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[Recensione] Miracoli sbagliati – Sebastiano Mondadori

Creato il 02 luglio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Miracoli sbagliati – Sebastiano MondadoriTitolo: Miracoli sbagliati
Autori: Sebastiano Mondadori
Editore: Miraviglia editore
Num. Pagine: 239
ISBN: 9788889993286
Prezzo: 18,00€
Voto: [Recensione] Miracoli sbagliati – Sebastiano Mondadori

Trama:
Quando arrivano, i miracoli sbagliati accorciano la vita nell’immagine della sconfitta, e vanno consumati fino in fondo prima di accettare un altro passato. Se ne accorgono di colpo Giovanni e Margherita, che hanno smesso di essere bambini. Non saranno più vicini come quando erano divisi dalla siepe di un giardino estivo in Versilia. Eccoli adulti, persi nelle loro carriere amorose di tentativi di felicità, promesse, tradimenti. Ma fino a che punto impariamo gli altri dai loro falsi d’amore? Per Giovanni c’è il rifugio di Lucca, lontano dalla famiglia, dal talento e dal cancro. Per Margherita la carriera televisiva a Milano, nella solitudine di una bellezza persa e ritrovata con l’ossessione di un figlio che non arriva. Per entrambi c’è la vita, che invecchia i sogni di un’amara consapevolezza: per parlare a ragion veduta dell’amore, bisogna averlo perduto per sempre.

Recensione:
Un romanzo non facile da catalogare, perché difficile entrarne nell’ottica.
Miracoli sbagliati ci sbatte in faccia in primis i due protagonisti assoluti – Giovanni e Margherita – di una vicenda che si evolverà nel tempo, accompagnata da nascite, morti, comparse e capisaldi, e in secundis lo stile dell’autore. Ci tengo a precisare che entrambe le cose sono piuttosto ostiche, e che fino alla fine del primo quarto del libro la tentazione è un po’ quella di mandare al diavolo ambedue per dedicarsi ad altro.
Poi, quando si riesce a immergersi nella dinamica, seguire il nesso della trama diventa più facile, persino divertente in un certo qual modo.
I personaggi principali sono particolari. Bisogna guardare dal loro punto di vista per riuscire a seguire la storia, e non nego che creano un palpabile contrasto col buonsenso e a volte col buongusto, fra tradimenti, ritorni, menzogne e abbandoni la simpatia che rispecchiano è altalenante, si ritira e si riavvicina come la risacca del mare, e sta al lettore decidere se condividere loro visione della vita o rifiutarla senza tante cerimonie.
L’impronta della narrazione ha un che di neorealistico, con picchi di crudezza, intensità e chiarore abbacinante, e fasi di onirico dove i ricordi non solo si mescolano al presente ma si fondono del tutto, creando situazioni in cui occorre lentezza per analizzare ogni manciata di parole per raccapezzarsi in un discorso che riga dopo riga si amplia, ed è necessaria una certa attenzione per non permettere al paragrafo di scoppiare come un palloncino troppo vicino al sole.
Miracoli sbagliati è un percorso di crescita che si dipana nell’arco di una quarantina d’anni, in cui Giovanni e Margherita attraverso i capitoli si passano la palla nel raccontare vite differenti che a volte si incrociano e si allontanano brutalmente, senza però liberarsi di quel legame che li aveva tenuti uniti da bambini, divisi soltanto da una siepe di bossi. Non è una storia d’amore, perché l’amore c’è nelle prime pagine, nei primi incontri, poi si spacca, si piega agli eventi, evapora e non riesce più a cristallizzarsi, disperdendosi e diventando una presenza innominata, che aleggia ma che non potrà mai più concretizzarsi e diventare reale.
Per parere puramente personale, non posso dire di aver apprezzato l’essenza di questo romanzo: pecca di troppa concettualità, descrizioni che sbandano e scadono nell’eccesso di dettagli evanescenti, in cui molto spesso dalla situazione iniziale si innescano astrazioni e riferimenti che si rivelano le une dentro gli altri come in un gioco di scatole cinesi, e ci si ritrova a dover leggere la stessa pagina più volte per recuperare tutti i fili.
Altresì è un romanzo che ha un suo innegabile fascino, perché il termine della lettura permette di penetrare il guscio formato dalla cortina di vocaboli e finalmente far riflettere sul contenuto, che non è poi così malvagio.
Come dire: è un’opera per intenditori, apprezzabile da chi ama il linguaggio estatico e mai scontato, sconsigliato a chi cerca la lettura da spiaggia.


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