Magazine Cinema
Quasi al confine del teatro, sperimentale, spiazzante, dissacrante ed ironico.
Un ragazzo innamorato invoca un Demone, il demone che deve riportargli indietro la ragazza amata, rapita e finita all'inferno.
Sembra tutto leggero, a tratti divertente ed altre sottilmente inquietante.
Ma forse c'è dell'altro laggiù in fondo.
Ed ha a che fare con l'amore e con tutto quello che sta strana cosa ti fa vivere.
presenti spoiler, ci terrei leggiate dopo
Un ragazzo sta al buio, seduto.
Intorno a lui un pentagramma, nella mani un libro antico.
Non serve il Detective Conan per capire che sta evocando un demone.
E il demone si chiama Lo, sic et simpliciter, ed ha la faccia di Voldemort.
Striscia verso di lui, è storpio.
Perchè Justin, il ragazzo, l'ha invocato?
Perchè le riporti indietro April, la sua amata, rapita da un altro demone, una specie di anfibio nazista amante del jazz, e portata all'Inferno.
Parte così questo strano, stranissimo film, che quasi film non è.
Un pò installazione teatrale, un pò film metafora, Lo è una pellicola che nasce già cult da quanto sia sperimentale e coraggiosa.
A volte, specie nei momenti di scazzo (e il film ne ha tanti, l'atmosfera prevalente è l'ironia e, soprattutto, il dissacrare) ci sembra quasi di assistere a un guilty pleasure, ovvero ad un film che più ci pare brutto o non convenzionalmente bello, più ci dà un perverso piacere vedere.
Una sola stanza, un palco teatrale a rappresentare, in tutti i sensi, i ricordi di vita del protagonista e una serie di personaggi, perlopiù demoni, che di aggirano intorno a questa piccolissimo pentagramma nel quale il protagonista è rinchiuso.
Non c'è altro in Lo, o almeno non c'è altro a livello visivo perchè in realtà, ma questo è un qualcosa che scopriamo e percepiamo piano piano, la potenza e bellezza di questo "film non film" sta nel capire il suo significato.
Lo è un demone che odia gli uomini, le loro superficialità, i loro sentimenti, la loro patetica vita.
Justin è invece un ragazzo timidissimo e poco combattivo, con il viso del Jim Carrey di Scemo e più Scemo.
April, conosciuta in un ristorante, è l'unica sua ragione di vita.
E per questo motivo malgrado quello che di terribile scoprirà (ossia che April in realtà è un cattivissimo demone soltanto tornato a casa, all'inferno) lui andrà avanti.
Perchè crede solo in quello che ha vissuto con lei nella vita reale, solo nell'amore.
Un Dogville ad una sola stanza che sembra girato da Dupieux con spruzzate di Gondry e de La Casa, (il libro dei morti, la mano che parla, lo stesso ragazzo che somiglia ad Ash) un esperimento che in Italia ho visto fare, con risultati disastrosi, solo al figlio di Franco Nero, Louis.
Come dicevo si dissacra tutto, sia i film del genere demoniaco, sia qualsiasi argomento affronti al suo interno il film.
Non mancano, anzi, imperano, i momenti trash, sia nel parlato (a volte molto volgare, a me piace moltissimo questo) sia in delle scenette, come quella del pezzo musicale, al limite dell'assurdo.
C'è addirittura una scena, quella del cocktail preparato non per gli altri, ma per sè, identica per scelta comica a quella, secondo me grandiosa, ne La Sposa Cadavere.
Non nascondo momenti un pò troppo fermi, scene troppo lunghe e simili a sè stesse in un film poi che lungo non è, anzi. E ho letteralmente odiato le due facce dorate del teatro.
No, tanto per capisse.
Eppure, come accade solo nei migliori film, soltanto alla fine capisci che cos'è tutto quello che hai visto fino ad allora.
In Lo c'è più amore, o meglio, l'amore pare più autentico che in mille drammoni hollywodiani.
La disperata forza con cui Justin difende questo sentimento è quasi commovente.
Lei, poi, oltre che bella è veramente deliziosa per me.
Però ecco, che questo è un film sull'amore e sulla lotta contro tutto e tutti per difenderlo lo percepisci facilmente.
Ma quello che non si percepiva, o che io forse sono io che ho percepito solo alla fine, è che questo non è un film sulla difesa dell'amore, ma sulla difesa dai demoni che l'amore ci scaglia addosso.
Già, i demoni, erano là davanti e me, e non solo fisicamente ma anche continuamente nominati e tanto io non avevo comunque ancora capito cosa significassero.
Ci sono amori impossibili, devastanti, amori che come unica salvezza hanno quella di non dover esser vissuti.
E i demoni che ne scaturiscono non sono soltanto quelli che ti fanno vedere quanti questi rapporti siano devastanti, anzi, sono soprattutto quelli che in maniera subdola e non "reale" ti mostrano continuamente i lati belli di quel rapporto.
Lo e April sono forse la stessa cosa, la stessa materia.
La dannazione e il paradiso.
E Justin, forse, è un uomo fortunato.
Perchè ha trovato la formula magica per scacciare via tutto, il bello e il brutto, il magnifico e il terribile.
Siamo finalmente fuori dal pentagramma dell'amore impossibile.
Che la luce del giorno possa di nuovo entrare.
E magari, un giorno, possa curare un cuore trafitto.
Potrebbero interessarti anche :