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Recensione | Poldark 1×08 “There is no grief like the one that does not speak”

Creato il 27 aprile 2015 da Parolepelate

Recensione | Poldark 1×08 “There is no grief like the one that does not speak”

Sapevamo benissimo di dover preparare i fazzoletti per quest’altalena di emozioni, quei 58 minuti che ci hanno travolto, sbattuto a riva, con il bruciare dell’acqua salata ad entrarci nelle narici e nella gola.
E quanto brucia la gola e sale la febbre, perché non è solo la tristezza a provare le membra, ma il morbo dal quale pochi sopravvivono, misto alla rabbia e alle allucinazioni che questo viaggio sotto i venti sferzanti della costa ci provoca.
Tutto questo è Poldark, fino alla fine, fino all’ultimo respiro e sospiro.
Fino all’ultimo.

Non ci siamo risparmiati e così non si sono risparmiati nemmeno i nostri beniamini, per espiare e continuare a vivere, per migliorare la propria vita e non sempre nel migliore dei modi.

Recensione | Poldark 1×08 “There is no grief like the one that does not speak”
Ha dovuto compiere il suo cammino d’espiazione Francis, così come Elizabeth, perché dalla mano che disprezzavano e che allontanavano hanno poi ricevuto un aiuto senza eguali. Quell’ ignorant troll così temuta e allontanata, come una madonna caritatevole è stata per loro invece un vascello di soccorso, lo stesso vascello col quale Verity ormai naviga lontana. Ed Elizabeth stessa, cercherà di fare ammenda, anche se a metà tra il voler far bene e i dubbi della sua anima, si troverà combattuta tra due fuochi. Uno dei due però, sembra non essere più Ross.

Già, perché nelle mire di chi all’arrampicata sociale dedica la vita, e senza scrupolo alcuno vuol proseguire, si inseriscono come indiscussi sovrani i Warleggans. Non hanno pena della morte, che sia di un congiunto o di una semplice bambina. Per loro tutto è profitto, anche quando la coscienza imporrebbe di mettere da parte gli schemi continui ed i sotterfugi. O si è succubi e loro amici o si è nemici giurati…

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Scegliendo dunque di essergli nemico, Ross continuerà la sua discesa involontaria verso la rovina. Non c’è salvezza per lui, nemmeno in un viaggio di costante risalita dall’inferno. Il paradiso è stato per lui solo un assaggio durato troppo poco, perché i miserabili tornano a trascinarlo giù nella disperazione. Truro e le sue celle lo aspettano, ma sappiamo lotterà, deve farlo per lei che non c’è più, e per lei che è ancora qui. Il suo amore – quello che ora è cosciente di poter chiamare con quel nome.

Demelza.

Recensione | Poldark 1×08 “There is no grief like the one that does not speak”
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Iniziamo con il suo canto dolce e lenitivo, come lenitive sono le sue cure, quando superando ogni preconcetto e pregiudizio, passa dal portar sollievo ai più poveri così come ai più ‘ricchi’ di Trentwith, che tanto hanno preferito ignorarla quando ve ne è stato bisogno. Eppure lei è li, a rischio della sua vita, in un’ottica dell’ occhio per occhio che funziona al contrario, perché seppur stia facendo del bene e salva il piccolo George, metterà a rischio la sua vita e quella della piccola Julia.

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C’è lo strazio di una malattia, lo strazio di chi è impotente d’innanzi a tutto questo, e lo strazio per chi ha vissuto troppo a lungo momenti onirici e con poca lucidità, ma che ben hanno rispecchiato (oltre alle sue paure) quello che c’era al suo intorno. Il Caos più totale.
Il naufragio è un simbolo. Se la vita toglie, la vita altrettanto dona, e sebbene il prezzo sia alto da pagare, la soddisfazione di Ross per la perdita degli avidi Warleggans, è un altro momento effimero. Subito infatti è colpita duramente la rinnovata speranza con una sua ulteriore perdita, quella della sua libertà.

Recensione | Poldark 1×08 “There is no grief like the one that does not speak”

E se “The North remembers”(cit.), siamo convinti che anche il villaggio lo farà.
Come Jud e Prudie, come il povero Jim e Jinny. Come tutte le famiglie dei minatori che hanno potuto racimolare provviste e hanno sempre visto il dark Poldark dalla loro parte, per quanto possibile. Come l’ingenuo Dwight o Mark in fuga. Tutti ricordano, tutti sanno quale dei Poldark è quello che si è battuto per loro.
Abbiamo dunque soltanto assistito al principio della battaglia che ci sarà a venire. La serie si è aperta con una scena di guerra ben otto episodi fa, e guerra sarà anche alla fine, mentre già sentiamo i tamburi che preannunciano l’avanzata delle giubbe rosse. Il rosso che è nell’imbrunire, e nel sangue, e nei capelli di chi sta perdendo tuttoe più di tutti, ma non la dignità e la voglia di combattere. E nell’ennesimo addio Ross ci lascia ancora una volta in silenzio e muti con le parole che ci muoiono a filo di labbra. Come per Demelza. Come lei.
L’unica consolazione arriva dal buio, con quella certezza che Poldark ‘Will Return’.
Non mi sono lasciata andare questa volta a commenti sagaci, o ancor più, all’analizzare punto per punto la puntata. Ho preferito affrontarla sotto un altro punto di vista e commentare ciò che è chiaro a tutti, per lasciarla aleggiare in quella sfumatura di ineffabilità e caos che ci è stata proposta, e per lasciare poi ad ognuno le sue considerazioni, le sue attese e le sue speranze.
E quel che sarà della seconda stagione, spero vogliate aspettarlo e seguirlo con noi.
Io vi saluto qui, al crocevia dove ci eravamo incontrati qualche puntata fa, e vi regalo un caloroso arrivederci solo fino alla prossima serie.

Recensione | Poldark 1×08 “There is no grief like the one that does not speak”

-notforyourears

P.S. Sognate ancora un po’ con noi…ce lo meritiamo del resto…

Ringraziamo: Serie Tv Mania | DemiMovie | Aidan Turner Italia | Poldark ItaliaGli attori britannici hanno rovinato la mia vita | Blends of Scotland, Ireland, UK: Ladies’ perfect Tea |Roba da Vittoriani


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