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Recensione "Lake Mungo"

Creato il 02 dicembre 2015 da Giuseppe Armellini
Recensione
Uno dei migliori mock del decennio.
Un film che è tanti film diversi in realtà.
Con una scena talmente terrorizzante che, ahimè, me la porterò sempre dietro.

spoiler elefantiaci sin dalla prima riga
Lo scenario, se mai in quella ripresa di cellulare dall'infima qualità lo si fosse potuto scorgere, era comunque spettrale.
Lake Mungo, un deserto che pare non di questa terra, una luna fatta di roccia e di strane montagne ed insenature.
Ma la ripresa è troppo brutta, a malapena è qualcosa di più di una televisione non ancora sintonizzata.
Eppure sullo sfondo si scorge una figura.
Non si capisce chi si avvicini a chi, ma le distanze diminuiscono sempre più.
Ci siamo, possiamo finalmente vedere chi è.
E' lei stessa.
Con un viso orrendamente deturpato da qualcosa che lì, in quel momento, ancora non poteva sapere cosa fosse.
Io sti anni ne ho visti duemila di horror.
E di scene non ne parliamo.
E lo dico senza il minimo dubbio, non c'è niente che mi abbia gelato, sgomento, ed impaurito più di questo incontro al buio di un deserto lunare.
Il problema è che il 95% degli spaventi son spaventi, punto.
Ben fatti, subdoli, figli del dolby, improvvisi, molti anche più profondi, ma insomma, restano spaventi, quelli che con un vaffanculo o un sospiro poi ti riprendi subito o presto.
Qua no, Qui si va oltre il cinema, oltre lo spavento d'accatto, per usare un termine che sti giorni nel blog l'ha fatta da padrone.
Qui si va talmente nel profondo, talmente tanto in giù in quei concetti di vita e morte, che non si tratta solo di paura, ma di terrore. E di un terrore che con Lake Mungo c'entra poco.
Non è solo lei che vede lei, siamo noi che vediamo noi.
Morti.
Chissà come poi.
Può esistere una cosa più spaventosa e con la quale è più difficile convivere di vedere sè stessi morti in anticipo?
Incrociati nel buio di una bianca stradina?
No.
Vidi Lake Mungo 3 anni fa in un periodo in cui non è che non ce la facessi a scrivere, ma proprio non mi interessava farlo (vi ho risparmiato delle recensioni di 45-48 film, ringraziatemi).
Io là vicino al televisore, mio fratello dietro nel letto.
Lei vede sè stessa a Lake Mungo e la stanza diventa freddissima. Nella mia rigidità mi immagino se anche chi sta dietro a me abbia provato le stesse sensazioni.
In questi anni molte persone mi hanno dato poi la conferma di quelle sensazioni. La cosa mi conforta, lo ammetto, perchè è come aver provato una gioia insieme. Chi l'ha vissuta come me è un reduce della stessa paura.
In realtà questo piccolo film australiano è molto altro.
E' un mock sì, ma del sotto-sottogenere meno usato.
Di solito abbiamo o i mock live, quelli da telecamerina, o i found footage in cui comunque i filmati che vengono ritrovati poi li vediamo cose li vivessimo in diretta.
Qua invece siamo più in un documentario di ricostruzione, giornalistico. Si analizza la vicenda di Alice Palmer (e il richiamo a Laura Palmer è fortissimo, anche nella morte). Si intervistano i genitori, gli amici, i vicini. Si segue un ordine cronologico nel ricostruire tutti i fatti, dalla scomparsa di Alice nelle diga all'adesso, anni e anni dopo.
Interviste, filmini amatoriali, foto, immagini di raccordo, Lake Mungo è un collage così ben costruito che io, per quasi un'ora, credevo fosse un vero documentario.
La ragazza è scomparsa, poi viene trovata morta (immagine devastante).
Da quel giorno il suo fantasma non smette di visitare la casa dove viveva.
Solo soltanto foto, filmati, cose a cui si può credere o no, tutto molto verosimile, talmente tanto, come dicevo, che se questo film fosse stato venduto come vero documentario di un canale tv avrebbe fatto un figurone.
Il ritmo è basso, il film è verboso, gente che parla continuamente. Si prende i suoi tempi perchè ha un obbiettivo, raccontare i fatti con ordine.
E sta qui la sua potenza, in questo essere una matrioska che ogni volta ne contiene dentro una diversa.
Lake Mungo è almeno 5 film.
Prima quello drammatico di una famiglia che ha perso una figlia.
Poi un film di fantasmi, apparizioni, e di persone che iniziano a credere in qualcosa di trascendentale.
Poi diventa, inaspettatamente, un film di non apparizioni, di nessun fantasma, ma soltanto di una truffa dettata dall'amore e dal dolore.
Che coraggio, un film che basava tutto in quelle foto (notevolissime) poi ci dice che è tutto finto.
Ed ecco che arriva la seconda sorpresa, quello che sembrava solo un film di una brava ragazza poi divenuta fantasma diventa invece un dramma reale, sordido, molto più inquietante del precedente paranormale.
E capisci allora quanto il cuore di Alice sanguinasse, quanto la sua vita, segretamente, la stesse uccidendo.
Ma poi arriva il quinto film, quello nato in quella terribile scena..
E torniamo così in un solo attimo, in un solo terribile attimo, al secondo film, quello che con questa terra non c'entra nulla.
E restate nei titoli di coda perchè, se possibile, la situazione cambierà ancora.
Lake Mungo è un film imprescindibile per gli appassionati.
Misurato, inquietante, benissimo costruito, ricco di foto e filmati che un amante dei ghost movie troverà bellissime.
Ma è anche tanto altro, è un dramma famigliare, è la storia di una ragazza che fingeva di essere quello che non è. E che teneva nascosti tanti mostri dentro di sè.
Non solo quelli dei segreti reali ma soprattutto quello di un incontro su un suolo lunare che è stato un pò come morire prima di farlo davvero.
Ed è un film di rapporti che non riuscivano ad andare in profondità, di affetti pieni di muri.
E così anche il finale ci regala un'altra perla.
Una figlia che racconta una sensazione, un sogno.
E una madre che anni dopo ne racconta un altro.
Due sogni che sono lo stesso sogno in realtà.
Ma anche là ci saranno solo silenzi, un non riuscire a dirsi nulla, un muto intravedersi.
E poi si esce dalla stanza, si chiude la porta e si rimane soli.

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