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Un solo piccolo errore, a volte, può essere l’inizio dell’inferno. Anna, di certo, non avrebbe mai immaginato di cacciarsi in un grosso guaio cedendo alle avances di un uomo molto più giovane di lei. Moglie e mamma felice di una bambina di dieci anni, nonché redattrice di una rivista piuttosto apprezzata, non aveva neanche pensato di concedersi una scappatella coniugale prima di imbattersi in Erik. Lo incontra durante un breve viaggio di lavoro, lui è un giovane pubblicitario che alloggia nel suo stesso hotel. Un bicchiere dopo cena e due chiacchiere in allegria sembrano essere tutto quanto hanno da condividere fino a che il ragazzo non avanza la sua proposta inattesa: un incontro più intimo nella sua stanza. Il primo istinto di Anna è quello di rifiutare, a casa ha un marito che l’aspetta, un uomo di cui è innamorata e che non ha alcuna ragione di tradire. Ricevere le attenzioni di un ragazzo che ha quindici anni meno di lei e tanto avvenente da aver attratto anche l’attenzione delle sue colleghe, tuttavia non è una fortuna che capita tutti i giorni e neanche qualcosa che può lasciare indifferenti, soprattutto se ci si affaccia sulla temibile soglia della mezza età. Una fugace notte di sesso, dopotutto, non sarà la fine del mondo, tanto più se Lukas rimarrà all’oscuro di tutto. Ineccepibile, salvo che per un piccolo particolare. Anna commette l’errore di considerare unicamente il suo punto di vista ignorando chi ha di fronte. Per Erik non sarà solo sesso e una sola volta non basterà. Tornata alla sua vita di sempre, la donna non potrà semplicemente archiviare l’accaduto perché il ragazzo tornerà a cercarla con insistenza. È una comune storia di stalking quella che segna l’inizio di questo romanzo, una di quelle che potremmo apprendere ascoltando un qualsiasi notiziario e che, tra loro, tristemente si somigliano. La sua evoluzione però non è così scontata, traccia un percorso efferato che si segue con i nervi a fior di pelle e un senso di angoscia crescente senza riuscire a schiodarsi dalla pagina. A fare la differenza è lui, un protagonista che definire solo psicologicamente disturbato sarebbe un eufemismo. Erik non è semplicemente morboso, mentalmente instabile, soggetto a sbalzi umorali; è un soggetto altamente pericoloso e, se ciò non bastasse, nasconde un terribile scheletro nell’armadio. Scavare nel suo passato sarà la chiave per comprendere le ragioni della sua scelta e della sua condotta, farlo però non sarà così semplice e quando Anna ci arriverà, probabilmente sarà troppo tardi. È un thriller fortemente introspettivo Ora sei mia, reso particolarmente avvincente dall’analisi psicologica dei personaggi che l’autore conduce con l’abilità di un fine esperto del settore. Hans Koppel ci fa entrare nella mente malata di Erik ma anche in quella di Anna facendoci comprendere appieno, e dall’interno, le dinamiche che possono scattare in situazioni simili. Il fenomeno dello stalking viene passato ai raggi X; l’effetto prodotto sul lettore è quello di un totale coinvolgimento emotivo tale da far correre i brividi lungo la schiena durante tutta la lettura. La sensazione predominante è quella di una costante esposizione al pericolo, alimentata dallo spionaggio perpetrato da Erik, dalle telefonate incessanti, dalla valanga di messaggi, dalle minacce più o meno esplicite che incalzano a ogni pagina sempre di più, ma anche dalla facilità con cui una piccola leggerezza si trasforma in una bomba a orologeria. Seguendo il calvario di Anna ci si rende conto di quanto possa essere pericoloso lasciarsi andare, fosse anche solo per pochi atti, con la persona sbagliata; ci si rende conto di quanto possano ingannare le apparenze e di quanto poco basti per scatenare il delirio in una mente malata. Erik spaventa perché è un insospettabile, perché a guardarlo nessuno penserebbe mai di avere a che fare con una persona capace finanche di uccidere. Inquietante è inoltre il senso di solitudine che investe la vittima di stalking e che l’autore riesce a scandagliare con disarmante realismo. Anna è sola con il suo senso di colpa e con le sue paure. Non può confidarsi con nessuno perché la vergogna di aver tradito il marito e di essersi lasciata andare con un uomo tanto più giovane di lei è troppo forte; il timore che Lukas scopra tutto e che la famiglia scoppi lo è ancor di più. Ma non è tutto. Anna non può ricevere l’aiuto sperato neanche dalle forze dell’ordine perché, in assenza di reato o di prove concrete, la polizia non può darle credito, né tantomeno perseguire un soggetto potenzialmente innocente − un soggetto tanto scaltro, ovviamente, da agire senza lasciare tracce tangibili. Come spesso accade in questi casi, purtroppo, bisogna aspettare che ci scappi il morto perché qualcosa si muova. Una lettura davvero mozzafiato, una discesa senza bombole d’ossigeno nell’abisso della follia incentrata su una tematica di scottante attualità.
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