Se cercate qualcosa di nuovo e soprattutto se siete a caccia di suspense però, prendete un altro treno.
La Ragazza del Treno di Paula Hawkins
| Piemme, 2015 | pag. 306 | € 19,90 |
Voto:La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?
Nelle mani sapienti di Paula Hawkins, il lettore viene travolto da una serie di bugie, verità, colpi di scena e ribaltamenti della trama che rendono questo romanzo un thriller da leggere compulsivamente, con un finale ineguagliabile. Decisamente il debutto dell’anno, ai vertici di tutte le classifiche.





Rachel non ha una vita, è una donna incapace di guardare avanti senza voltarsi continuamente indietro, non sa reagire alle difficoltà, non riesce ad accettare quello che il destino le ha riservato, e allora beve. Beve la mattina, il pomeriggio, la sera, di notte. Beve durante il tragitto che la porta verso quel lavoro che ormai ha perso e intanto, dal finestrino del treno, osserva il mondo che va avanti senza di lei. In particolare le piace soffermarsi su una coppia che spesso scorge in giardino. Sono un uomo e una donna e hanno tutto quello che a lei è stato tolto: complicità, amore, rispetto, una casa, un futuro sicuro.
Poi un giorno in quel giardino scorge qualcosa che manda in pezzi la sua unica certezza e a quel punto il lettore entra anche nella vita di Megan, la donna che Rachel aveva idealizzato, una donna con segreti, manie e fragilità.
"avere il controllo su qualcuno è la cosa che mi piace di più. E' la mia droga."Quasi a metà romanzo si aggiunge una terza voce narrante, quella di Anna, la nuova moglie di Tom, l'ex marito di Rachel. Sono voci che spesso però si sovrappongono, voci monocorde, senza particolari sfumature. Sono le voci di donne deluse, esasperate, annoiate, bugiarde. Donne che alla fine sono una la fotocopia dell'altra, tutte vittime di loro stesse, costantemente in bilico su un filo che oscilla sui grandi punti interrogativi delle loro esistenze.
Per quanto l'idea, spudoratamente copiata da La Finestra sul Cortile di Hitchcock, potesse svilupparsi in modo originale dando vita a un thriller sulle nevrosi femminili, il treno della Hawkins procede lento e costante, senza sobbalzi, senza accelerare nemmeno una volta... peccato che io confidassi almeno in un piccolo deragliamento e che le fermate portassero nomi come suspense, ansia, inquietudine, vertigini.
Invece l'autrice va avanti per la sua strada, tenta di sconvolgere il lettore parlando di abusi emotivi, devastazione del corpo e dell'anima, ambiguità, ma non dissemina indizi, non disfa un puzzle per poi ricomporlo in extremis. Ovviamente c'è una ricostruzione finale, ma non ha le basi solide che deve avere un buon giallo, succede tutto di colpo, in un susseguirsi di scene veloci che sicuramente hanno lo scopo di sembrare adrenaliniche: i personaggi si tolgono le maschere e il marcio viene a galla. Fine della storia.
Ma non basta. Probabilmente sarebbe bastato se le personalità di Rachel, Megan e Anna fossero state sondate con più coraggio; l'autrice ci prova, non posso negarlo, ma non riesce a essere convincente. Le sue protagoniste saranno anche descritte come donne problematiche e dai molteplici lati oscuri, ma è la sua penna ad avere poche ombre e a non essere sufficientemente appuntita. Ha uno stile, la Hawkins, che si confonde nella massa.
Non so come Stephen King abbia potuto perdere ore di sonno tra queste pagine, perché La Ragazza del Treno a un certo punto è addirittura soporifero, ed è una cosa assurda visto che il romanzo ha solo trecento pagine. Ma tant'è. Prevedibili e cicliche le fermate di questo treno. Pusillanime il capolinea.
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La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
