Sapevamo benissimo di dover preparare i fazzoletti per quest’altalena di emozioni, quei 58 minuti che ci hanno travolto, sbattuto a riva, con il bruciare dell’acqua salata ad entrarci nelle narici e nella gola.
E quanto brucia la gola e sale la febbre, perché non è solo la tristezza a provare le membra, ma il morbo dal quale pochi sopravvivono, misto alla rabbia e alle allucinazioni che questo viaggio sotto i venti sferzanti della costa ci provoca.
Tutto questo è Poldark, fino alla fine, fino all’ultimo respiro e sospiro.
Fino all’ultimo.
Non ci siamo risparmiati e così non si sono risparmiati nemmeno i nostri beniamini, per espiare e continuare a vivere, per migliorare la propria vita e non sempre nel migliore dei modi.
Ha dovuto compiere il suo cammino d’espiazione Francis, così come Elizabeth, perché dalla mano che disprezzavano e che allontanavano hanno poi ricevuto un aiuto senza eguali. Quell’ ignorant troll così temuta e allontanata, come una madonna caritatevole è stata per loro invece un vascello di soccorso, lo stesso vascello col quale Verity ormai naviga lontana. Ed Elizabeth stessa, cercherà di fare ammenda, anche se a metà tra il voler far bene e i dubbi della sua anima, si troverà combattuta tra due fuochi. Uno dei due però, sembra non essere più Ross.Già, perché nelle mire di chi all’arrampicata sociale dedica la vita, e senza scrupolo alcuno vuol proseguire, si inseriscono come indiscussi sovrani i Warleggans. Non hanno pena della morte, che sia di un congiunto o di una semplice bambina. Per loro tutto è profitto, anche quando la coscienza imporrebbe di mettere da parte gli schemi continui ed i sotterfugi. O si è succubi e loro amici o si è nemici giurati…
Scegliendo dunque di essergli nemico, Ross continuerà la sua discesa involontaria verso la rovina. Non c’è salvezza per lui, nemmeno in un viaggio di costante risalita dall’inferno. Il paradiso è stato per lui solo un assaggio durato troppo poco, perché i miserabili tornano a trascinarlo giù nella disperazione. Truro e le sue celle lo aspettano, ma sappiamo lotterà, deve farlo per lei che non c’è più, e per lei che è ancora qui. Il suo amore – quello che ora è cosciente di poter chiamare con quel nome.
Demelza.
Iniziamo con il suo canto dolce e lenitivo, come lenitive sono le sue cure, quando superando ogni preconcetto e pregiudizio, passa dal portar sollievo ai più poveri così come ai più ‘ricchi’ di Trentwith, che tanto hanno preferito ignorarla quando ve ne è stato bisogno. Eppure lei è li, a rischio della sua vita, in un’ottica dell’ occhio per occhio che funziona al contrario, perché seppur stia facendo del bene e salva il piccolo George, metterà a rischio la sua vita e quella della piccola Julia.
C’è lo strazio di una malattia, lo strazio di chi è impotente d’innanzi a tutto questo, e lo strazio per chi ha vissuto troppo a lungo momenti onirici e con poca lucidità, ma che ben hanno rispecchiato (oltre alle sue paure) quello che c’era al suo intorno. Il Caos più totale.
Il naufragio è un simbolo. Se la vita toglie, la vita altrettanto dona, e sebbene il prezzo sia alto da pagare, la soddisfazione di Ross per la perdita degli avidi Warleggans, è un altro momento effimero. Subito infatti è colpita duramente la rinnovata speranza con una sua ulteriore perdita, quella della sua libertà.
E se “The North remembers”(cit.), siamo convinti che anche il villaggio lo farà.
Come Jud e Prudie, come il povero Jim e Jinny. Come tutte le famiglie dei minatori che hanno potuto racimolare provviste e hanno sempre visto il dark Poldark dalla loro parte, per quanto possibile. Come l’ingenuo Dwight o Mark in fuga. Tutti ricordano, tutti sanno quale dei Poldark è quello che si è battuto per loro.
Abbiamo dunque soltanto assistito al principio della battaglia che ci sarà a venire. La serie si è aperta con una scena di guerra ben otto episodi fa, e guerra sarà anche alla fine, mentre già sentiamo i tamburi che preannunciano l’avanzata delle giubbe rosse. Il rosso che è nell’imbrunire, e nel sangue, e nei capelli di chi sta perdendo tuttoe più di tutti, ma non la dignità e la voglia di combattere. E nell’ennesimo addio Ross ci lascia ancora una volta in silenzio e muti con le parole che ci muoiono a filo di labbra. Come per Demelza. Come lei.
L’unica consolazione arriva dal buio, con quella certezza che Poldark ‘Will Return’.
Non mi sono lasciata andare questa volta a commenti sagaci, o ancor più, all’analizzare punto per punto la puntata. Ho preferito affrontarla sotto un altro punto di vista e commentare ciò che è chiaro a tutti, per lasciarla aleggiare in quella sfumatura di ineffabilità e caos che ci è stata proposta, e per lasciare poi ad ognuno le sue considerazioni, le sue attese e le sue speranze.
E quel che sarà della seconda stagione, spero vogliate aspettarlo e seguirlo con noi.
Io vi saluto qui, al crocevia dove ci eravamo incontrati qualche puntata fa, e vi regalo un caloroso arrivederci solo fino alla prossima serie.
-notforyourears
P.S. Sognate ancora un po’ con noi…ce lo meritiamo del resto…
Ringraziamo: Serie Tv Mania | DemiMovie | Aidan Turner Italia | Poldark Italia | Gli attori britannici hanno rovinato la mia vita | Blends of Scotland, Ireland, UK: Ladies’ perfect Tea |Roba da Vittoriani