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Inaspettata sorpresa.
Se c'è un tema che da Cane di Paglia a Calvaire, da Dogville a Il Vento fa il suo giro mi fa davvero impazzire è quello della reazione di una piccola comunità all'arrivo di uno "straniero", quasi sempre un cittadino o comunque qualcuno che per abitudini o cultura è molto diverso da loro.
Il giovane regista Gabbriellini ( l'attore protagonista di Ovosodo, ormai 16 anni fa) riesce nell'impresa di raccontare queste dinamiche in una maniera tremendamente realistica ed azzeccata e lo dico con cognizione di causa visto che vengo da un paesino di 900 anime (in città si dice abitanti, in paese anime, chissà perchè) e mi ricordo perfettamente quello che poteva succedere o non succedere con l'arrivo del romano di turno.
Anche qua i due forestieri cittadini sono romani (e romani de roma sono i due attori, i sempre bravi Mastandrea e Germano), due muratori venuti a piastrellare il terrazzo di un famoso cantante ormai da anni fuori dal giro. E coraggiosa è la scelta di Gabbriellini di affidare la parte a Gianni Morandi che interpreta quello che è praticamente un suo alter ego in maniera davvero convincente, specie nelle scene più dure e silenziose (quando parla e morandeggia richiama troppo sè stesso).
Come dicevo il racconto dell'impatto che i due hanno sul paesino è perfetto.
C'è la ragazzina che si innamora di uno dei due, probabilmente solo perchè viene da fuori, specie se da Roma.
C'è il ragazzino del paese che per questo si innervosisce.
Ci sono i due romani che hanno il loro solito approccio double face che se da un lato rivela la loro straordinaria capacità di esser divertenti e amichevoli sin da subito, dall'altro verso manifesta un senso di superiorità millenario.
Ci sono i paesani che guardano i due in modo storto, incapaci di instaurare un rapporto amichevole e pronti a punire ogni loro piccolo "errore".
La scena del ping pong è strepitosa ed esplicativa con il romano che la mette sullo scherzo, il ragazzino che non ci sta (anche perchè ha paura gli rubino la ragazzina), dice una frase di troppo e il romano di conseguenza continua con l'ironia ma stavolta in modo molto più pesante e di sfida. Grande scena.
Il film riesce a gestire in maniera molto buona parecchie dinamiche, l'ultimo concerto (o concerto di ritorno) del cantante, la faccenda del lupo, il rapporto tra il più giovane dei fratelli e la ragazza, le varie vicissitudini del più grande.
Poi alla fine del film c'è il collasso, tutte e 4 le vicende si incastrano tra di loro in modo tragico per portare a un finale davvero inaspettato, di una violenza inaudita.
E se è vero che da un lato tale finale colpisce favorevolmente, un'analisi più attenta porta però a un senso di inverosimiglianza e di eccesso davvero... eccessivi. E non parlo solo della conseguenze troppo più grandi delle cause ma anche di 2,3 passaggi di sceneggiatura abbastanza improbabili (il primo quello della badante che va a cambiarsi, ci mette non so quanto e intanto la padrona muore in casa e il marito è a metà concerto, la seconda i carabinieri che saputa una notizia così grave invece di fare un atto ufficiale, tipo sospendere il concerto e avvertire il cantante, comunicano la cosa solo ai paesani dall'animo più caldo).
Molto bello però, girato splendidamente ed emotivamente coinvolgente, il triplo montaggio tra il concerto (ottime le scene in pseudosoggettiva del cantante),. le vicende di Mastandrea e quelle di Germano.
Inquietante il personaggio di Morandi, davvero luciferino.
Molto bene Gabbriellini.
Splendida la locandina.
( voto 7 )
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