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[Recensione] La scuola dei desideri – Joanne Harris

Creato il 20 gennaio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] La scuola dei desideri – Joanne HarrisTitolo: La scuola dei desideri
Autore: Joanne Harris
Editore: Garzanti
Traduttore: Laura Grandi
ISBN: 9788811678717
Num. Pagine: 445
Prezzo: 10,90 €
Voto: [Recensione] La scuola dei desideri – Joanne Harris

Trama:
È l’inizio del semestre e a St. Oswald, collegio esclusivo maschile nel nord dell’Inghilterra, si respira aria di cambiamenti. Nuove materie vengono introdotte e vecchie eliminate. Con l’avvento dell’informatica e delle lingue moderne, il professore di latino Robert Stratley, un tempo direttore degli Studi Classici, ora relegato in un angolo polveroso della nuova sezione di Lingue, sta per lasciare il posto alle nuove leve. Ma mentre nelle aule serpeggia il cambiamento, qualcosa di più oscuro minaccia di sconvolgere la scuola. Tutto ha inizio con una serie di incidenti, dapprima insignificanti,poi sempre più gravi, che culminano nella scomparsa di un alunno. Il professor Stratley è l’unico che può contrastare l’escalation di violenza, perché, come la mente perversa che si nasconde dietro gli incidenti, conosce la scuola e i suoi segreti. Segreti che affondano le radici in un passato oscuro, in una storia di passione e morte che in molti non hanno voluto vedere, per salvare il buon nome della scuola. E adesso il passato ritorna, e minaccia un’atroce vendetta.

Recensione:
Romanzo uscito in Italia nel 2008, e l’autrice è la stessa di Chocolat, da cui è stato tratto il famoso film con Johnny Depp (cosa buona e giusta).
La narrazione è divisa tra due punti di vista, uno è Roy Stratley – insegnante anziano della St. Oswald – e l’altro è avvolto nel mistero, un personaggio che ci dice praticamente tutto di sé eppure per tutta la durata del libro non riusciamo a individuarlo; il che ci dà la prima dimostrazione di quanto la Harris sia una scrittrice eccezionale.
Lo stile è colto ma scorrevole, sciolto, che si beve come un bicchier d’acqua, incuriosisce e incalza, i capitoli non sono lunghi e nemmeno pesanti, costringono con piacere il lettore a sorbirseli uno dopo l’altro per vedere come andrà a finire, in un crescendo di intrecci in cui il passato e il presente si incontrano, dimostrando che niente viene mai lasciato alle spalle, e che tutto è collegato anche se agli occhi appare impossibile.
Credo di aver apprezzato tutto quanto de La scuola dei desideri, tranne forse il finale (ma è più una preferenza soggettiva che quindi si può condividere o meno): i personaggi sono tutti delineati con grazia e perfezione, coi piccoli difetti, con i piccoli pregi, sono umani, credibili, e non solo stampati su carta. La figura di Roy, poi, mi ha conquistato per il semplice fatto che so cosa significa essere un professore affezionato ai propri alunni, so cosa significa essere uno stacanovista e provare un affetto paterno per quei ragazzi che fanno chiasso in classe ma da cui si riceve rispetto, con cui ci si svaga e ci si confida arrivando a crearsi una sorta di famiglia all’interno dell’aula.
È un gioco di specchi, nomi che si rincorrono, che si confondono gli uni negli altri fino a creare un mistero che non si vede l’ora di svelare, il tutto permeato di ironia, una buona dose di cattiveria e razionalità, piccoli segreti e vita quotidiana che si scontrano alla St. Owsald, che non è soltanto una scuola ma un baluardo, qualcosa di tremendo e affascinante che attira e respinge, che ama e che odia, che salva e uccide.
Devo confessare che questo è il primo libro che leggo della Harris (no, mai letto Chocolat, ma potrei rimediare presto!), e ne sono rimasta favorevolmente colpita.
Una narrazione intelligente, mai banale, coinvolgente; protagonisti tratteggiati con maestria, con umanità ed eleganza, talmente veri che potrebbe trattarsi di qualcuno che incontriamo ogni giorno; una trama interessante, intrigante, non indecifrabile ma sorprendente, che rasenta il sardonico.
Leggetelo, perché ne vale la pena.


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