano che anche Saylor sia molto malata, ma lei non ha alcuna intenzione di fargli cambiare idea, perché per la prima volta si sente a suo agio con dei ragazzi della sua età. Tra di loro c'è Drew, un ragazzo bellissimo, un musicista, di cui a poco a poco Saylor si innamora. A separarli c'è quella tremenda bugia, Saylor non ha davvero la sclerosi multipla, ma a unirli c'è una forza potentissima, che li spinge a credere di conoscersi da sempre.

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Tra i romanzi a sfondo sentimentale young e new adult ce ne sono fondamentalmente di due categorie.
Quelli che si basano sull'amore, sulle difficoltà che comporta viverlo, sulla passione incontenibile tipica dell'età, sugli ostacoli che il destino mette sul cammino dei protagonisti, e quelli che invece vogliono raccontare altro, addentrandosi in territori aridi e spinosi che spesso hanno a che fare con malattie e problematiche sociali. Molti autori hanno affrontato il tema della depressione e del suicidio (vedi Il Mio Cuore e Altri Buchi Neri), altri quello del cancro (vedi Colpa delle Stelle), ma mai mi era capitato di leggere un romanzo che parlasse della sindrome di Munchausen. Be', questo lo fa. Parla di una malattia che spesso si fatica a riconoscere, perché chi ne è affetto è un attore nato, un bugiardo cronico, una persona che indossa maschere con la facilità con cui si pettina i capelli la mattina prima di uscire di casa. Saylor Grayson è così. Vive per il dolore. Vive per essere ammalata, per attirare le attenzioni dei genitori, dei medici, del personale infermieristico. Ricoveratela una settimana (ma anche di più!) e sarà la persona più felice del mondo.
"Sapevo dare il giusto valore alla malattia. La corteggiavo perché veneravo il suo grandioso potere."
Fare in modo che i batteri le sfondino il sistema immunitario è lo scopo della sua esistenza, un'esistenza fatta di rabbia e superficialità emotiva, di gesti attui a ferire se stessa per colpire di riflesso gli altri. Sia chiaro, non vuole morire, vuole solo soffrire, vuole trovarsi in bilico tra la vita e la morte per attirare su di sé quanta più compassione possibile. 
Tutto è iniziato quando a sette anni ha ingoiato un ago e da lì non si è più fermata, il tempo le ha solo permesso di affinare la sua arte da manipolatrice.
Quando inizia a fare volontariato presso un ospedale e un gruppo di MTMD (malati terminali, malattie degenerative) crede che sia affetta da sclerosi multipla, per Saylor Moon inizia la più grande e importante sceneggiata a cui abbia mai preso parte. Basteranno un paio di bugie ed eccola lì, finalmente al cospetto della morte in tutto il suo glorioso splendore. Ti chiedi come si possa guardare una ragazza con un tumore e invidiarla, come si possa venerare la degenerazione di un apparato muscolare, ma per Saylor è così. Il cancro porta commiserazione, mentre la sedia a rotelle è il simbolo perfetto dell'handicap: "io avrei dato tutto per stare sulla sedia a rotelle. Ecco cosa sognavo: che la gente mi aprisse le porte, che mi lanciasse occhiate furtive."
Di certo la Saylor che conosciamo nella prima parte del libro non ci piace, ma non poteva essere che così: egocentrica, subdola, calcolatrice, meschina. Devo però ammettere che sono stata attratta dalla sua psiche, dal suo essere difettosa e dal suo insano desiderio di volerlo dare a vedere a qualsiasi costo.
E' ovvio che cambierà. E' ovvio che sentirsi parte di un gruppo e scoprire il valore dell'amicizia la porteranno a riconsiderare tutta la sua vita. Improvvisamente Saylor si renderà conto che i suoi amici non sono la malattia. Stranamente tutti i suoi ricordi sono legati a un'infezione, a un ricovero, alla febbre alta, a una polmonite, e vedere come queste persone cerchino di vivere come se la morte non fosse dietro l'angolo ad attenderli la farà sentire in colpa.
Poi ovviamente ci sarà un "lui".
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