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Recensione, LA VITA INCERTA DELLE OMBRE di Pierpaolo Vettori

Creato il 15 aprile 2015 da Leggiamo
Buon pomeriggio! Finalmente oggi vi parlo di un libro a cui tengo tanto. Non è un romanzo proprio semplice e immediato, ma è una storia di una sensibilità infinita, scritta stupendamente bene e Pierpaolo Vettori, ancora una volta, mi ha catapultato in una dimensione ultraterrena fatta di sogni, paure e follia.
La Vita Incerta delle Ombre di Pierpaolo Vettori
| Elliot, 2015 | pag. 285 | € 17,50 |
Recensione, LA VITA INCERTA DELLE OMBRE di Pierpaolo VettoriFin dall'infanzia Alessandro è stato tormentato da paure e incubi notturni. Dopo una violenta crisi di panico da cui si sta lentamente riprendendo, riceve la visita della "zia" Severina, l'unica in grado di farlo addormentare quando era piccolo, la quale gli chiede di accompagnarla a un concerto sul lago di Malvento. Per il ragazzo e la donna è l'inizio di un viaggio verso un passato misterioso e mai rimosso, dal quale riemergono luoghi come l'esclusivo collegio femminile del Sacré Coeur, frequentato negli anni Sessanta da Severina, e la fortezza di Boccafolle, un'accademia militare maschile dalle regole rigide e fuori dal tempo. A quei luoghi si accompagnano i ricordi di figure speciali come quella di Miranda Montelimar, una compagna di collegio di Severina, attratta dalle strane energie che animavano il tempio di Asclepio, un edificio al centro del lago che affascinava da sempre la fantasia dei ragazzi dell'accademia e delle ragazze del Sacré Coeur. Ma in un'estate torrida e sensuale Miranda viene ritrovata priva di sensi nella radura tra le rovine del tempio e, al risveglio, la sua personalità mostra i segni di un mutamento radicale. È stata davvero posseduta dal dio dei sogni, come lei crede, o è solo frutto della sua immaginazione? E perché oggi Severina, a distanza di tanti anni, decide di condurre lì Alessandro?
Voto:
Amo quest'uomo. Più volte ho detto che vorrei Donato Carrisi a casa mia per raccontarmi le favole della buonanotte, be', adesso vorrei anche Pierpaolo Vettori. Raccontano storie differenti, ma entrambi hanno il dono di aprirti gli occhi a un mondo di cui ignoravi l'esistenza.Da La Vita Inverta delle Ombre mi aspettavo un romanzo diverso, ma semplicemente perché non leggo mai le trame quando c'è qualcosa di più importante che mi spinge verso un titoli, in questo caso l'autore. Dopo Le Sorelle Soffici mi è bastato vedere Pierpaolo Vettori sulla copertina (tra l'altro bellissima) per disinteressarmi a tutto il resto; volevo il libro solo per lui, perché sapevo che qualsiasi storia avesse raccontato sarebbe stata una storia raccontata magnificamente. E così è stato.Le poche pagine iniziali dedicate ad Alessandro, un ragazzo che soffre di attacchi di panico e vive in bilico tra il mondo reale e quello immaginario, mi hanno subito portato alla mente la straordinaria capacità che ha l'autore nel descrivere i disagi e le malattie. Grazie a una penna evocativa e trascinante, difetti e le mancanze dei personaggi si trasformano in valori aggiunti che li rendono essere unici, e anche la realtà più dura e avversa può sembrare una favola straordinaria. Ed è una sorta di favola quella che Severina racconta al nipote Alessandro. Una favola "analessica" che la vede protagonista e che ripercorre il periodo estivo trascorso nel collegio femminile del Sacré Cœr, sito a Malvento Riviera, vicino alla fortezza di Boccafolle in cui studiavano dei giovani cadetti. Durante il racconto, poco alla volta l'obiettivo si sposta su Miranda Montelimar, una giovane orfana, una strana ragazza che ama definirsi una figlia di Asclepio e che sembra facente parte di un mondo a sé stante, un mondo pagano e ultraterreno fatto di rituali segreti e danze propiziatorie al chiaro di luna. Si dice che le notti in cui Miranda non può uscire dal collegio sia la sua ombra a vagare libera e indisturbata, mentre il suo corpo riposa sereno sotto le coperte senza destare sospetti.È lei il fulcro della storia, la forza trascinante che governa il romanzo, la voce che nessuno si stanca di ascoltare; sono sue le labbra da cui tutti pendono e sue le braccia in cui tutti si rifugiano.In una calda estate del 1962 si compie la maledizione dell'adolescenza. 
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