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Recensione. “Lo Strangolatore di Donne” di Massimo Centini
Creato il 02 ottobre 2014 da FrancescarossiUn autore e studioso eccellente, Massimo Centini, racconta la storia del primo serial killer di cui si abbia notizia certa e documentata in Italia, ovvero Vincenzo Verzeni, vissuto tra il 1849 e il 1918 a Bottanuco (Bergamo); una vicenda terrificante di cui si è parzialmente perduta memoria nel nostro Paese e che torna a vivere ne “Lo Strangolatore di Donne”, edito da Yume Book.
In realtà, nonostante il titolo e l’opera stessa si concentrino sulla figura di Verzeni, sono donne le tragiche, inconsapevoli protagoniste e, nello stesso tempo, le vittime in questo saggio imperdibile.
I due ruoli, infatti, si confondono, assumono contorni sempre meno definiti fino a confluire l’uno nell’altro e a restituirci la figura e i misfatti del “vampiro della bermasca”.
Donne vittime della violenza e delle perversioni di quest’uomo sadico, malato, segnato dall’ambiente e dalle condizioni familiari; protagoniste non per scelta di una vicenda macabra e fatale, non solo perché la Storia e i giornali dell’epoca conserveranno per sempre memoria dei fatti loro accaduti, ma anche perché i loro nomi sono i primi, ufficialmente, di una lunga lista di donne che hanno subito e continuano a subire violenza o vengono uccise nel nostro Paese.
A questo punto è doveroso aprire una breve parentesi sull’importanza di operare le necessarie distinzioni: facendo riferimento alla cronaca attuale e del passato è giusto ricordare che gli assassini non sempre di serial killer sconosciuti si tratta, non sempre di folli o malati; allo stesso modo la “natura” della violenza può variare anche se non muta la gravità dei fatti.
Insomma non si può generalizzare su un argomento tanto complesso e sia la criminologia, che la psichiatria e la Legge hanno fatto grandi passi avanti nell’analisi di cause, conseguenze e tipologie di situazioni e personaggi simili e, quindi, nello studio di leggi e provvedimenti mirati. Il pericolo, però, esiste e i casi di cronaca ce lo ricordano quasi ogni giorno.
Il discorso inerente ai progressi della criminologia e psichiatria interessa da vicino sia la storia dello strangolatore che la costruzione del saggio da parte dell’autore.
Dopo una breve introduzione sui delitti e le aggressioni compiute da Verzeni, infatti, Massimo Centini dedica un capitolo al padre della moderna criminologia Cesare Lombroso.
La scelta è assolutamente azzeccata per due motivi: primo, Lombroso si occupò di redigere la perizia psichiatrica per la difesa dell’omicida, studiò attentamente il caso e il suo oscuro protagonista, definendolo “sadico sessuale, vampiro e divoratore di carne umana”.
Questa definizione riassume le teorie e gli studi del medico e antropologo vissuto tra l’Ottocento e gli inizi del Novecento ed è proprio il punto di partenza attraverso il quale Massimo Centini spiega la vita e le opere, le tesi e gli studi, gli errori e i pregiudizi di e su Cesare Lombroso.
Da qui si arriva al secondo motivo suddetto, ovvero il bisogno di far luce su questo personaggio di cui fin troppo si è scritto e detto, talvolta a torto, o ancora generalizzando, semplificando troppo, sbagliando del tutto, attaccando anguste etichette viziate dall’applicazione di categorie e strumenti d’analisi non idonei.
Centini, invece, riesce a districarsi in maniera ammirevole nell’immensa mole di documenti lasciati da Lombroso e a ricostruire per il lettore non solo l’immagine di un uomo intelligente ed eclettico, ma anche di un preciso momento storico, senza ostentare né parteggiare.
Lombroso è legato indissolubilmente all’atavismo, al discusso legame tra anatomia, personalità e tendenza a commettere crimini, allo studio scientifico sulla possibilità di rieducare gli assassini, allo “spostamento” di interesse e di origine del male dall’assassinio in sé alla persona che lo commette, alla tipologia delinquenziale da lui stesso messa a punto e basata sulla fisiognomica, fino al ruolo che ebbe nel caso Verzeni e in tutta l’antropologia criminale.
Tutto questo viene analizzato con rigore e metodo scientifico da Centini. Proprio questi due fattori, insieme alla ricostruzione accurata dei fatti, all’oggettività, alla serietà, alla sobrietà e allo stile asciutto, diretto e coinvolgente, sono i pilastri su cui poggia l’intero saggio.
Subito dopo aver sviluppato e analizzato i temi inerenti alle teorie di Lombroso, infatti, l’autore arriva al cuore dell’argomento, cioè la narrazione dell’esistenza riprovevole di Vincenzo Verzeni: l’infanzia, la famiglia e l’ambiente d’origine, gli omicidi e le aggressioni, lo scempio sui cadaveri, l’arresto, il processo, la difesa e l’accusa, le cause del modus operandi di Verzeni, il confronto con altri spaventosi casi simili del passato e anche più recenti come quelli di Gilles de Rais e il “cannibale di Milwaukee”, la definizione e la storia del vampirismo.
Centini riporta i fatti: non inventa, non abbellisce, non eccede nel raccontare l’orrore, né si compiace di tremendi particolari (una grande lezione, questa, che qualcuno deve ancora imparare).
Il volume è corredato da immagini, fotografie e da una interessantissima appendice in cui sono riportati gli atti del processo e gli articoli più importanti a esso collegati.
L'autore non ha certo bisogno di conferme o complimenti, ma è giusto e doveroso dire che “Lo strangolatore di donne” è un saggio perfetto, eccellente sotto ogni punto di vista, una vera e propria cronaca del terrore, della realtà e del male che, purtroppo, da sempre circonda gli uomini.
Un esempio di come dovrebbe essere scritto un saggio, del modo in cui ci si dovrebbe accostare a vicende terrificanti per tentare di capire quale meccanismo si innesca nella mente umana che decide di uccidere e infierire sulle vittime.
Vi consiglio di leggere attentamente “Lo strangolatore di donne”, anche nelle parti più scabrose, di riflettere sul senso del bene e del male, soprattutto in quest’epoca in cui l’orrore, talvolta, ci viene ripetutamente mostrato fino all’assuefazione, con insistenza, anche incuranza.
Al male non ci si deve abituare, perché non è parte di una realtà virtuale, ma di quella vera che viviamo ogni giorno. Il libro Titolo: Lo Strangolatore di Donne. La drammatica storia di Vincenzo Verzeni “sadico sessuale, vampiro e divoratore di carne umana”. Autore: Massimo Centini Casa editrice: Yume Book Pagine: 191 Prezzo: 15 euro Data di Pubblicazione: 1° aprile 2014
Sinossi La drammatica storia di Vincenzo Verzeni “Sadico sessuale, vampiro e divoratore di carne umana” “Sadico sessuale, vampiro e divoratore di carne umana”… Così Cesare Lombroso, nell’articolo Verzeni strangolatore di donne pubblicato sulla “Rivista di discipline carcerarie in relazione con l’antropologia, con diritto penale, colla statistica” (1873) definiva Vincenzo Verzeni di Bottanuco (provincia di Bergamo), che, tra il 1869 e il 1871, si macchiò di alcuni crimini decisamente efferati e sconvolgenti per le modalità con cui vennero commessi. La vicenda che raccontiamo nelle pagine che seguono è storia: non ci sono impennate narrative o velleità letterarie, tutto si attiene ai fatti. Fatti tragici, violenti, truculenti, ma veri. L’autore Massimo Centini è nato a Torino nel 1955. Laureato in Antropologia culturale presso la facoltà di Lettere e Filosofia della sua città, ha pubblicato vari libri con Vis Vitalis, alcuni dei quali allegati al quotidiano La Stampa. Autore di numerosi saggi per case editrici nazionali (Mondadori, Newton & Compton, Piemme, La Stampa e altri), ha al suo attivo alcuni volumi tradotti in varie lingue. Docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino, insegna “Storia della criminologia” ai master organizzati da MUA – Movimento Universitario Altoatesino – di Bolzano.
Per saperne di più
La pagina della casa editrice Yume Book dedicata al libro.
La pagina Fb della casa editrice Yume Book https://www.facebook.com/yume.book
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