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[Recensione] Liberaci dal Male (di Scott Derrickson, 2014)

Creato il 27 agosto 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C
[Recensione] Liberaci dal Male (di Scott Derrickson, 2014) QUESTA RECENSIONE POTREBBE CONTENERE SPOILER
Ralph Sarchie, poliziotto della NYPD, inizia ad indagare su una serie di efferati omicidi collegati da una matrice religiosa. Durante le indagini Sarchie collabora con un prete apostata, convinto che dietro gli omicidi ci sia il Diavolo e che il serial killer ne sia posseduto.
Partiamo dalla regia. Scott Derrickson. Quello che nel 2013 è uscito nei cinema (compresi i nostri) con quel gioiellino di Sinister. Gioiellino per gli standard dell'horror commerciale ma che, preso di per se, è semplicemente un filmetto accettabile con tantissimi difetti e con l'invidiabile capacità di mettere vera ansia. Quello che, prima del 2012, aveva girato quella roba immonda che è il remake di Ultimatum alla Terra (2008), quell'horror inutile - ma a molti è piaciuto - dal titolo L'Esorcismo di Emily Rose (2005) e il quarto sequel, più televisivo che cinematografico, dell'infinita saga di Hellraiser: Hellraiser 5 - Inferno (2000), neanche tanto brutto. Scott Derrickson, che da sceneggiatore ha contribuito a Urban Legend Final Cut (brrrr) e a Devil's Knot - Fino a prova contraria. E se questo fosse un tribunale e l'ultima fatica del regista/teologo fosse sotto accusa, basterebbe 'sto curriculum a condannare un filmetto come Liberaci dal Male che, bisogna ammetterlo, almeno ci prova ma non ha le ovvie capacità per riuscirci.  [Recensione] Liberaci dal Male (di Scott Derrickson, 2014)
A dirla tutta, Liberaci dal Male sembrerebbe quasi un film su commissione. Sarà per il nome di Jerry Bruckheimer alla produzione o per il fatto che la pellicola è tratta da un libro tratto da una storia vera, Beware the Night scritto dal poliziotto newyorkese Ralph Sarchie, protagonista del film e dei fatti narrati. Eppure non è così, anzi, è il contrario: Deliver Us from Evil è l'evidente ultima tappa di un percorso voluto e intrapreso dal regista, un importante tassello nella poetica dello stesso. Evidente. Basta guardare di nuovo al succitato e famigerato curriculum: Liberaci dal Male è un tentativo di commistione tra i generi - in questo caso il poliziesco con l'horror - come lo era stato Hellraiser 5 e L'Esorcismo di Emily Rose, in cui si evince l'abilità di Derrickson nel gestire un orrore casalingo e privato come quello visto in Sinister, che non rinuncia ad una visione teologica del male, dei suoi diversi livelli e del diverso livello di comprensione che permette all'uomo di sconfiggerlo. Un male che influenza l'umanità, che di questo male può diventare espressione ultima ma non potrà mai essere origine. 
Eppure, nonostante tutto, nonostante la buona volontà, Liberaci dal Male parte bene ma non ingrana e finisce per deragliare inesorabilmente nella noia e nel cattivo gusto. La causa potrebbe essere il continuo tentativo di emulazione di un classico come L'Esorcista, tra l'inizio in Iraq e il bruttissimo finale con, appunto, esorcismo annesso. Oppure l'inopportuna commistione di generi che impedisce il giusto equilibrio, quel poliziesco a metà strada tra Seven di David Fincher e un altro milione di film anonimi del genere, che scade dell'action più becero per poi prendere la strada dell'horror paranormale e dell'indagine alla Codice Da Vinci. Una somma di ingredienti che, alla fine, sembrano essere buttati lì per il puro gusto di metterceli. Conditi da un numero infinito di clichè, di "buuu" telefonati e di dialoghi al limite del già sentito. Per non parlare degli spiegoni continui e del senso di ridicolo che si avverte in certi momenti. 
[Recensione] Liberaci dal Male (di Scott Derrickson, 2014)
Poche scene veramente riuscite, su tutte quelle d'orrore domestico ben fatto e raggelante ma inserite a forza in un contesto che non sembrava prevederle, qualche battuta riuscita e un "cattivo" niente male interpretato da Sean Harris (qui inquietantemente somigliante a Simon Pegg) che sovrasta i troppo fighi, finti e patinati Eric Bana ed Édgar RamírezOlivia Munn invece resta bella da guardare ma per nulla incisiva, protagonista dei soliti battibecchi tra marito e moglie che, anche questa volta, ricordano Sinister, per ora il film meglio riuscito di Derrickson e a cui il regista sembra guardare continuamente come modello. 
Resta allora da chiedersi cosa sia meglio aspettarsi da un regista come Scott Derrickson in futuro. Perché un lavoro come Liberaci dal Male non fa che confermare quel che ho sempre pensato di lui: sopravvalutato moralista religioso che condisce i suoi lavori di un perturbante cristiano e intenti edificanti (auto)imposti,  che guarda alla religione come unica possibilità di salvezza e incapace di scrivere una sceneggiatura che vada oltre il televisivo. Ad alcuni può piacere, a me non di sicuro. E infatti quelli che considero i suoi film più riusciti (Hellraiser Inferno e Sinister) sono allo stesso tempo gli unici film più immaginifichi in cui Derrickson accetta che i suoi personaggi vengano sottomessi e schiacciati da un male che non capiscono e che l'uomo non potrà mai comprendere appieno. Ne sconfiggere. E alla fine non so chi possa dare ancora fiducia a questo autore, che forse dovrebbe comprendere meglio quale sia la propria dimensione "artistica" e perseguirla invece di tendere inesorabilmente verso cose al di fuori della sua portata. 
[Recensione] Liberaci dal Male (di Scott Derrickson, 2014)

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