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Recensione: Lettere dal buio

Creato il 09 gennaio 2012 da Topolinamarta

Eccoci qui con la prima recensione ufficiale del 2012, sempre nell’ambito del progetto che ormai ben conoscete.

Recensione: Lettere dal buioTitolo: Lettere dal buio
Autori:  Elvio Bongorino, Germano Dalcielo
Genere:  racconti thriller/horror
Editore:  IlMioLibro
Pagine: 168
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: -
Prezzo:  €11,48
Formato:  copertina morbida
Valutazione:  Recensione: Lettere dal buio

Grazie agli autori per avermelo inviato in formato eBook.

Su Ilmiolibro.it, blog di Germano Dalcielo, su Facebook

Racconti.
Storie di passaggio tra vita e ombre. Una serie di 10 racconti tra il thriller e l’horror che hanno come comun denominatore la più atavica tra le emozioni umane: la paura. 

Gli autori mi perdoneranno se per scrivere l’incipit di questo commento ho preso spunto da un’altra recensione trovata in rete, ma non ho potuto fare a meno di condividerla in tutto e per tutto.
Il succo è questo: un luogo comune vuole che, quando si parla di letteratura, ad averla vinta sia sempre e comunque il testo più lungo. Un romanzo corposo, per esempio di oltre 600 pagine, fa senz’altro più impressione di uno di 100 (oltre che suscitare grande ammirazione e commenti del tipo “Ma davvero lo hai letto tutto?”). Per questo motivo, spesso – troppo spesso – il genere letterario del racconto tende a essere snobbato, sottovalutato, considerato come un testo di serie B.
Non c’è nulla di più sbagliato, naturalmente, soprattutto perché quel che conta in un testo è la qualità, e di conseguenza la piacevolezza e il suo gradimento, non certo la quantità. Ciononostante il romanzo fa sempre più figo del racconto, forse perché il tempo che bisogna dedicarvi, sia per scriverlo che per leggerlo, è molto più lungo. Sulla difficoltà, però, il discorso cambia, perché creare un racconto che riesca a contenere introduzione, sviluppo e conclusione in poche pagine, tra l’altro senza forzature né incoerenze, è tutt’altro che semplice: quando si tratta di allungare il brodo a dismisura, sembra che tutti gli scrittori siano dei maestri; incastrare ogni pezzo nel minor numero di spazio possibile, invece, non è affatto una passeggiata. Ma non divaghiamo.
Come dicevo poco fa, snobbare un racconto (o, in questo caso, una raccolta di racconti) solo per la sua brevità è dunque un grave errore: proprio perché scrivere un buon racconto è tutt’altro che facile, spesso l’abilità di un autore viene fuori proprio da come è stato in grado di realizzare la sua storia breve. E, come avrete intuito dalle quattro goccioline, pare proprio che Germano Dalcielo (già autore di “Il gene dell’azzardo” e “Il peccatore”) ed Elvio Bongorino (pseudonimo di un’autrice alla sua prima pubblicazione) abbiano fatto centro.

Lettere dal buio raccoglie 16 racconti, scritti a quattro mani un po’ da uno e un po’ dall’altro.
Forse questo potrebbe lasciare perplesso qualche lettore, dal momento che potrebbero tranquillamente trattarsi di due raccolte separate, e non messe insieme com’è accaduto. In realtà, non ho riscontrato particolari differenze di stile o di brillantezza tra i racconti dei due autori: si percepisce, naturalmente, che dietro c’è una mano diversa, ma almeno per un paio di essi sono stata convinta fino alla fine che l’ideatore fosse uno, mentre in un momento successivo ho scoperto che si trattava dell’altro… perciò, ecco, questi due autori si intonano quasi alla perfezione.
Parlando di narrazione e di stile, trovo che un aggettivo adatto per descriverli sia frizzante: le frasi si susseguono a un ritmo serrato, spingono ad andare avanti con la lettura, non lasciano un attimo di respiro. Mentre leggevo, il mistero, l’angoscia, la paura permeavano letteralmente le pagine. Non capita certo di frequente di trovare uno stile così fluido e coinvolgente e allo stesso tempo curatissimo in ogni parola – accuratezza che ho riscontrato anche nel minuzioso assemblaggio dei fatti che si susseguono nei vari racconti. Insomma, in questo caso il talento è evidente.
A essere sincera, i racconti che mi sono piaciuti di più sono stati quelli scaturiti dalla penna di Germano Dalcielo (specialmente Mors tua vita mea, Non aprite quella porta e Volo AA11), forse – azzardo – per la maggiore esperienza di quest’ultimo, ma anche Calandrina e soprattutto La casa ha deciso, ovvero alcuni tra quelli di Elvio Bongorino, sono tra i miei preferiti.

Il vero punto forte della raccolta, però, secondo me sono le “Istantanee di un racconto”, che nel libro occupano la seconda parte del testo: si tratta di veri e propri flash (delle specie di one-shot, per chi si destreggia col linguaggio delle fan fiction), dei racconti di massimo due pagine – mentre tutti gli altri sono di dieci-venti. Qui la difficoltà è ancora maggiore, perché più lo spazio si restringe, più diventa difficile descrivere una situazione completa e far agire in essa i personaggi. In questo caso, a mio parere, l’istantanea migliore è Binari: fino a poche righe dalla fine, non avrei mai immaginato che sarebbe finita… così. Partire con un incipit insospettabile per poi far precipitare le cose in questo modo è un’idea, sempre secondo me, geniale.
Un plauso va fatto anche per la bellissima e misteriosissima copertina: sembra davvero dare l’impressione di un qualcosa di misterioso che incombe e che è pronto a saltarci addosso col favore del buio… brrr!

Per concludere, dunque, Lettere dal buio e i suoi autori sono assolutamente da tenere d’occhio: non è facile riuscire a trovare gioiellini come questi racconti, credetemi.

*       *       *

Si guardò attorno, girando su se stesso: sorrise di solidarietà a una signora anziana a cui si era rovesciata la valigia, ma non si mosse per aiutarla. Invidiò per un attimo il bambino all’edicola che sceglieva le cartoline dal sostegno girevole, mentre il papà lo guardava con tenerezza, paziente. Suo padre non gli aveva mai comprato una cartolina.   Poi si bloccò di colpo, fissando il grosso orologio della stazione: quando la lancetta dei minuti combaciò con quella delle ore sul numero dodici, chiuse gli occhi e cominciò a pregare.
«Allah è grande.»
E un attimo dopo schiacciò il bottoncino rosso sul detonatore che nascondeva nel palmo della mano.


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