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Recensione: La promessa del plenilunio, di Riikka Pulkkinen

Creato il 04 aprile 2013 da Mik_94
Do a te tutta la mia forza, tutto il mio potere. Disegna i miei contorni. Salvami oppure distruggimi, annientami del tutto.  Uccidimi.
Recensione: La promessa del plenilunio, di Riikka Pulkkinen Titolo: La promessa del plenilunio Autrice: Riikka Pulkkinen Editore: Garzanti Numero di pagine: 303 Prezzo: € 17,60 Data di pubblicazione: 28 Marzo 2013 Sinossi: In una notte di plenilunio Anja e il marito sono insieme nella stretta calda di un abbraccio. Lei guarda quegli occhi che anni prima hanno conquistato il suo cuore e che ora la fissano a volte persi e vuoti. La casa con il grande albero in cima al vialetto ha custodito la felicità del loro matrimonio per più di vent'anni. Con accanto il corpo forte e rassicurante del marito ha osservato le stagioni alternarsi sempre uguali e la foresta cambiare lentamente colori e odori. Ora invece è sola: lui rincorre un passato che non ha più contorni nitidi e convive con un presente che non potrà mai più essere lo stesso. Giorno dopo giorno la sua memoria affievolisce, i suoi ricordi come in un caleidoscopio costruiscono realtà sempre diverse e frammentate. Il marito non riesce a sopravvivere al peso di tutto questo e in quella notte di luna piena le affida la più grande delle responsabilità: ucciderlo o salvarlo. Anja è davanti a un bivio e si chiede quale sia il confine tra giusto e sbagliato, tra un gesto d'amore e un'azione consentita. Le parole sussurrate dall'uomo che ha amato per una vita intera la tormentano. Non è mai stato così difficile per lei decidere se tradire o mantenere una promessa. Un romanzo che attraverso il personaggio di una donna forte e sensibile racconta una storia di scelte difficili e dilemmi morali, di amore e fiducia.                          La recensione Recensione: La promessa del plenilunio, di Riikka Pulkkinen Il mio corpo può iniziare a deteriorarsi e appassire, mi si può rivoltare contro e alla fine volatilizzarsi, ma la memoria rimane ancora in vita, può vivere quando il corpo non obbedisce più alla volontà, e poi anch'essa scompare o si trasferisce in coloro che restano.”  Uccidere qualcuno per salvarlo. Togliere la vita a una persona che, per oltre trent'anni, ha rappresentato la tua, di vita. Considerare l'omicidio come un atto di carità - l'unico, il più estremo – e la morte una liberazione dall'agonia della vecchiaia.Anja e suo marito si sono amati. Tanto, e a lungo. Avevano giurato, davanti all'altare, di rimanere insieme per sempre, ma la malattia li ha sfiorati e poi annientati. Un mostro chiamato Alzheimer si è messo tra loro, che non sono mai riusciti ad avere un bambino, ma che hanno sempre ritrovato pace davanti a un caffè al mattino e nell'udire, a letto, l'uno il respiro leggero dell'altra. Come in un film di paura, il nemico è giunto senza far rumore nella loro casa di campagna.Antti ha dimenticato all'inizio dove aveva lasciato l'auto, cose che accadono; poi a tenere una matita in mano – lui che da architetto con il disegno ci vive; poi l'anno, il giorno, i nomi delle cose più semplici... e infine, il viso di sua moglie. Che, fedelmente, gli è rimasta accanto, come se la sua casa adesso fosse la clinica per smemorati in cui, appena cinquantenne, il coniuge è stato rinchiuso per il suo stesso bene.Anja non ha mai infranto una promessa, nemmeno da bambina. Davanti un prete aveva giurato fedeltà ed amore eterno al marito, e adesso è lì al suo fianco, ferma e paziente, anche se la sorte è diventata, d'un tratto, un'avversaria imprevista.In un momento di lucidità, durante una notte di plenilunio, lui l'ha guardata negli occhi – per davvero, a fondo – e l'ha fatta giurare: basta cure, basta compassione, basta ospedali, basta dimenticare. Lui vuole morire.La promessa del plenilunio – un titolo dolce, una stupenda copertina di un azzurro ammaliante ed evocativo, una manciata di frasi promozionali ben scritte e scelte meticolosamente – sembrerebbe una storia d'amore perfetta. Una storia d'amore da film. Recensione: La promessa del plenilunio, di Riikka PulkkinenLei deve ucciderlo, anche se lo ama perdutamente: tutto è così estremamente commovente, triste, poetico, bello. Ma l'autrice, con uno stile dettagliato, personale, inconsueto e scorrevole, ci dice la verità: quella brutta, crudele. Quella che un edulcorato romanzo americano non ci avrebbe mai mostrato in tutta la sua carnale e ferita interezza.Il libro si apre con la protagonista che, dopo un tentativo fallito di suicidio, davanti a una tisana calda, con la natura in fiore a far da sfondo, progetta l'omicidio del marito con spietata meticolosità. La demenza senile l'ha reso un peso morto.Anja vuole liberare lui e sé stessa, anche se è un pensiero egoistico. Anche se è sbagliato, contro la legge.La stanchezza, l'odore forte degli altri malati, ha vinto perfino un amore tenace come il suo. Per il resto, ci hanno pensato gli occhi vacui di lui – che la sfiorano distratti, non la guardano. Che le passano attraverso, come se lei fosse diventata di cellophane in una notte sola. Accanto alla loro storia, vite che la quarta di copertina non riporta e che, in capitoli snelli ed accattivanti, permettono a persone e a punti di vista diversi di incrociarsi. L'autrice ci parla della sedicenne Mari, nipote di Anja – una ragazza dall'esistenza banale, a suo dire, tanto quanto lo è il suo nome...  Recensione: La promessa del plenilunio, di Riikka Pulkkinen La voglia di crescere in fretta, di imporsi, di tagliarsi fino a sanguinare pur di sentire qualcosa di vero.Avvenente e brillante, fa girare la testa al suo professore di finlandese, Julian: ventinove anni, due bimbe piccole, una moglie stressata e taciturna, un sogno incompreso da realizzare. Tra i due si instaura una relazione fatta di sesso e incontri occasionali. Scoppia una passione proibita, violenta quanto il finimondo che di lì a poco li travolgerà. Dopo L'armadio dei vestiti dimenticati, Riika Pulkkinen torna stringendo tra le mani un'istantanea dettagliata e veritiera rubata in un salotto borghese: la spietatezza della camera ha evidenziato ogni ruga, ogni taglio, ogni brufolo, ogni cicatrice degli attori disposti sulla scena.E' giovanissima, ma ha la fredda lucidità dei grandi. La spietatezza che accomuna tutti i talentuosi autori – dai nomi perlopiù impronunciabili – che come lei vengono dal brumoso nord Europa. Dalle mattine umide, alle notti trapuntate di stelle, dal candore dell'inverno al tepore dell'estate, dagli alberi spogli ai peschi in fiore, le descrizioni vivide della sua Finlandia stringono il cuore. La sua capacità di analisi ed introspezione, unita a una sensibilità da poetessa romantica, rendono il romanzo una conferma continua della sua abilità di narratrice. Di cronista di un giro di vite sottratte all'anonimato della quotidianità.Il suo è un libro d'amore, ma forte come un thriller. Delicato, perfino velatamente erotico, ma fiero, imponente e ribelle come una tragedia greca. Si legge in un soffio, ruba il tempo necessario per essere terminato, ma è pesante. Così denso di cose, di responsabilità. Ti sporca, ti fiacca, ti bracca. Alla fine, ti segna. Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Elisa – Eppure sentire (Un senso di te)

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