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[Recensione] Le note blu di Brunella Gasperini

Creato il 27 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Le note blu di Brunella GasperiniTitolo: Le note blu
Autore: Brunella Gasperini
Editore: Rizzoli
ISBN: 9788817137607
Numero pagine: 224
Prezzo: € (?)
Voto: [Recensione] Le note blu di Brunella Gasperini

Trama:
Renzo vive nella Milano degli anni Cinquanta con i suoi genitori, sei fratelli e una sorella. È sempre stato la pecora nera della famiglia, con esami mancati all’università contro le borse di studio degli altri, senza un solido futuro costruito seguendo la strada paterna e senza una promessa sposa: la sua passione è suonare blues con un gruppo di amici spiantati quanto lui, vivendo alla giornata, fino a quando sua madre muore di malattia. La famiglia si spezza e Renzo, dopo l’ennesima, feroce litigata con un padre borghese che non riesce ad andare oltre i suoi schemi, si trasferisce a vivere con un amico in una soffitta, guadagnandosi qualche soldo suonando qua e là nei locali. Nella sua vita c’è l’amore tormentato per una donna piena di segreti, Tannie, dalla vita torbida e disillusa che non si aspetta più niente ma cerca ancora il ritaglio di qualche illusione; opportunità spezzata dall’incidente d’auto in cui perde la vita. Renzo, distrutto, scopre nella perdita della persona amata un punto di contatto con il padre: torna a casa, con i suoi fratelli, ma il frammento blues del suo cuore non tornerà più indietro.

Recensione:
L’unico libro che, quando l’ho letto per la prima volta dodici anni fa, mi ha fatto salire le lacrime agli occhi. Sarà che sono un inguaribile romantico, che prediligo le storie d’amore senza lieto fine, quelle che lasciano l’amaro in bocca perché sempre molto più vicine alla realtà: è difficile scrivere una storia del tipo “e vissero tutti felici e contenti” mantenendo credibilità fino alla fine.
Le note blu è caratterizzato da uno stile semplice e dimesso che si affianca a descrizioni di una Milano periferica, fatta di locali bohémien frequentati da quella che si chiamava “gioventù bruciata”, e su tutto si snoda il filo conduttore della musica: i blues, con i loro accordi minori e armonie toccanti, spesso aspri e a volte appassionati, accompagnano le vicende dei protagonisti. Le loro realtà sono le strade nebbiose, gli scantinati ammuffiti, le soffitte polverose e l’appartamento di Tannie pieno di libri e dischi classici, nel quale i suoi amici si radunano, novelli poeti maledetti. Il tempo è quello immediatamente successivo alla seconda Guerra Mondiale: la società borghese ancora non riesce a fare i conti con una gioventù che, influenzata dalla mentalità d’oltreoceano, si stacca dal perbenismo e si lascia trascinare dalle proprie passioni piene di ideali. Una mentalità che ormai manca nei più giovani di oggi, troppo inquadrati nei loro schemi che pretendono di spacciare per atteggiamenti anticonformistici di ribellione, per i quali l’amore non ha più valore di un vestito firmato o dell’ultimo ritrovato tecnologico, e la musica è solo il prodotto di impianti elettronici.
Amore, musica e malinconia: i tre capisaldi di questo struggente romanzo si fondono con le note blu, legati da un realismo che senza essere ricercato rende alla perfezione quanto si sta raccontando, coinvolge il lettore sul piano degli artisti che seguono la loro Musa e sono disposti a mettere in gioco tutto, e lascia con una sensazione dolceamara nel rendersi conto che tutto, prima o poi, è destinato a finire. Ma che il presente appartiene solo a chi lo vive sul piano della fantasia.
Senza dubbio il mio libro preferito, non è una lettura impegnativa, ma ha un tale senso vitale che difficilmente si riesce a non esserne conquistati.


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