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Recensione: Oblivion

Creato il 15 aprile 2013 da Mattiabertaina

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Genere: Fantascienza

Regia: Joseph Kosinski

Cast: Tom Cruise, Morgan Freeman, Olga Kurilenko

Durata: 135 min

Distribuzione: Universal Pictures

 

2077. Dopo una sanguinosa guerra nucleare tra gli umani e gli Scaverger, razza aliena che per sopravvivere assorbe l’energia dei pianeti, il pianeta Terra non è più vivibile: la Luna, parzialmente distrutta durante le battaglie, provoca severi danni all’ecosistema, causando catastrofi ambientali e costringendo i restanti abitanti a trasferirsi su Plutone.  Soltanto due individui, Jack e Victoria, rimangono, con un compito ben preciso: assicurarsi che le trivelle, macchinari tecnologicamente avanzati, prosciughino le ultime risorse rimaste e ripararle in caso di guasti improvvisi. Tutto ciò in un contesto desolante dove terremoti, residui di radiazioni hanno trasformato la Terra in un deserto senza confini. Tutto andrebbe secondo i piani quando alcuni astronauti atterrano improvvisamente schiantandosi al suolo, portando con sé delle sconvolgenti rivelazioni, che metteranno in discussione tutto ciò che protagonista reputava fosse la verità.

Tutto si può dire di questo film fuorché non sia girato egregiamente. D’altronde, il regista, Joseph Kosinski, è reduce dal successo di Tron Legacy, dove la computer grafica è il perno centrale di tutta la pellicola. Oblivion doveva essere il passo avanti della sua carriera, e in parte lo è. Il film esibisce una forte denuncia da parte del regista dei possibili effetti della supremazia perenne dell’uomo sulla Terra, dimenticandosi che non è l’unico essere ad abitarla. E qual è il mezzo più efficace per raccontarla se non ambientandola in un’epoca post-apocalittica, dove l’utilizzo del nucleare ha distrutto non solo la natura circostante, ma l’uomo stesso. Tutto ciò  però non basta a trasformare questo film in un capolavoro. Per rendere una storia credibile c’è bisogno di una sceneggiatura solida, densa di contenuto che guidi lo spettatore all’interno del racconto. Tutto questo Kosinski non ne ha tenuto conto, dimenticandosi che la tecnologia non sostituisce completamente la narrazione, ma aiuta a renderla più realistica. Se avesse dato più importanza a questo particolare, bilanciando questi due aspetti, Oblivion avrebbe acquistato quella originalità che manca, purtroppo, in tutta la durata del film.

Voto: 2,5 su 5



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