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[Recensione] La parata di Filippo Landini

Creato il 21 aprile 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] La parata di Filippo LandiniTitolo: La parata
Autore: Filippo Landini
Editore: Atlantis – Lite Editions
Formato: eBook
Lingua: italiana
Prezzo: € 1,99
Genere: reportage, erotico

Voto:

[Recensione] La parata di Filippo Landini

 

Trama: Ambientato nella capitale nord coreana, racconta la storia di due ragazzi, Xhy – una studentessa modello – e Pak - campione di taekwondo – alle prese con i preparativi di una parata dedicata al Caro Leader (Kim Jong) autocrate del paese. Si narra per lo più un momento nel quale riescono, senza averlo programmato, a ritagliarsi uno spazio, seppure angusto, ad appartarsi in una stanza, lontani da occhi indiscreti o inquisitori.Vi è un prima fatto di incoscienza e quasi cieca accettazione degli eventi, un dopo che è una sorta di risveglio, che si accompagna al terrore e alla certezza di essere scoperti e puniti.

Recensione: Vivere in un mondo impregnato di autocrazia, all’insegna di un irriducibile dispotismo che si è appropriato di ogni anelito dello spirito, è difficile se non ci si arma di una sorta di incoscienza. Non si possono fare domande, perché altri le hanno formulate,  risposte comprese. Non vi è nulla a cui ribellarsi, perché la ribellione non è contemplata. Non vi è molto spazio per vivere, per pensare. Regna un sovrano, un dittatore, un uomo tra altri uomini, rivestito di una divinità che non gli spetta.

Ci si muove in fila: a scuola, a casa, per strada, seguendo un ordine geometrico, rigido, militare. Anche i civili, nelle cose di tutti i giorni, sono piccoli soldati, tenuti alla cieca obbedienza di un codice. Questo è un mondo in cui anche giocare con la neve è segno di indisciplina, figurarsi appartarsi in uno stanzino buio, fuori dalla portata di ogni possibile controllo.

In questa stanza proibita, quasi una dimensione parallela,  avviene il rapporto amoroso, sotto il governo di una legge più forte e incontenibile di altri divieti. Qui si stemperano leggi, regolamenti, editti umani. L’inevitabile accade, trova come sempre una maglia rotta nella rete, un pertugio, una fessura o una crepa, un luogo in cui non si guarda per dare lo scacco.

In quel frangente la studentessa modello, Xhy (la soave bellezza dinamica), e Pak, il campione di taekwondo (l’eccelso atleta marziale) diventano tutt’altra specie di militi, al soldo di  eros, di un tiranno contro il quale nemmeno il Caro Leader, eterno spauracchio, può nulla, né perpetrare propositi di vendetta.

Eppure, a cose fatte, il ritorno alla realtà è brusco e terribile. L’aver obbedito a una legge (universale) è a sua volta disobbedienza di un’altra (umana, che in fondo lascia il tempo che trova). Tuttavia, qualora  non avessero obbedito all’impellente desiderio, qualcosa ci dice che la loro colpa sarebbe stata più grave. E anche il finale, forse, sarebbe stato diverso. E non solo per loro.


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