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Recensione: PULP, Charles Bukowski

Creato il 01 luglio 2011 da Lafenice

Recensione: PULP, Charles BukowskiUn investigatore privato, il più “dritto” di L.A. Non più giovane, non più magro, non più sposato. I vizi sono gli stessi da sempre: l’alcool, le puntate sulle corse di cavalli. Inetto, ma con qualche caso ancora da risolvere, da spuntare dalla lista. Negli ultimi tempi pare non vada troppo bene al nostro Belane, è finito in un pasticcio -il  pulp del titolo- ma forse non è poi così interessato a ciò che gli accade. Sa essere così fastidiosa, la vita. Un ritratto più o meno ordinario di un uomo che non sa che farsene della propria esistenza, calato in una società poco incline alla benevolenza, che cerca di trovare il tuo punto debole, farti cedere. 
Se qualcuno si stesse domandando perché diamine leggere questo libricino sulle allucinate vicende di un insignificante uomo americano, la risposta è solo una: questo libricino è geniale. L’ironia, presente sempre, continuamente, in ogni domanda, risposta, gesto, silenzio, sguardo. La più pura finzione narrativa che si fonde perfettamente con una visione cinica e poi disperata della vita. La perfezione di dialoghi paradossali, che non avrebbero nessuna ragione d’essere, ma che non potrebbero essere espressi con altre parole. C’è da rimanere incantati per la fantasia letteraria, la lucidità di fronte all’evidente (ed imminente) disastro, l’ironia che lascia sempre con l’amaro in bocca. Ma i giudizi sono inutili, le riflessioni superflue, non perdete più tempo qui. In fondo, Bukowski resta Grande anche senza le mie parole, piuttosto, andate subito a recuperare questo gioiellino, non c’è spazio per la delusione.
Voto: 4 mele!
Recensione: PULP, Charles Bukowski
Veronica.

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