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[Recensione] Nella mia fine è il mio principio, di Agatha Christie

Creato il 14 maggio 2014 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Nella mia fine è il mio principio, di Agatha Christie

Titolo: Nella mia fine è il mio principio
Autore: Agatha Christie
Editore: Mondadori
Genere: Giallo
ISBN: 978-88-04-62659-6
Num. Pagine: 262
Prezzo: 12 €
Voto: [Recensione] Nella mia fine è il mio principio, di Agatha Christie

Trama:

Michael Rogers non ha mai avuto radici, né la necessità di legarsi a qualcuno o di fermarsi a vivere in un luogo ben preciso. La situazione cambia radicalmente, quando nella cittadina inglese di Kingston Bishop resta colpito da una tenuta, che tutti chiamano “Campo degli Zingari”. Ne è così attratto, che decide di assistere all’asta di vendita di questa proprietà maledetta e la visita personalmente. Proprio lì incontra Ellie, una ragazza molto ricca e s’innamora di lei; la giovane ricambia il sentimento, ma è costantemente controllata dalla sua famiglia. Per sposarsi, i due ricorrono all’aiuto di Greta Andersen, da sempre chaperon, amica, consigliera e complice della giovane, che durante la loro luna di miele, continuerà a spedire lettere da Londra a nome di Ellie, per far credere che lei si trovi ancora lì.
Per coronare il loro sogno d’amore, acquistano Campo degli Zingari, nonostante una zingara del luogo, la signora Lee li metta in guardia sul dolore che quella proprietà gli rovescerà addosso, intimandogli di andarsene. I due non ascoltano gli avvertimenti, anzi pianificano la costruzione di una casa meravigliosa, ad opera del famoso architetto Rudolf Santonix, amico di Michael. Lo stesso, una volta ultimati i lavori, ammonirà gli sposi sul loro futuro, guidato da misteriosi presentimenti.
La coppia dovrà avere a che fare con i parenti di entrambi, soprattutto di lei, che cercheranno di ostacolare la possibilità di una vita normale.
Tuttavia non sarà il peggio: i moniti di Santonix e della signora Lee non basteranno a scongiurare l’inevitabile…

Recensione:
Innanzitutto, un elogio particolare all’edizione, perché è molto carina con questa copertina fatta quasi di jeans, rigida e una stilizzazione molto efficace…anche se, leggete il libro e spiegatemi che c’entrava la pistola. Perdonate la battuta infelice: so benissimo che un grafico quando deve impaginare e alla svelta, non ha anche il tempo di mettersi a leggere i contenuti.
Bene, ora passiamo alla storia. Avevo già letto qualcosa della Christie (Poirot e la strage degli innocenti) ma mi aveva lasciata abbastanza indifferente. Nel senso: carino, scritto bene, ma non facevo i salti di gioia. Questo invece è davvero spettacolare, anche da com’è reso psicologicamente. Dallo stile alla storia, è un vero capolavoro.

<<A me, Campo degli Zingari non fa certo venire in mente sacrifici umani.>>
<<A me sì, invece. Colpa del nome, forse, e della maledizione.>>
<<Macché maledizione!>> esclamai. <<È una stupidaggine. Smettila di pensarci.>>
Questo accadeva in Grecia.

La trama, all’apparenza semplice, si snoda in modo sempre più complesso, fino a rendersi tortuosa. L’inizio è il seguente: due giovani, lui di umili origini e lei un’ereditiera, senza sapere molto l’uno dell’altro s’innamorano e dopo una breve frequentazione decidono di sposarsi e completare il tutto con una casa da sogno, costruita sul terreno dove si sono conosciuti.
Piccolo problema: Campo degli Zingari è dichiaratamente maledetto; lo dicono anche i sassi ed Ellie sembra intimorirsi, Mike invece non si cura affatto di codeste dicerie e convince sua moglie a continuare per la loro strada. C’è di mezzo Greta, che è una presenza ingombrante nella vita della ragazza e la loro amicizia creerà difficoltà alla coppia vera e propria.
Poi arrivano i parenti di lei, si raccomandano di stare attenti eccetera eccetera, i soliti sciacalli. Fin qui, niente di nuovo.
La narrazione si fa interessante quando in quella casa accadono cose strane. Insomma le minacce si concretizzano.

Ogni mattina e ogni notte
Nascono alcuni al soave diletto.
Nascono alcuni al soave diletto
Nascono alcuni ad infinita notte.

Questa è una canzoncina che Ellie canterà in un momento ben preciso della storia. Mi ha colpita fin da subito, ma sarà ancora più emblematica verso il finale, quando ogni cosa si rivelerà l’esatto contrario di ciò che è. Questo è sicuramente il punto di forza della lettura: un effetto straniamento incredibile, in cui tutto esce fuori dal proprio binario e ti rendi conto solo all’ultimo di aver seguito gli avvenimenti da un’ottica sbagliata.
Lei come personaggio mi è piaciuta particolarmente. Credo che in realtà sia meno ingenua di ciò che faccia intravedere, che abbia fiutato fin dall’inizio la situazione e l’abbia lasciata progredire per sua scelta, sperando fino all’ultimo. Ci ho visto, insomma, una forza in quell’apparente debolezza. Altro che mi ha dato decisamente una buona impressione è Santonix, che ho successivamente rivalutato. Lo trovo così sfaccettato psicologicamente, così complesso e originale, che passa l’esame a pieni voti, nonostante quel retrogusto perverso, quello strascico incomprensibile che lo accompagna.
Il finale è una bomba a mano: frenetico, vivace, lascia letteralmente a bocca aperta sia per le rivelazioni, sia per il modo in cui è costruito; perciò non ve lo anticipo. Sbalorditivo è Mike e il suo percorso inaspettato, fino all’ultima scelta, che a quel punto non mi aspettavo affatto. Di lui lascia di stucco il modo di ragionare del tutto fuori dagli schemi… e non solo.
Davvero un’ottima lettura, criptica, psicologica, ricca di sorprese. Formula vincente per originalità e intreccio ben congeniato, imprevedibile.


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