L’autore:
Ermanno SCRIP Ferretti ha 31 anni, vive tra Roma e Vienna (nel senso che abita più o meno a metà strada tra le due) e di mestiere fa l’insegnante. Ha una moglie e due figli. Ama il primo Nanni Moretti, il primo De Gregori, i primi R.E.M., i primi Belle and Sebastian, i primi Baustelle e il primo Nick Hornby. Pensa che i geni, quindi, dovrebbero morire a 40 anni. Ovviamente non si considera un genio.
Titolo: Per chi suona la campanella
Autore: Ermanno (Scrip) Ferretti
Editore: Fazi editore
ISBN: 9788881930869
Num. Pagine: 112
Prezzo: 10,00€
Voto:
Trama:
Per chi suona la campanella è un trattato di filosofia in pillole ad uso quotidiano frutto dell’ingegno di un professore di filosofia precario di liceo.
Ermanno Ferretti si è fatto conoscere sul social network Twitter con il nome SCRIP raccontando in 140 caratteri la sua vita di insegnante, dalle disavventure del precariato agli strafalcioni degli studenti, dai problemi reali della scuola a spunti per una nuova didattica. Ha vinto il premio di “Twitter più simpatico dell’anno” ai Twitter Awards 2010 ed è finalista nella stessa categoria nell’edizione del 2011.
“Se il mondo deve proprio finire come dicono i Maya, spero almeno che sia prima di un Collegio Docenti”.
L’estate sta finendo; Si sta come d’autunno; L’inverno del nostro scontento; Aprile è il mese più crudele; E la chiamano estate: questi i capitoli in cui è suddiviso il libro, un insieme di aforismi, battute, citazioni, commenti sull’Italia odierna: dalla scuola alla politica, dalla religione al costume.
Pensieri in libertà di un giovane professore precario ma marito e padre a tempo indeterminato.
Recensione:
Simpaticissimo: questa è la prima cosa che viene in mente leggendo le prime pagine di questo libro tutto da ridere.
I post – pardon! – i tweet sono corti 140 battute, proiettili di comicità che a volte fanno sganasciare dal ridere, altre volte lasciano interdetti, altre volte invece fanno esclamare un sonoro e deciso WTF?!, un po’ stupendoci e un po’ scioccandoci.
Questo libro raccoglie le riflessioni di un professore moderno, un giovane precario che sopravvive come può nel vorace mondo del lavoro – o del non lavoro – con un sarcasmo tagliente, acido e tipico di un filosofo che ha studiato il pensiero di pessimisti e disperati di ogni epoca, quindi non ci dobbiamo stupire granché.
Cinismo per raccontare le lotte scolastiche che contrasta con la genialità assolutamente impareggiabile degli studenti, che con le loro trovate per gabbare il sistema riescono sempre ad apparire meravigliosi nonostante tutto.
L’ironia in questa mini-raccolta è sottile per certi versi, non immediatamente comprensibile e proprio per questo piacevolissima, un intrattenimento non pesante ma coinvolgente, esilarante quasi.
E’ bello, l’autore ha un senso dell’umorismo privo di volgarità – cosa decisamente rara in questi tempi di prime serate all’insegna di battutine scadenti e ignude gentil donzelle che non sanno nemmeno parlare italiano corretto – genuino e fulminante.
Dalla politica ai problemi adolescenziali, dal regionalismo al nucleo motorio delle scuole, dalla televisione, mode e social network fino alla filosofia – soprattutto la filosofia! – con toni irriverenti e drammaticamente reali.
Inoltre perdersi tra questi tweet è un po’ come essere tornati alle superiori: il rapporto amore-odio tra professori e studenti, minacce e lusinghe, risate in compagnia, misteri dell’istruzione – che nemmeno Giacobbo è ancora riuscito a svelare, attenzione… – spaccati di una vita quotidiana normale ma fuori dall’ordinario.
Un libro gradevole, simpatico e divertente. Lo consiglio.
Aforisma da ricordare:
Inoltre, io ultimamente con le pagine dei libri mi
sono fatto talmente tanti tagli su una mano che
sembro quasi un uomo vero.