Magazine Cultura

[Recensione] Niceville – Carsten Stroud

Creato il 10 dicembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Niceville – Carsten StroudTitolo: Niceville
Autore: Carsten Stroud
Editore: Longanesi
Traduttore: Michele Fiume
ISBN: 978-8830431829
Num. Pagine: 412
Prezzo: 16,40€
Voto: [Recensione] Niceville – Carsten Stroud

Trama:
Benvenuti a Niceville, una piccola cittadina del sud degli Stati Uniti, circondata dal verde delle colline, popolata di alberi e di antiche ville coloniali e… abitata dal Male. A Niceville, ogni famiglia nasconde un segreto. A Niceville, la gente sparisce nel nulla, e raramente se ne trova traccia. Per questo, quando Rainey, di soli dieci anni, scompare, tutte le forze di polizia locale si mobilitano, senza alcun indizio da seguire…
È solo il primo anello di una catena di avvenimenti che travolgeranno, nel giro di trentasei ore, la vita di molte persone. Nick Kavanaugh, un poliziotto con un lato oscuro, indaga, aiutato dalla moglie Kate, ma a Niceville il male sembra essere molto più forte degli uomini.

Recensione:
Devo dire che il mio giudizio su questo romanzo è stato altalenante, ballerino, credo di averlo cambiato almeno tre volte nel corso di un solo pomeriggio.
Ho letto diverse recensioni su Niceville, e per quanto io stessa abbia incontrato qualche difficoltà, le ho trovate esageratamente negative.
Partiamo dal presupposto che l’autore è stato spacciato come il nuovo Stephen King. E già qui le aspettative dei futuri lettori erano alte, una buona tecnica di marketing per acchiappare quel target che si fida ciecamente delle pubblicità. Un punto a favore della Longanesi che riesce sempre a gabbare i boccaloni, e direi che finché gli riesce, è giusto che lo faccia.
Tralasciando ciò, il libro ci mette un po’ a ingranare: i primi capitoli sono spezzettati e si spartiscono diversi personaggi che si amalgamano, si incontrano e si allontanano l’uno dall’altro, che aumentano in maniera esponenziale costringendoci a tenere a mente una tiritera di nomi da associare a situazioni a volte troppo elaborate; si tratta in pratica non di un’opera per passare il tempo svagandosi ma qualcosa che richiede attenzione durante la lettura, occorre concentrarsi e figurarsi bene le scene, perché molte informazioni – anche importanti per la trama – ci vengono gettate nelle frasi senza quel pathos che ci si aspetterebbe, la narrazione non è teatrale né tantomeno soffocante, ma è liscia, scorrevole e a volte scivola sull’ironico senza preavviso, indi per cui è consigliato essere molto presenti a se stessi.
Devo ammettere che, una volta entrata nell’intreccio, mi sono sentita coinvolta e piacevolmente spronata a continuare la lettura, maledettamente curiosa di sapere come sarebbe finita la vicenda. O le vicende. Già, perché i personaggi hanno tutti un filo conduttore – che è la stessa Niceville – ma ognuno di loro ha un percorso proprio, intrigante e stimolante quando si vuole, ma di certo queste sottotrame non hanno contribuito a mantenere alto l’interesse nei confronti della questione principale, che invece avrebbe potuto rivelarsi ancora più coinvolgente se solo fosse stata esplicata meglio, in maniera meno sfocata e più diretta.
Il difetto di questo romanzo sta proprio nella sua insolvenza: il fulcro di tutto è la storia di fantasmi che rompe il climax iniziale, peccato però che sia le rivelazioni intermedie sia l’esito siano confusi, troppo rapidi, la soluzione del mistero è stata fatta soltanto intuire ma non è stata spiegata a chiare lettere, e alcuni punti sono rimasti completamente scoperti.
Cosa mi è piaciuto? Lo stile. Stroud ha un modo di narrare che convince, sciolto, indipendente, colto e simpatico, i personaggi non sono stati né troppo curati né troppo trascurati, un ottimo equilibrio che molti autori non riescono a creare. La trama è originale, contorta ma non così difficile per un lettore acuto.
Cosa non mi è piaciuto? L’evanescenza, il dare per scontato che chiunque capisse cosa stesse succedendo soltanto mettendo insieme i pezzi opachi di passato e presente che si fondevano, troppa poca chiarezza e un finale veramente troppo enigmatico, numerosi spiragli aperti che non permettono di chiudere il cerchio.
Nel complesso a me Niceville è piaciuto, ma si sarebbe decisamente potuto fare di meglio.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :