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Recensione: Nei tuoi occhi

Da Flautodipan @miriammas
Recensione: Nei tuoi occhi Titolo: Nei tuoi occhi 
Autore: Jakob Melander 
Traduzione dal danese di Eva Kampmann 
Editore: Giano 
Collana: I libri della civetta 
Pagine: 336 
Prezzo:  13,90 Descrizione:
Quando viene rinvenuto il cadavere di una prostituta slovacca a cui sono stati estratti gli occhi prima di essere uccisa con un colpo di pistola, l’ispettore della squadra omicidi di Copenaghen, Lars Winkler, ha già i suoi bei problemi. La moglie lo ha lasciato per Ulrik, amico di vecchia data e suo superiore; la figlia adolescente lo odia e passa il tempo in compagnia di Christian, un dandy dai modi violenti e inquietanti, e i giornali gli stanno con il fiato sul collo per un errore commesso in passato. Meno male che ci sono i vinili dei «suoi» Led Zeppelin, a tenerlo su. Aiutato da Sanne, una giovane agente di provincia che è in città per fare pratica, Lars segue una pista che lo porta a due kosovari, quando il suo capo gli toglie il caso. Ci sono stati due stupri in città e vuole che sia lui a occuparsene. A malincuore, Lars e Sanne obbediscono e tendono una trappola al sospettato: lo stupratore, però, riesce a fuggire e i giornali locali colgono l’occasione per crocefiggere definitivamente l’ispettore, cui non resta altro che rinchiudersi in casa con i suoi dischi e aspettare la fine. Quando anche Caro, l’amica del cuore di sua figlia, scompare e i sospetti ricadono su Christian, Winkler scopre un indizio che lo porta a un oculista, John Koaes, noto in passato per un traffico di impianti oculari. E nella notte di San Giovanni, mentre in città esplodono i fuochi d’artificio e la gente si accalca in strada per i festeggiamenti, Lars Winkler scende nel rifugio antiatomico dove tutto è iniziato sessant’anni prima, durante la Seconda guerra mondiale, e si trova faccia a faccia con il misterioso assassino.
L'autore:
Recensione: Nei tuoi occhi Jakob Melander è musicista, attore, docente di Letteratura e scrittore. Nei tuoi occhi, i cui diritti sono già stati venduti in numerosi paesi, è il suo primo romanzo.  
La recensione di Miriam:
Un corpo privo di vita abbandonato in un parco pubblico di Copenaghen, un foro di proiettile in pieno petto e le orbite vuote. È un’immagine stridente, quasi una nota stonata in un paesaggio rischiarato dai tiepidi raggi del primo sole estivo, un macabro fotogramma che scandisce l’incipit di un thriller cupo, violento, coinvolgente come un brano di musica hard rock.
Ad accorrere sulla scena del crimine è l’ispettore Lars Winkler. Reduce dal fallimento del suo matrimonio, causato proprio dal suo capo che gli ha soffiato la donna amata, preferirebbe concedersi una pausa, starsene da solo ad ascoltare i tanto amati Led Zeppelin e magari provare a ricucire il rapporto con  Maria, la figlia adolescente che sembra detestarlo. Di certo non è il momento ideale per occuparsi di un nuovo caso ma, non potendo sottrarsi al dovere, è costretto a stringere i denti e scendere in campo.
Di lì a poco, un nuovo omicidio siglato dallo stesso modus operandi confermerà il suo sospetto di essere alle prese con un serial killer che pare aver preso di mira le prostitute della città.
Aiutato dalla giovane praticante Sanne, Lars si lancerà a capofitto nelle indagini ma proprio quando avrà la sensazione di essere sulla pista giusta, si verificheranno due stupri in città e il suo capo/rivale Ulrik coglierà l’occasione per togliergli il caso.
Mentre l’omicida seriale, soprannominato dalla stampa Ole Chiudilocchio, continua  a mietere le sue vittime, l’attenzione di Winkler sarà così dirottata sugli episodi di violenza carnale.
Un errore tuttavia gli varrà la perdita anche del nuovo caso.
Definitivamente sospeso da ogni incarico Lars otterrà, suo malgrado, l’occasione per concedersi l’agognata pausa rigenerante ma il suo istinto di poliziotto non gli darà tregua, tanto più quando toccherà a un’amica di Maria essere stuprata e i suoi sospetti ricadranno proprio su Christian, il fidanzato della figlia. Nonostante appaia ben disposto nei suoi confronti e condivida la sua passione per la buona musica riuscendo ad apprezzare persino il rock degli anni ’70 a dispetto della giovanissima età, Christian sembra emotivamente instabile. Dietro il suo sguardo da principe azzurro sembra nascondere un tormento, un’indole cupa, forse violenta, accentuata da una passione quasi morbosa per gli assassini seriali. La trama orchestrata da Melander è una matassa che via via diviene sempre più intricata, fatta di fili e piste investigative che si intrecciano salvo poi sciogliersi, nel modo più imprevisto, in battuta finale.
Due casi inizialmente distinti, finiranno per incrociarsi tracciando le linee di un unico disegno, mentre alcuni flashback, collocati ad arte tra i vari capitoli, ci rimanderanno a un’epoca remota.
Intanto che le indagini procedono, saremo infatti introdotti progressivamente nei meandri oscuri di uno scantinato all’epoca della seconda guerra mondiale.
Ad attenderci nella penombra di un anfratto pregno di ombre e polvere, troveremo un soldato morente, una donna innamorata, un uomo lucidamente folle, impegnato nella realizzazione di un progetto raccapricciante.
Sarà proprio lì, in quel luogo oscuro e tra le pieghe di una terribile pagina di storia che si anniderà la soluzione del caso; una soluzione inimmaginabile in grado di spiazzare completamente il lettore nell'epilogo.
Stile graffiante come note spigionate da chitarre distorte, svisate struggenti disseminate di tanto in tanto  a produrre interessanti deviazioni, alta tensione, descrizioni esplicite che a tratti rasentano lo splatter e personaggi fortemente credibili, sono gli elementi che, saldandosi a un plot congegnato con maestria, caratterizzano Nei tuoi occhi – un thriller che a buon diritto può inserirsi nella vincente carrellata narrativa di matrice nordica osannata, negli ultimi anni, tanto dalla critica quanto dal pubblico di lettori.
Tra i numerosi punti di forza che connotano quest’opera di Melander, sicuramente va annoverato Lars Wingler − che a quanto pare vedremo tornare in azione in capitoli successivi della serie. A renderlo vincente e più simile  a una persona in carne e o ossa che a un personaggio di fantasia, sono i suoi numerosi difetti, gli scheletri che serba nell’armadio, le debolezze e le passioni (non da ultima quella per la musica) che lungi dal tratteggiarlo come ispettore infallibile e tutto d’un pezzo, ci restituiscono il ritratto di un uomo vero, un uomo che fa i conti con le difficoltà quotidiane e  con gli orrori che la nostra società ci propina, proprio come fosse uno di noi.
 

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