Magazine Cultura
TITOLO:Nurnberg Fallout 14/88
AUTORE: Giuseppe Pasquali
CASA EDITRICE:Linee Infinite Edizioni
COLLANA:Phantasia
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014
PAGINE:311
-SINOSSI-
"La Storia è un fiume il cui corso non è possibile imbrigliare in alcun modo. Nessuno l’avrebbe mai predetto. Nessuno, nella Repubblica di Weimar, credeva a quelle parole, livide di rabbia e odio. Sarebbe stata necessaria un’immane catastrofe perché un partito come quello nazista conquistasse il sostegno delle masse. E il disastro arrivò nel 1929 con l’improvviso collasso dell’economia, sulla scia del crollo della borsa di New York. Wall Street fu solo l’avvisaglia della tempesta. Dodici anni dopo, nel 1941, i primi ordigni atomici tedeschi cominciarono a cadere su tutta l’Europa. Due terzi della popolazione del continente perì nella prima settimana del conflitto. Tra le rovine di nazioni incenerite dal fallout atomico, una sola bandiera sventolava nei deserti radioattivi in segno di vittoria. La croce uncinata nazista. Il Nuovo Ordine voluto dal Terzo Reich aveva inizio. Fu allora che apparvero i Giganti. Sconosciuti. Feroci. Implacabili. Venuti dal nulla con un unico scopo: divorare gli esseri umani. Due secoli dopo, l’umanità si ritrova asserragliata dietro all’ultimo baluardo rimasto in Europa: l’immenso Muro di Berlino che taglia in due il continente. Siamo nell’anno 237 del Reich Millenario. La guerra volge al termine. Un conflitto, quello tra Dèi e Giganti, che distruggerà la vita di Gertrude “Trude” Schmitt, crudele ufficiale delle leggendarie Vergini Nere, ordine monasticoguerriero composto unicamente da donne. Quello del Male è un richiamo forte. È facile schierarsi dalla sua parte. Cosa può salvare gli uomini dal fascino delle tenebre?"
Come altre volte mi è accaduto con la Linee Infinite, il retro di copertina ha pochissimo a che fare con la trama effettiva, come se chi l'avesse scritta non avesse nemmeno letto il libro o altre sinossi.Ho comprato questo libro per la bellissima copertina e perchè la trama comunque mi ispirava tantissimo, l'ho trovata subito molto originale e credo tutt'ora che abbia un potenziale notevole. Tuttavia, ho cominciato ad avere i primi dubbi soltanto sfogliandolo, e direi che questa è una cosa abbastanza tragica. Il motivo di questa titubanza è presto detto: non c'è una sola frase, una sola, dico, che ammetta una semplicissima subordinata. Al 99% sono frasi semplici, ma la cosa davvero drammatica è che l'intero romanzo si presenta graficamente come un testo frutto delle prime e incerte prove di uno scolaretto alle prime armi: punti e a capo a non finire. Non so se mi spiego: in 300 pagine non c'è un punto che sia seguito da un'altra proposizione. Si tratterà di stile? Ditemelo voi, se già conoscete questo autore, per me si è trattata di una scelta male azzeccata da parte della casa editrice e dell'autore stesso. Il risultato di questo è un ritmo singhiozzante, frammentato, saltellante, spezzato e insomma, ci siamo capiti, non è il massimo per una buona lettura.A onor del vero, questa particolare scelta non è stata un ostacolo grande come pensavo. Malgrado il layout, infatti, sono riuscita a leggere l'intero libro senza mai pensare di abbandonarlo, perché ero curiosa di sapere come sarebbe andata finire la storia di Gertude Schmitt, una temuta Vergine Nera.
Quest'idea di ambientare una storia in un futuro alternativo, in cui il Reich Millenario ha effettivamente conquistato mezzo mondo, in cui il Mein Kampf è diventato una sorta di Bibbia e il nazionalsocialismo una religione mi ha intrigato fin da subito e tutt'ora continuo a pensare che si tratti di un'idea di grande potenzialità, resa purtroppo in modo poco riuscito. Innanzitutto, all'inizio c'è parecchia confusione: i nazionalsocialisti sono in lotta con i Giganti, ma che cosa siano questi non viene spiegato fino alla fine. Tutto il romanzo si svolge nella mente di Gertrude, tra continui sbalzi tra sogno e realtà, il che crea parecchio disordine nella mente del lettore: che cosa è vero e che cosa invece non lo è? Qual è la realtà e qual è il sogno? Inutile negare che proprio questo sia una della caratteristiche più peculiari di tutto il romanzo, anche se comunque continuo a pensare sia un po' destabilizzante. Credo ci siano poi delle imprecisioni che si potevano evitare: si parla di un Muro di Berlino, ma seguendo il filo immaginario che l'autore ha voluto dare alla sua fantastoria non si spiega come e perchè questo sia stato costruito. Insomma, è stato un po' come prendere dalla storia reale solo quello che faceva comodo e inventare liberamente tutto il resto.Avrei preferito che l'autore ricavasse qualcosa di più dalla sua idea anziché concentrarsi su un singolo personaggio e i suoi viaggi mentali: secondo me si poteva approfondire molto di più il contesto storico, le sue dinamiche, l'idea stessa che sta alla base di tutto. Il finale, per quanto sia imprevedibile, mi ha lasciata un po' con l'amaro in bocca: non era di sicuro il finale che avrei sperato ed immaginato. In conclusione, un libro un po' così: uno stile troppo semplice e infantile e una trama sprecata, ma comunque ho letto libri peggiori. Insomma, vedete un po' voi, se vi piace la storia, se vi piace uno stile fuori dal comune e che comunque si lascia leggere scorrevolmente, allora date un'occhiata a questo libro, altrimenti lasciate perdere.
Ora la riconosco... sono io?Di nuovo un lampo. Le immagini svaniscono.Qualcosa mi scuote i sensi.E' la voce di Annika alle mie spalle."Maggiore, vi sentite bene?"La bara è ancora lì, immobile.Mia sorella dorme il suo sonno eterno.Nulla più la può turbare.Parole di un passato lontano mi tornano alla mente. (i punti e a capo non sono miei, è effettivamente un brano del libro, preso così com'è)
Vi lascio con un assaggio di qualche riga del libro, giusto per rendervi conto di cosa intendo per stile frammentato.
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