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Recensione: "Leviathan" di Scott Westerfeld

Da Luciferkitty @MicheleAFGreco
(Articolo originariamente pubblicato sul terzo numero della rivista "Fralerighe")
  • Titolo: Leviathan 
  • Autore: Scott Westerfeld
  • Illustratore: Keith Thompson
  • Genere: Fantascienza 
  • Sottogenere: Steampunk, Ucronia con influenze Dieselpunk
  • Editore italiano: Einaudi 
  • Pagine: 400 
  • Anno: USA 2009 - ITA 2010 

Trama:
“Siamo sull’orlo della Prima guerra mondiale.
Mentre il giovane Alek, principe dell’Impero austro-ungarico, è in fuga sul suo Camminatore, di là dalla Manica una ragazza, Deryn Sharp, si traveste da maschio per diventare pilota nell’aviazione britannica. Ma il suo segreto rischia continuamente di essere scoperto.
I due ragazzi appartengono ai due opposti schieramenti: lui ai Cigolanti, lei ai Darwinisti. Ma il destino vuole che le loro strade si incrocino nel modo più inatteso portandoli entrambi a bordo del Leviathan, un gigantesco animale volante, metà balena metà dirigibile, che forse li strapperà al frastuono della guerra.”

Recensione:
“Leviathan” è un romanzo illustrato, primo di una trilogia, che rivisita la Prima Guerra Mondiale in chiave steampunk/dieselpunk. In questa ucronia, la tecnologia ha fatto passi da gigante: i Cigolanti (Tedeschi, Austro-Ungarici, Ottomani) si sono specializzati nella costruzione di corazzate terrestri e di enormi robot da guerra chiamati “camminatori” (somiglianti, tra l’altro, ai mach di certi anime giapponesi); i Darwinisti (Inghilterra, Francia, Russia), invece, hanno imparato ha manipolare il DNA creando così nuove creature viventi ibride. Fin qui, l'ambientazione embra molto interessante. E anche verosimile? Non esattamente. I mach dei Cigolanti sono verosimili per quanto riguarda il loro funzionamento, ma molto meno per quanto riguarda la scelta di usarli: si ribaltano facilmente e riportarli in piedi è difficilissimo, non sono intelligenti e hanno bisogno di un equipaggio per essere pilotati. Usare dei classici carri armati no, eh? I mostri darwinisti, invece, non sono proprio verosimili: com’è possibile manipolare il DNA senza mezzi tecnologici adatti come microscopi e computer? Non si sa, non viene mai spiegato all’interno del romanzo. E pensare che basterebbe introdurre la magia per risolvere il problema. E inoltre, come mai i Darwinisti non modificano dei virus per creare armi batteriologiche? E come mai non modificano il proprio DNA per rendersi immortali o per curare ogni malattia o per avere ali e branchie? Pare sia vietato, o almeno così viene semplicisticamente spiegato. Infine, bisogna notare che le creature darwiniste spesso sono inefficienti, il che è un grave problema in guerra. La faccenda avrebbe senso se i Darwinisti fossero dei fanatici con una fede quasi religiosa verso la bioingegneria, e in effetti questa è la spiegazione data. Peccato che sia falsa e ingannevole: il Leviathan usa normali motori meccanici, il che mina la credibilità della storia. Insomma, la pigrizia di Westerfeld ha creato un’ambientazione semplicistica e infantile. In compenso, però, alcune creature darwiniste sono davvero interessanti: palloni-medusa, lucertole ripetitrici, balenedirigibili.

Per quanto riguarda lo stile, c’è poco da dire: Westerfeld è uno scrittore competente con una sufficiente padronanza delle tecniche narrative. Scrive in modo semplice, pulito, preciso e appassionante.
Ci sono comunque varie sviste, come scene poco mostrate, dialoghi farlocchi e qualche avverbio inutile. Insomma, è sufficiente, in alcuni passaggi anche buono o molto buono, ma mai brillante. Può comunque andare bene.


Il punto di vista usato è in terza persona con prevalenza di introspezione profonda, ed è sempre ben controllato e fisso sul personaggio-pov di turno. A tal proposito, i POV di Alek e Deryn i alternano con regolarità. Quest’ultima è determinata e rozza, e usa espressioni e locuzioni particolari che la distinguono. Purtroppo, però, non ha motivazioni forti: si è arruolata volontaria nell'aeronautica militare solo per volare? Ma è una presa in giro? Alek, invece, è un personaggio infantile e non molto intelligente. E anche i vari personaggi secondari risultano insipidi, con l’unica accezione della dottoressa Nora Barlow.

Infine, per quanto riguarda la trama, la storia è quasi priva di colpi di scena e si trascina stanca fino a un finale aperto. Ma la cosa più grave è che non ci sono battaglie degne di questo nome! Parliamo di un romanzo sulla Grande Guerra, dove sono i morti e i bombardamenti e gli eserciti in marcia? Non pervenuti. E no, il fatto che questo sia un romanzo per “young adult” non è una scusante: i ragazzi non sono bambini dell’asilo, dubito possano scandalizzarsi leggendo un romanzo di guerra.
In conclusione, “Leviathan” non è un brutto romanzo. Anzi, sicuramente è superiore a molta robaccia che intasa le librerie. Ci sono vari difetti, ma lo stile e le illustrazioni riescono a compensare e a portarlo oltre la sufficienza, seppur di poco.

Incipit:
I destrieri austriaci luccicavano sotto i raggi della luna e i cavalieri stavano ben dritti in sella, con le spade sguainate. Dietro di loro, i camminatori a motore diesel erano disposti su due file e pronti al fuoco, con i cannoni puntati sopra le teste della cavalleria. Uno zeppelin di metallo scintillante perlustrava il territorio neutrale al centro del campo di battaglia.
La fanteria francese e quella inglese erano al riparo dietro le fortificazioni – un tagliacarte, una boccetta di inchiostro e una fila di penne stilografiche – consapevoli di non avere alcuna possibilità contro la potenza dell’Impero Austroungarico. Ma alle loro spalle si stagliava una schiera di mostri darwinisti, pronti a divorare chiunque avesse osato battere in ritirata.L’attacco stava per iniziare, quando il principe Aleksander ebbe l’impressione di sentire dei rumori dietro la porta... Sentendosi in colpa, il principe fece un passo verso il letto, poi restò immobile ad ascoltare. Fuori gli alberi erano mossi da una leggera brezza, ma per il resto la notte era silenziosa. Sua madre e suo padre erano a Sarajevo. E i domestici non avrebbero osato disturbarlo mentre dormiva.
Alek tornò alla scrivania e iniziò a far avanzare la cavalleria, sorridendo mentre la battaglia si avvicinava al culmine. I camminatori austriaci avevano finito di bombardare, e i cavalli di stagno stavano per annientare i francesi, ormai in netta inferiorità numerica. Ci aveva messo tutta la notte a organizzare l’attacco, usando un manuale di tattiche imperiali preso in prestito dallo studio del padre. 

L’autore:
Scott Westerfeld vive tra Sydney, in Australia, e New York. Insieme a Christopher Paolini e Stephenie Meyer è stato nominato da Amazon come uno degli autori che hanno rivoluzionato il mondo e il linguaggio della letteratura young adult.


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