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[Recensione] Ragazzo da parete – Stephen Chbosky

Creato il 03 ottobre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Ragazzo da parete – Stephen ChboskyTitolo: Ragazzo da parete
Autore: Stephen Chbosky
Editore: Frassinelli
Traduttore: Chiara Brovelli
ISBN: 978-8876849039
Num. Pagine: 271
Prezzo: 16,00€
Voto: [Recensione] Ragazzo da parete – Stephen Chbosky

Trama:
Tra un saggio scolastico su Kerouac, una canzone degli Smiths e una citazione del Rocky Horror Picture Show, scorrono i giorni di un adolescente per nulla ordinario. L’ingresso nelle scuole superiori lo lancia in un turbine di prime volte: la prima festa, la prima rissa, la prima cotta… e via salendo nella scala dell’adrenalina. E Charlie, più portato alla riflessione che all’azione, affida emozioni, trasgressioni e turbamenti a una lunga serie di lettere indirizzate a un amico. Dotato di un’innata gentilezza d’animo e di un dono speciale per la poesia, il ragazzo è il confidente perfetto di tutti. Peccato che il segreto più grande sia nascosto proprio dentro di lui…

Recensione:
Questo romanzo è il terzo nella lista della American Library Association dei dieci libri più contestati del 2009. Questo mi convince ancora di più del fatto che la gente che fa parte della cosiddetta “critica” non abbia proprio un cazzo da fare nella vita.
Devo dire che il protagonista, Charlie, mi è piaciuto molto: particolare, che preferisce non creare problemi e che riflette a fondo sulle cose, un ragazzo che sta sempre in disparte, che fa amicizia non troppo facilmente, è uno di quelli che vengono considerati strani. Anche se nel suo caso non a torto. Ama chiedere il motivo delle cose ed è un piccolo genio, e le uniche persone con cui ha dei rapporti sono la sua famiglia e gli amici Sam e Patrick, a cui è particolarmente legato.
In quest’opera si affrontano una miriade di temi: l’adolescenza, l’impopolarità, l’aborto, il sesso, la droga, l’omosessualità, e il tutto è permeato da un’ingenua disillusione che non lo rende mai banale né forzato; Charlie racconta in prima persona gli eventi attraverso la sua mente, non impone mai un giudizio ma si limita a raccontare con una narrazione un po’ infantile anche se vagamente dolcissima. Le sottotrame sono approfondite e non lasciano nulla al caso, ci espongono i personaggi secondari con dovizia, in toni tragici, divertenti, drammatici, tristi, a seconda delle occasioni.
Ho apprezzato in special modo la struttura epistolare, qui costruita con molta cura, capitoli/lettere mai troppo lunghi indirizzati a un qualcuno che non ci è dato conoscere, ma che diventa quasi per caso il confidente di un Charlie che sente il bisogno di esternare sensazioni e paure per il suo primo anno di liceo. Non mi sono trovata d’accordo con alcuni ragionamenti fatti da alcuni personaggi, che ho trovato un po’ capziosi, ma d’altronde quando si cerca di rasentare il più possibile la vita vera è ovvio trovarsi di fronte a cose con cui non ci si sente in perfetto accordo.
Nel complesso, è un romanzo sottotono, dai toni sfumati e dall’impatto a effetto ritardato, con una risoluzione finale che scioglie tutti i nodi e che promette un futuro incerto, esattamente come l’esistenza in sé. Ragazzo da parete non è nulla di eccessivamente speciale, ma è scritto con accuratezza e una certa dose di innegabile bravura dell’autore, i protagonisti sono ben sviluppati e la storia – che potrebbe essere definita young-adult anche se a parer mio c’è molto di più del solito piattume tipico del genere – è intrigante, semplice da raccontare eppure intensa in ogni suo dettaglio, improbabile e realistica, stravagante e commovente, dolceamara.
Consigliato a chi sa ascoltare chi gli sta accanto.


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