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Recensione: “Letto di ossa” – Patricia Cornwell

Creato il 16 marzo 2013 da Zirconet @zirconet

letto_di_ossa_cornwellTitolo: Letto di ossa

Autore: Patricia Cornwell

Editore: Mondadori (Omnibus)

Genere: Romanzo thriller

1a ed. originale: 2013, 280 p.

ISBN: 9788804626749

Non è mia abitudine “stroncare” un libro che ho letto fino all’ultima pagina, ma quando è troppo è troppo.

E’ ormai da tempo che Patricia Cornwell “sforna” bestseller giusto per accontentare il suo editore, contento lui di fare soldi a palate worldwide, senza tenere in nessun conto  della qualità di ciò che si spaccia per un romanzo thriller e senza timore alcuno di poter deludere gli assidui lettori dell’autrice.

Patricia_Cornwell
Libri come questo “Letto di ossa” (davvero poco thriller), con la signora Benton (ops scusate, volevo dire la dottoressa Scarpetta) che arranca (e ci fa arrancare) a stare dietro al filo del racconto. Tra i soliti problemi di Marino, il tran tran familiare con il marito profiler dell’FBI e le vicende amorose della nipote hacker che gira in elicottero, ci si meraviglia come in poco meno di trecento pagine nel libro si parli pure la vicenda delle vittime del serial killer del quale per due o tre frasi giusto nelle pagine finali si approfondiscono le motivazioni.

Un consiglio ai fan: “tenetevi stretti i bei ricordi quando si rimaneva in piedi una notte intera intenti a gustare le investigazioni di Scarpetta&Co“. Il confronto con le prime opere con protagonista l’intelligente coroner di origini italiane non regge nemmeno dopo un minuto, pertanto ne sconsiglio la lettura sopratutto ai fans della Cornwell che ne rimarrebbero delusi.

La storia è noiosa, macchinosa e a tratti insensata (ad esempio, la gelosia della collega del marito strafatta di farmaci non si capisce cosa apporta alla storia, se non un ulteriore distrazione). Il recupero del cadavere in mare rimane la parte più interessante anche se risulta essere inutilmente troppo lunga ai fini del racconto (magari si poteva fare a meno degli interminabili viaggi in macchina di andata e ritorno con dialoghi-ramanzina a Marino). Dico solo che dopo tutte le premesse di “sostanza” che fanno capolino nelle prime cinque pagine, la vicenda si risolve (senza capo né coda) nell’ultima decina, perdendo di vista i canoni elementari di qualsiasi storia “gialla” e tirando fuori un assassino che più macchietta non si può: si ha quasi la sensazione che l’autrice stanca anche lei del libro abbia voluto farci la grazia e abbia chiuso baracca e burattini in fretta e in furia. Il personaggio più simpatico risulta essere il capo della Scarpetta che annoiato da una lunghissima e inutile riunione si alza e va a fare altro.

Voto: SCONSIGLIATISSIMO!!! Di certo si trova di meglio in giro (senza alcuna difficoltà).


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