RECENSIONE: Le streghe di Swan River di Mary Stewart Atwell

Creato il 25 settembre 2014 da Bookland

Buona lettura!
Titolo: Le streghe di Swan River Autore: M. Stewart Atwell Pagine: 286 Prezzo: 17 euro Editore: Rizzoli
Trama
Contadini, ricchi villeggianti, ragazze per bene, hippie ingrigiti e perdenti d'ogni risma: c'è posto per tutti a Swan River, un pezzo d'America sperduto e un po' selvatico nel cuore degli Appalachi, sede di un'esclusiva scuola per fanciulle e di un'antica comune ormai in rovina. È in questo luogo per metà idilliaco e per metà infernale che vive Kate Riordan. A sedici anni, Kate ha paura di una cosa sola: diventare un giorno uguale a sua madre. Troppo distratta per occuparsi delle figlie, troppo stanca per contemplare un futuro qualunque. Ma quando una serie di episodi violenti funesta la cittadina, l'antica leggenda delle "ragazze selvagge" riaffiora, e tra le compagne del collegio dove Kate studia insieme all'amica Willow si diffonde il terrore di un contagio tanto misterioso quanto ineluttabile. Prima che sia troppo tardi, Kate dovrà provare a salvare se stessa e il ragazzo che ama dalla follia distruttrice che divampa tutto intorno. E scoprire chi è veramente.
Avete presente quando siete in una libreria fisica o virtuale e vi viene l'impulso di comprare un determinato libro senza soffermarsi particolarmente sulla trama? Ebbene, l'acquisto de "Le streghe di Swan River" è stato dettato proprio da questo impulso incontrollabile che talvolta mi prende. A volte mi va bene, a volte mi va male. In questo caso si tratta di un ni.
La protagonista è Kate che abita in una piccola città di provincia che non offre nessuna prospettiva ai giovani se non disperazione e desiderio di fuga. Insieme a tutto questo sono secoli che alcune adolescenti diventano "ragazze selvagge": precoci assassine che dopo aver fatto scempio nella città non ricordano più nulla. Kate, dopo aver sperimentato da vicino la pazzia delle ragazze selvagge s'impegna a non diventare una di loro: lei vuole una vita diversa lontano da tutto questo squallore.
Sinceramente non so bene cosa pensare del libro anche a diversi giorni dalla sua conclusione; il mio giudizio è un ni perché da una parte vi direi che è un romanzo adolescenziale abbastanza insipido, dall'altra che ha dei risvolti interessanti e promettenti che però non comprendono l'aspetto sovrannaturale di tutta la faccenda. Kate è la protagonista della storia che ci racconta in modo spicciolo la sua vita di teenager in questo posto sperduto e davvero poco stimolante. L'unica cosa positiva è la presenza dell'accademia femminile che frequenta per potersi costruire un futuro più roseo lontano da quei posti così lontani da tutto e da tutti. Sin dalle prime pagine del libro si avverte una certa tensione da parte della protagonista che tenta per tutto il romanzo di non tramutarsi in una delle famose ragazze selvagge che fanno parte de folklore locale: vuole disperatamente essere una normale ragazza della sua età. Tra amicizie ballerine, primi amori, tragedie e cambiamenti Kate vive un periodo complesso. Fin qui vi ho parlato della parte NO del romanzo perché l'ho trovata lenta e a tratti ripetitiva, con pochissimi spunti originali. Anche il fattore sovrannaturale è più un no che un si perché sembra incombere per tutto lo svolgimento ma poi non è così importante. La leggenda delle ragazze selvagge è sempre presente ma è un sottofondo. L'unico tema interessante, che mi ha portatodefinire il libro un ni, è quello del degrado di Swan River, della sua posizione periferica che sembra al confine con un altro mondo lontano dalla civiltà e dalla normalità. Insomma, l'ambientazione è forse la parte migliore del romanzo perché mette in relazione dei giovani adolescenti con una realtà con poche prospettive di realizzazione e corruzione della società; tutto questo attraverso il suicidio, la violenza sessuale, la disoccupazione e ovviamente l'omicidio delle ragazze selvagge. Questi temi però emergono solo dalla metà del libro in poi e non vengono approfonditi totalmente. Altra nota stonata è il fatto che gli episodi di sangue presenti non sembrano lasciare tracce emotive profonde sui ragazzi, al contrario, sembrano scivolare lontano dalla mente della protagonista che è concentrata soprattutto su se stessa. Nonostante la storia non sia di per se brutta, non mi ha appassionato particolarmente perché la protagonista sembra distanziarsi da tutto: il suo primo amore è ridotto a poche pagine, le sue amicizie e la sua famiglia pure. Insomma, non so bene cosa pensare del romanzo e per questo motivo metto un voto medio: due stelline e mezzo.
Lya

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