Non buttiamoci giù (A Long Way Down), regia di Pascal Chaumeil. Con Perce Brosnan, Toni Collette, Imogen Poots, Aaron Paul, Tuppence Middleton, Sam Neill, Rosamunde Pike.
Tratto da un romanzo di Nick Hornby, ma l’ascendenza nobile (be’, insomma) non basta a salvarlo. Già l’idea di partenza è balorda e improbabile. Quattro tizi – due uomini e due donne – si ritrovano sul tetto di un grattacielo con la stessa intenzione, buttarsi di sotto. Rinunceranno al malo proposito e faranno amicizia. Seguiranno sviluppi assai scontati. Un film fintissimo e goffo cui non riesci mai a credere, e che oscilla tra dramma e commedia senza riuscire mai a combinare registri così diversi. Voto 3.
Disastroso. Film imbarazzante, per come mescola malamente commedia (e pure la romantic comedy) con il dramma e le cose serie, ma serie davvero, della vita. Suscitando l’impressione di un film svenevole, scemo, della scemenza e insipienza di chi si trova in guai grossi e non riesce ad averne contezza. Non ho letto il romanzo del molto celebrato e generazionalmente idolatrato Nick Hornby da cui Non buttiamoci giù deriva, certo è che dopo aver visto il film non mi vien voglia di leggerlo. Miscela bittersweet con derive paradossali e di black comedy assai britanniche, però ci vogliono i registi giusti, di quelli che l’inglesità l’han respirata e ci son cresciuti dentro, e allora perché chiamare un francese? Il quale toppa, ovvio, non riuscendo mai a armonizzare i diversi, troppo diversi, registri della narazzione. L’idea d’inizio, balorda la sua parte, vede quattro tizi – due uomini, due donne – che si ritrovano sul tetto di un grattacielo londinese la notte di Capodanno con la stessa intenzione, suicidarsi, buttarsi di sotto. Che già una coincidenza così grida vendetta al cospetto del dio della letteratura (e del cinema). Il più maturo (Brosnan) è un presentatore tv che si è rovinato per via di una storia con una minorennne. Il ragazzo (Aaron Paul) è un musicista fallito, oltretutto malatissimo di malattia non più curabile. Poi Maureen, mamma depressa e fiaccata dalla vita, con un figlio disabile a carico. Ultima, la ragazzotta Jess, figlia di un politico, appena mollata dal fidanzato, e non si caoisce bene perché voglia ammazzarsi, forse per noia, forse per idiozia incurabile. Naturalmente nessuno si butterà di sotto, anzi i quattro faranno amicizia, socializzeranno come usan dire le psicologhe, formeranno un bel gruppetto, cominceranno a frequentarsi, con prevedibili sviluppi. E con un patto. Se entro il giorno di San Valentino non troveranno la voglia di vivere, si ritroveranno lì, e via con un bel salto. Cosa pensate che succeda? Ecco, che tra drammi veri e perlopiù fasulli (come possiamo prendere sul serio la viziata Jess?), tra angeli custodi tirato in ballo e una vacanza tutti insieme in un orrendo posto di mare spagnolo, i quattro scopriranno che la vita l’è bella. Che poi era già tutto in Meraviglioso di Modugno, solo che lui l’aveva detto e cantato più sinteticamente e con più classe di questi qua e del loro film. La più penalizzata dalla sceneggiatura e dalla regia è la povera Toni Collette nell’ennesima parte di madre gravata da problemi, conciata con dei golfini che neanche più le nonne e le vecchie zie nelle più sperdute valli subalpine e prealpine, e dei capelli che ti vien voglia di darle un obolo perché corra subito dal parrucchiere (che poi anche lì ci saranno i cinesi che un taglio e una messimpiega la fan pagare quasi zero, no?). Si salva Imogen Poots, che lascia il segno nonostante il personaggio impossibile che si trova a interpretare, intendo quella Jess da prendere subito a sberloni. Occhio, è un’attrice che potrebbe farne di strada, e che ritroveremo nel nuovo Malick Knight of Cups, forse (e sottolineo il forse, trattandosi di quel genio complicato di Malick) in concorso al prossimo Cannes.
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Recensione. NON BUTTIAMOCI GIÙ: uno dei peggiori film degli ultimi tempi. Scansare
Creato il 23 marzo 2014 da LuigilocatelliPossono interessarti anche questi articoli :
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