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[Recensione] Milites – Cristina Lattaro

Creato il 19 maggio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Milites – Cristina LattaroTitolo: Milites
Autore: Cristina Lattaro
Editore: Lettere Animate
Formato: Digitale
ISBN: 9788897801535
Num. Pagine: 116
Prezzo: 1,49€
Voto: [Recensione] Milites – Cristina Lattaro

Contenuto:
Fabio Mosto è un figlio illegittimo che non ha mai conosciuto il padre. Si innamora del vicino di casa che lascia per abbracciare la carriera militare. Nel contingente dell’esercito di cui è colonnello arriva il tenente Domizio Bruni, rampollo di una famiglia ricca e blasonata, dotato di una bellezza e di un fascino non comuni, abituato da sempre a ottenere quello che vuole.
La tranquilla routine della caserma viene scossa da un incidente mortale in cui rimangono coinvolti due soldati di leva, entrambi connessi a Bruni che esce indenne dalla conseguente inchiesta militare. Mosto prenderà comunque dei provvedimenti drastici verso Bruni a cui resterà legato in vita e oltre la vita.

Recensione:
Poco convincente.
Ero partita un po’ emozionata: si tratta di storie che si muovo nell’ambito militare, e quindi un universo di silenzi, di omertà, di conflitti esterni e interiori, senza contare il phatos che traspare dalla trama intricata… mi sono ritrovata delusa.
Le vicende che vedono alternati i protagonisti sono caotiche, si inseguono senza un ordine troppo preciso, qualche flashback che viene gettato random col risultato di confondere il lettore che si ritrova sobbarcato di riflessioni senza riuscire a raccapezzarsi nel contesto.
I personaggi mi sono piaciuti, poche pennellate ben tratteggiate che hanno saputo sfruttare gli eventi per dar loro un’ottima caratterizzazione, interessanti e intriganti, ognuno a modo loro. Peccato che questo interesse non si sia riuscito a mantenere costante nell’arco del racconto. Nessun approfondimento emotivo che andasse oltre le descrizioni – eloquenti ma scarse – e pertanto nessuna evoluzione delle loro personalità, il che li ha resi semplici figure di carta, parole, dimenticabili. Dalla metà in poi è stato un saltellare da un avvenimento all’altro, fino a una conclusione che mi ha fatto strabuzzare gli occhi per il semplice motivo che mi è parsa scollegata con tutto il resto, dato che la spiegazione è arrivata dopo.
Il linguaggio è abile, scorrevole nonostante la presenza di termini e costruzioni della frase insoliti, desueti (per rimanere in tema), ma comunque si nota una padronanza del linguaggio derivata da numerose letture nonché impratichimento nella scrittura. Peccato appunto per la troppa fretta del tutto.
Il filo conduttore c’è, ma invece che avere una normale sequenza di fatti ci sono situazioni frammentarie che lasciano scoperti archi di tempo anche piuttosto ampi, a volte recuperati da retrospezioni che sembrano incassate a forza.
È stato un peccato perché avrei volentieri letto qualcosa in più su Fabio e Domizio, sui sotterfugi e sulle ripicche tra caserme e palestre, avrei preferito che si fosse concesso più spazio alla psicologia di chi era coinvolto, a qualche emozione in più invece di limitarsi a poche righe, un finale di capitolo a effetto, e poi un cambio di scenario.
Poteva andare meglio.


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