Recensione Resident Evil: Retribution (5.0) Un buon 3D non salva dal suicidio cinematografico

Creato il 07 ottobre 2012 da Frenckcinema @FrenckCinema

Dopo una piccola pausa dovuta alla mia presenza al recente Blogfest 2012, dove FrenckCinema era candidato nella sezione Miglior Sito Cinematografico, torna l'appuntamento con le recensioni, si riparte con l'action targato Paul W.S. Anderson, si parla di Resident Evil: Retribution, quinto capitolo della saga legata al videogame Capcom.

Negli anni l'asse cinema-videogame ha preso sempre più una piega vertiginosa finendo col diventare da piccolo esperimento a strada maestra da percorrere vista la completa assenza di nuove idee dal punto di vista sceneggiativo, la saga Resident Evil in questo senso ne è la conferma.

Anderson con la realizzazione di questa saga ha praticamente riscritto il modo di vedere gli zombie movies trasformandoli da icona terrificante del genere horror al più attrattivo genere di intrattenimento con azione e adrenalina protagonisti assoluti.

Con Resident Evil è stato però difficile non ascoltare il parere dei fan negli anni, quattro capitoli che hanno diviso in maniera netta le varie correnti di pensiero con la stragrande maggioranza contrariata per una differenza sempre più netta con la saga videoludica sia dal punto di vista narrativo che da quello puramente legato al genere.

Critiche a parte però Resident Evil si è da sempre dimostrato un ottimo esperimento commerciale portando all'incirca con quattro capitoli ben 700 milioni di dollari in cassa con la possibilità che anche questo quinto capitolo risulti molto remunerativo.

Da una prima parte della recensione molto intrudittiva voglio passare a ciò che in realtà Retribution ha potuto dimostrare dal punto di vista qualitativo, cercando di rimanere abbastanza attento dall'evitare di fare paragoni con la saga videoludica.

Per parlare della sceneggiatura di Retribution non si può evitare però di partire dal capitolo precedente ovvero Afterlife, vero e proprio punto più alto della saga cinematografica che da sempre ha partorito film privi di personalità ed in generale molto anonimi.

Vedendo il finale di Afterlife ed il successivo inizio di Retribution la prima cosa che verrebbe in mente è quella di elogiare il lavoro di coerenza fatto da Anderson, ma il problema grave però è legato alla mancanza di idee atte a far cambiare marcia ad un film troppo attaccato ad un progetto senza fondamenta e pieno di intrecci confusionari.

Eccezion fatta per la primissima parte che lascia trasparire un gran bel proseguio, il resto della storia è un susseguirsi di scene già sfruttate in passato con personaggi storici ributtati dentro solo per fare la cosiddetta audience con il risultato di trasformare le belle speranze in una delusione colossale.

Retribution pecca in molti aspetti, le idee scarseggiano e per questo la sceneggiautura latita, i personaggi sono buttati li a caso nel bel mezzo dell'azione, la parte horror è stata cancellata, il finale non soddisfa ed in generale il cast non punge, insomma dopo un buon Afterlife i vari fan credo saranno molto scontenti di vedere un quinto capitolo come il peggiore della saga.

Il cast capitanato dalla sempre bellissima Milla Jovovich non sembra riuscire a dare quel passo giusto che la produzione avrebbe voluto, il ritorno di Michelle Rodriguez in più di un'occasione sembra una forzatura, la produzione riduce il peso interpretativo di Boris Kodjoe che in Afterlife era sembrato uno dei migliori con il risultato di avere un altro attore qualsiasi in un ruolo qualsiasi.

Il resto del cast sembra soltanto il contorno della classica storia che vede protagonista Milla Jovovich, si vero sempre da apprezzare con il suo carisma interpretativo, ma se si sceglie di portare nella storia un personaggio come Leon (storico protagonista della saga videoludica) perchè poi non dare spazio a quell'anonimo attore con un nome praticamente sconosciuto come Johann Urb?

Detto questo termino con l'ultimo dei grandi difetti di Retribution legato alla colonna sonora fin troppo snervante in molti dei momenti più cruciali del racconto, la scelta di legare un suono così assordante e privo di cuore non paga e come detto alla lunga stanca oltremodo.

Di Retribution però non è tutto da cancellare, il 3D e gli effetti visivi infatti sono di grande finitura, l'aspetto tridimensionale come già in Afterlife gode di uno slow motion di prima qualità, un effetto che premia in maniera netta la scelta del regista, gli effetti visivi hanno molto in comune con i grandi film, un vero peccato dover sprecare un ottimo lavoro visivo per un risultato narrativo complessivamente scadente.

In conclusione posso tranquillamente affermare che Resident Evil: Retribution sia di gran lunga il peggior titolo della saga finendo per rendere vano l'ottimo passo avanti fatto dal quarto capitolo Afterlife.

La saga nel tempo si è ritagliata un posticino nel cuore degli amanti del genere action horror e per questo avrebbe meritato un capitolo di spessore o almeno di pari qualità rispetto al suo predecessore.

Un vero peccato, un'altra occasione sprecata per scrivere un pezzo di storia....

di Frenck Coppola

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