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Recensione: "Nel nome del male"

Creato il 06 marzo 2015 da Ilary
Nel nome del male - James Oswald Titolo: Nel nome del male Titolo originale: Natural causes Autore: James Oswald Editore: Giunti Collana: M Pagine: 448 Prezzo: 14,50 € cartaceo / 8,99 € e-book
Nei sotterranei di un'antica dimora nel cuore di Edimburgo viene rinvenuto il cadavere di una ragazza, rimasto nascosto per sessant'anni all'interno di una cripta. Incaricato delle indagini, l'ispettore McLean, spirito libero e cocciuto, non può immaginare la scena che si troverà di fronte: un corpo straziato in un contesto che ha tutta l'aria di un cerimoniale. Per gli alti vertici della polizia questo cold case non è certo una priorità, ma McLean è ossessionato dal macabro rituale con cui è stata seviziata la vittima e non riesce proprio a girare al largo. Intanto Edimburgo è sconvolta dal brutale assassinio di un vecchio banchiere, seguito da una catena di altri omicidi di uomini in vista: tutti ricchi e potenti. Tutti sventrati con lo stesso rito cruento. Possibile che si tratti solo di coincidenze? Qual è il filo rosso che lega gli omicidi tra loro? E quale mente perversa può congegnare un simile orrore?

RECENSIONE
Sta diventando un'impresa sempre più ardua, per me, quella di trovare un thriller all'altezza delle mie aspettative ormai sempre più elevate. Avendone letti tanti e di tutti i tipi difficilmente riesco a trovare qualcosa che mi sorprenda in positivo. E infatti, Nel nome del male, non è stata una sorpresa e nemmeno una lettura particolarmente entusiasmante. Ero molto curiosa di leggere questo romanzo che è nato come autopubblicazione, ha avuto un successo incredibile e poi è arrivato anche in Italia grazie a Giunti; per chi non lo sapesse, James Oswald è un allevatore scozzese che per vent'anni ha scritto solo per diletto senza mai pubblicare, poi, spinto da un altro autore scozzese, Stuart McBride, ha deciso di autopubblicare il suo primo thriller. Il resto è storia. Nel nome del male è il primo romanzo della serie che vede protagonista l'ispettore McLean della polizia di Edimburgo, chiamato ad indagare sul rinvenimento di un cadavere mummificato in una stanza sotterranea di un'antica magione scozzese. Il corpo, orribilmente mutilato, è quello di una ragazza e sembra risalire ad almeno sessant'anni prima; la posizione del corpo nonché il tipo di mutilazione, la presenza di uno strano disegno sul pavimento e di sei oggetti racchiusi in piccole nicchie sembrano far pensare a un macabro rituale esoterico. Nel frattempo Edimburgo è scossa da una catena di efferate uccisioni di uomini illustri uccisi tutti nello stesso identico modo. C'è forse un collegamento tra questi delitti? Mentre indaga sul vecchio caso della ragazza mummificata e su una serie di furti avvenuti a Edimburgo nel corso degli anni, l'ultimo dei quali proprio a casa dell'amatissima nonna morta da pochi giorni, McLean scopre importanti indizi che fanno pensare che i delitti siano davvero collegati e tutto risalga alla tragica morte della sfortunata ragazza... Nel nome del male è un thriller di stampo classico a cui però l'autore ha fatto un'aggiunta tutt'altro che classica per un romanzo di questo genere, ovvero un tocco di soprannaturale. Questo, insieme a una serie di scene splatter nelle quali l'autore non si risparmia in quanto a sangue e truculenza, lo fanno sconfinare quasi nel genere horror. Personalmente non ho apprezzato la scelta di inserire l'elemento soprannaturale, l'ho trovato fuori luogo ma non solo, mi è anche sembrato solo un espediente semplicistico per risolvere in fretta il mistero. Se leggo un thriller, per quanto la vicenda possa sembrare esagerata, voglio comunque che ci sia realismo e verosimiglianza, non certo la presenza di forze occulte come motori degli omicidi. Non è solo questo, in ogni caso, che non mi ha fatto apprezzare Nel nome del male, anzi il paranormale è il problema minore, è proprio tutto l'insieme che non mi ha convinta e mi fa dire che, secondo il mio parere, questo è un libro che merita una sufficienza stiracchiata. Davvero non capisco come possa essere diventato uno dei tanti casi letterari, visto che non è niente di particolarmente memorabile o eccezionale.  La trama è fin troppo intricata, o per meglio dire è proprio caotica con tutte quelle sottotrame, personaggi e omicidi che si intrecciano, e si rischia di fare confusione tra chi è chi e chi ha fatto cosa se non si sta concentrati sulla storia mentre si legge. Inoltre la scrittura, anche se è buona, non lo nego, è pesante, non è scorrevole, nè rapida e incalzante come mi aspetterei da un thriller così che il romanzo risulta lento e monocorde. Anche i personaggi non sono particolarmente interessanti, per quanto possano essere caratterizzati in modo abbastanza soddisfacente, non spiccano e non colpiscono il lettore, nemmeno il protagonista, l'ispettore McLean, che è il solito detective brillante ma testardo e poco incline a seguire le regole dettate dai superiori, tormentato da un passato doloroso che lo ha portato a diventare solitario e a trovare consolazione nel whisky di tanto in tanto... insomma, niente di nuovo sotto il sole. È stata una delusione questo romanzo e lo dico a malincuore perchè di per sè la trama aveva grandi potenzialità ma ne è uscita una storia raffazzonata e confusionaria con un finale anche peggiore che, tranne qualche passaggio, mi ha annoiata e non certo appassionata come speravo. Per me, Nel nome del male è un libro ampiamente sopravvalutato e tranquillamente evitabile.
Il mio voto:

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