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[Recensione] La ragazza tatuata di Joyce Carol Oates

Creato il 29 gennaio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] La ragazza tatuata di Joyce Carol OatesTitolo: La ragazza tatuata
Autore: Joyce Carol Oates
Editore: Mondadori
Prezzo: 20.00 euro
Edizione: hardcover

Voto

[Recensione] La ragazza tatuata di Joyce Carol Oates

Joshua Seigl detesta ammetterlo, ma quello che sta cercando non è un semplice assistente. Arrivato all’età di trentotto anni, Seigl, che anni prima, grazie a un romanzo ambientato nella Germania nazista, ha conosciuto una certa notorietà, non intende più vivere solo, e cerca qualcuno disposto a prendersi cura non soltanto del suo lavoro, ma soprattutto del suo carattere eccentrico e delle sue manie di scrittore solitario. Scartando candidati coltissimi e ammiratori adoranti della sua opera letteraria, Seigl finisce per scegliere una ragazza semianalfabeta che sembra essere comparsa dal nulla in quella cittadina borghese sulla riva del lago Ontario. Quando le chiede il suo nome, la ragazza sussurra un debole “Alma”, senza cognome e senza passato. Per tutti però è la Ragazza Tatuata, perché sul corpo porta strani disegni sbiaditi e mal abbozzati, frutto della violenza di un gruppo di amici. E proprio a partire da quei tatuaggi si svela la storia terribile di Alma: la sua adolescenza feroce e spregiudicata, le umiliazioni, il degrado familiare e il terribile, insospettabile, antisemitismo. L’alleanza tra il raffinato scrittore ebreo e la ragazza problematica sembra quanto mai difficile, eppure qualcosa nelle loro solitudini li avvicina, qualcosa nei modi rispettosi e amabili di Seigl apre una breccia nel muro di diffidenza e di aggressività di Alma, fino a trasformarli in improbabili, complici compagni. Con la consueta spregiudicatezza che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, Joyce Carol Oates racconta una favola ipnotica e inquietante, in cui la fascinazione per il lato perverso della natura umana si accompagna al racconto struggente di un legame ingenuo e assoluto, che Seigl e Alma finiranno per pagare a caro prezzo.

Un crogiolo di contrapposizioni e antitesi pungenti. Potremmo parlare in questi termini de La ragazza tatuata, l’ultimo libro, in ordine di pubblicazione italiana, di Joyce Carol Oates, uno dei più grandi nomi della letteratura contemporanea. Binomi, dicotomie, opposti paralleli che graffiano tutta la narrazione e si insinuano nei personaggi. Feriscono, disturbanti, costringendoli a farli uscire alla luce del sole. Non c’è scampo per il lettore che, frastornato, viene portato via in balia delle loro emozioni, sconvolgenti, egoiste ed implosive.

Un quadro tragico ma lineare. Gli eventi che si susseguono tra le pagine contengono infatti pochissimi dialoghi: sono i pensieri e le evoluzioni dei personaggi a raccontare una vicenda che, nella sua anonimia, intravede sottopelle un tumulto di suggestioni invisibili agli occhi estranei. La ragazza tatuata è, insomma, una vicenda muta. Una vicenda che, se vi fosse raccontata, non potreste comprendere. La Oates, con grande maestria, indaga invece la psicologia, la storia, la nevrosi dei suoi antitetici protagonisti, Joshua Siegl e Alma Busch.

Il primo, scrittore trentottenne di origine ebrea, si lascia vivere nel rimorso del suo romanzo –scritto in età giovanile- in cui racconta le vicende, ispirate a quelle dei propri nonni, di alcuni deportati a Dachau.

La seconda, Alma, è, “come veniva chiamata da alcuni osservatori, La ragazza tatuata”: sul viso porta infatti un disegno dalla forma anomala –una falena- e ferite che non sono solo fisiche, ma anche e soprattutto psicologiche. Di umili origini, poco istruita, lenta e trasandata, in Alma troviamo uno dei primi contrasti del libro, quello tra realtà e apparenza. Da una parte timida e impaurita, dall’altra determinata, scaltra, e, contemporaneamente, profondamente ingenua. Esattamente come una bambina, piena di pregiudizi che le hanno instillato, Alma sembra il ritratto della mitezza. Nasconde però un feroce antisemitismo, una volontà maligna come solo l’ignoranza può esserlo.

Siegl e Alma sono due anime opposte accomunate dallo stesso destino. Il corso del libro è lento, una narrazione che apre il lettore alla parte più intima della loro natura, agli istinti più folli e tormentati.

La trama può essere sintetizzata velocemente: Siegl, alla ricerca di un assistente, dopo lunghe quanto inconcludenti ricerche finisce per assumere Alma, arrivata da poco in città e sedotta dal cameriere Dmitri, per cui nutre un’ossessione. Il libro accompagna, fino al suo apice, la maturazione della malattia neurologica di Siegl, a cui si intrecciano i sentimenti, le manie e i pensieri di Alma, che vengono messi in primo piano.

La Oates descrive un personaggio denso, di sui cogliamo la drammaticità nei gesti estremi, nell’odio cieco, nei pensieri incoerenti. Siegl, razionale e colto, incarna un’altra forma di infelicità, un ritratto apatico e alternativamente schizofrenico. I personaggi di contorno, che tratteremo meglio in seguito, non sono da meno, anche se molte parte del libro –compreso il mistero dei tatuaggi- vengono lasciate insolute. Interessante è, per esempio, la figura di Jet, sorella di Siegl, esuberante fino al limite dell’esaltazione, estrema e infantile nelle sue reazioni, superstiziose quanto paranoica. Non esiste un solo soggetto, in questo romanzo, che possa definirsi mentalmente sano: e forse nessuno di noi lo è realmente, immerso nella sacca amniotica della propria egoistica individualità. Nel gioco di ambiguità della Oates la banale Alma Busch diventa un soggetto pericoloso, l’erudito Siegl un intellettuale depresso. Il dislivello tra i due si palesa nella differenza di intelletto, di condizione sociale, di superiorità razziale. L’antisemitismo di Alma non è in realtà connaturato, ma abbastanza forte perché odi Siegl per tre quarti del libro. E tuttavia non è questo il vero problema, essendovi, di nuovo sottopelle, un disagio sociale, sia di derivazione ambientale che personale.

L’ambiente è infatti un altro elemento fondamentale della storia, così come lo sono i rapporti umani, in particolare quelli di Siegl. Sondra Blumenthal, sua vecchia amica e in parte collega, rappresenta un altro nodo di tensione. Il rapporto tra Alma e Siegl subirà una continua e inesorabile evoluzione, mentre parole non dette, gelosie e rancori incideranno ferite significative.

La malattia di Siegl è l’altra faccia della medaglia.La sua agonia subisce picchi di depressione e sublimazione, il suo sapere –vasto ma estromettente- con l’approssimarsi sempre più palpabile della morte appare vacuo e inutile.

Una vasta gamma di chiaroscuri arricchisce un libro profondamente riflessivo e psicologico. Con intelligenza ed eleganza la Oates racconta disturbo e dolore. Lo stile è discorsivo, corposo, coinvolgente, sovente costellato da magnifiche metafore. Il finale, paradossale e insensato, ultima il quadro d’odio, ingiustizia e discriminazione di cui Alma, prima intrisa, sarà poi vittima.

La ragazza tatuata è una storia scritta per riflettere, un pozzo di delirio dove il male non trova collocazione e dove, nascosto sotto invisibili cortecce, potreste persino rispecchiarvi.


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