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Recensione: La ragazza delle arance di Jostein Gaarder

Creato il 29 maggio 2015 da L'Angolino Di Ale @LangolinodiAle

Ciao amici, eccoci qui a parlare di un'altra lettura. Si tratta di un libro abbastanza famoso e che molti di voi avranno sicuramente già letto. Come al solito, aspetto le vostre opinioni. Buona lettura!

Recensione: La ragazza delle arance di Jostein GaarderTitolo : La ragazza delle arance

Autore : Jostein Gaarder

Prezzo di copertina : 8.50 € cartaceo

Casa editrice : TEA Libri

Genere : Narrativa contemporanea

(acquistabile anche su Amazon

Recensione: ragazza delle arance Jostein Gaarder

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Recensione: La ragazza delle arance di Jostein Gaarder

Da alcuni libri ti aspetti tanto, forse troppo. Il primo impatto con questo romanzo è stato dunque da grandi aspettative. Conoscere il protagonista, Georg, e sapere che sta leggendo la lettera di suo padre che ormai non c'è più, crea immediatamente un senso di vicinanza nei suoi confronti. Georg non sa cosa aspettarsi da quei racconti a cuore aperto che il padre ha deciso di lasciargli in eredità. Poco a poco scoprirà che suo padre desiderava lasciargli un diario sul quale ragionare. Ma ragionare su cosa? Georg si trova spiazzato, non comprende subito il significato di quelle parole. Suo padre gli racconta alcune esperienze e l'incontro con una misteriosa ragazza, incontrata su un tram di Oslo, la quale trasportava un sacchetto ricolmo di grosse arance. Anche il lettore si ritrova spaesato, è come se l'autore avesse voluto nascondere tra le righe un significato più profondo, una filosofia di vita tutta da scoprire.

" Credo che questo sia quello che viene definito un "cambiamento di prospettiva". Forse può anche essere definito un "risveglio". Non è mai troppo tardi per avere un risveglio. Ma molte persone vivono tutta la vita senza rendersi conto di fluttuare nello spazio vuoto. "

In quelle lettere Georg troverà delle riflessioni sulla vita, sul significato del tempo, sulla contemplazione della bellezza e sulla necessità di riscattarsi dal grigiore quotidiano, provando ad interpretare quei segni che ci scorrono accanto tutti i giorni e cercando un proprio scopo nella vita, la quale, di per sé, rappresenta un miracolo.

" Ogni singola persona in questa piazza era come un tesoro vivente, una cassa del tesoro piena di pensieri e ricordi, sogni e nostalgie "

Le tematiche sono importanti, prima fra tutte la necessità di cogliere il succo della vita attimo dopo attimo, secondo dopo secondo, in quanto, come ben sappiamo, i frutti degenerano velocemente ed il tempo a nostra disposizione è come una fermata del tram, veloce e rapida. O sei pronto a salire oppure ti ritrovi con le porte chiuse in faccia. Nulla da togliere quindi alle riflessioni sull'esistenza, le quali non sono mai banali, tuttavia alcune continue ripetizioni rendono inevitabilmente la narrazione lenta e monotona. I toni ripetitivi e questa nostalgia di fondo danno la sensazione di una storia che non finirà mai, che andrà avanti in eterno. E probabilmente è proprio così. Si tratta di un dolore ciclico, nel quale tutti noi siamo destinati a transitare. Tale nostalgia va affrontata e superata, ma non ci sono regole per farlo. Ciascuno deve cercare e trovare le proprie, in base alla propria personale esperienza e prospettiva.

" Che cos'è questa grande favola nella quale viviamo e che ognuno di noi ha la possibilità di assaporare solo per un breve momento? [...] Là fuori, tra le galassie, si trova forse la risposta a cos'è un uomo "

Il linguaggio utilizzato è piuttosto semplice: si tratta di un padre che parla al proprio figlio e, non sapendo se e quando tale lettera verrà letta, utilizza volutamente un tono infantile, semplice.

Molti hanno definito questo romanzo come un vero e proprio " inno alla vita". Non nego che l'autore sia riuscito a trasmettere le emozioni dei ricordi, di un padre innamorato della vita che desidera lasciare questa positività al figlio ma, a mio avviso, l'intento non è riuscito fino in fondo. Non ho riscontrato, infatti, quella profondità e quello spessore che mi sarei aspettata da un autore tanto acclamato. In ultima battuta posso dire che questo libro mi ha colpita, quindi non lo sconsiglio a priori, anzi mi piacerebbe che lo leggeste per confrontare i nostri punti di vista, ma devo ammettere che questa lettura non mi ha commossa ed entusiasmata come mi aspettavo. Magari proverò a leggere "Il mondo di Sofia", romanzo con il quale l'autore norvegese vinse il Premio Bancarella nel 1995.

" Compresi il motivo per cui ero sempre stato così affascinato dall'universo. Era stato mio padre ad aprirmi gli occhi su quell'orizzonte. Era stato lui ad insegnarmi ad alzare lo sguardo da tutti gli attriti esistenti quaggiù "

© Recensione: La ragazza delle arance di Jostein GaarderL'angolino di Ale - Riproduzione riservata

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