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Recensione: Lo strano caso dell'apprendista libraria di Deborah Meyler
Creato il 03 ottobre 2014 da Alessia84Editore Garzanti LibriCollana Narratori moderniFormato RilegatoPubblicato 28/08/2014Pagine 348Lingua ItalianoISBN-13 9788811682448Traduttore C. MarseguerraEsme ama ogni angolo di New York, e soprattutto quello che considera il suo posto speciale: La Civetta, una piccola libreria nell'Upper West Side. Un luogo magico in cui si narra che Pynchon ami passare i pomeriggi d'inverno e che nasconde insoliti tesori, come una prima edizione del Vecchio e il mare di Hemingway. Ed è lì che il destino decide di sorriderle quando sulla vetrina vede appeso un cartello: cercasi libraia. E l'occasione che aspettava, il lavoro di cui ha tanto bisogno. Perché a soli ventitré anni è incinta e non sa cosa fare: il fidanzato Mitchell l'ha lasciata prima che potesse parlargli del bambino. Ma Esme non ha nessuna idea di come funzioni una libreria. Per fortuna ad aiutarla ci sono i suoi curiosi colleghi: George, che crede ancora che le parole possano cambiare il mondo; Mary, che ha un consiglio per tutti; David e il suo sogno di fare l'attore. Poi c'è Luke, timido e taciturno, che comunica con lei con le note della sua chitatra. Sono loro a insegnarle la difficile arte di indovinare i desideri dei lettori: Il Mago di Oz può salvare una giornata storta, Il giovane Holden fa vedere le cose da una nuova prospettiva e tra le opere di Shakespeare si trova sempre una risposta per ogni domanda. E proprio quando Esme riesce di nuovo a guardare al futuro con fiducia, la vita la sorprende ancora: Mitchell viene a sapere del bambino e vuole tornare con lei. Esme si trova davanti a un bivio: non sa più se è quello che vuole davvero...
Cari lettori, era tempo che non postavo una recensione. Ahimè i nuovi progetti editoriali mi rapiscono del tutto; ma prometto di essere più presente.Oggi recensirò "Lo strano caso dell'apprendista libraia". Innanzitutto vorrei ringraziare la Garzanti per avermi offerto la possibilità di leggerlo.Avevo grandissime aspettative per questo libro. Tutto lasciava promettere bene. L'incipit, la cover, il titolo. Insomma, ero sicura di innamorarmene; e invece non è accaduto.Spiacente dover aprire le danze con questa premessa, ma sinceramente, questo libro mi ha lasciato l'amaro in bocca.La trama è semplice e si snoda con fluidità. Diciamo che si tratta di una lettura poco impegnativa, rispetto a quanto credessi.Non sono rimasta del tutto convinta della caratterizzazione di Esme, una ragazza di ventitré anni che scopre di essere incinta e per raggranellare qualcosa, decide di lavorare in una piccola libreria: la Civetta.Credevo chissà quali segreti si celassero dietro questa ragazza e invece, nulla. L'ho trovata banale, scialba, senza spessore. Anche il suo ragazzo, Mitchell, il quale la lascia prima di sapere della sua gravidanza, è un personaggio senza spessore.Insomma, la vicenda mi sembra più da soap opera che da best seller in cima alle classifiche. Ma come si sa, il libro ormai lo fa il nome, non tanto il contenuto.Veniamo allo stile. Fatta eccezione per qualche picco, non ho trovato particolarmente ricco lo stile di questa autrice. Permettetemi di ripetere un aggettivo: "semplice". Tutto è semplice qui. Sarà che amo le storie corpose, intense, deliranti e piene di acrobazie stilistiche. Ho amato la Civetta, sì. Ho amato l'atmosfera della piccola libreria che resiste in una realtà urbana, che sembra averla dimenticata. Mi piacciono i libri che parlano di libri, perchè mi sembra di sentirne quasi il profumo. Mi piace che si celebri l'amore per i libri.Ma a parte questo, non sono rimasta del tutto convinta.
“Mi piace andare in libreria. É il mio paradiso: qui non mi devo mettere alla prova, come sono costretta a fare di continuo alla Columbia”.
“Penso che le librerie dureranno, in una forma o nell’altra. Anzi mi piace pensare che potrebbe esserci anche una rinascita.”
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