RECENSIONE: Reykjavík Café di Sólveig Jónsdóttir

Creato il 19 marzo 2015 da Bookland
Buona lettura!
Titolo: Reykjavík Café
Autore: Sólveig Jónsdóttir
Pagine: 320
Prezzo: 17,50€

Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 12 marzo 2015 Trama
 
Per una donna i trent’anni sono un’età meravigliosa, si comincia a fare sul serio e ad assaporare il bello della vita. Peccato che non sia quasi mai veramente così. Hervör, Karen, Silja e Mía, ad esempio, sono tutte alle prese con situazioni sentimentali caotiche e insoddisfacenti. C’è quella che si accontenta di saltuarie notti di sesso con l’ex professore di università, chi vive dai nonni, trascorrendo i weekend in discoteca e svegliandosi ogni volta in un letto diverso. Oppure quella che, essendo medico, è spesso costretta a turni fuori casa e, guarda un po’, la volta che rientra senza avvisare sorprende il neo marito con una biondina. E poi c’è la più scombinata di tutte: è stata lasciata dal fi danzato, un avvocato benestante, e ora vive in una mansarda in mezzo agli scatoloni del trasloco, faticando a trovare un lavoro e una direzione nella vita. Le quattro giovani donne non si conoscono né sembrano avere molti punti in comune. A unirle è la pausa obbligata al Reykjavík Café dove, nel buio gennaio islandese, vanno a cercare un po’ di calore e dove le loro storie finiranno per intrecciarsi. Finché, fra un latte macchiato e un cocktail di troppo, rovesci del destino e risate condite da improbabili consigli, ognuna troverà per sé il modo di raggiungere la propria felicità, o qualcosa di molto vicino.     L’Islanda è un paese che mi ha sempre affascinato, mi sembra quasi poetico nella sua lontananza e diversità dai nostri caldi paesi mediterranei. Il freddo, l’aurora boreale, le giornate con poco sole, insomma, mi sembra un luogo molto lontano da noi e che molto probabilmente non visiterò mai. Però ho potuto avere un piccolo assaggio di questo paese attraverso gli occhi delle quattro protagoniste del libro.
Hervor, Mia, Silija e Karen: quattro donne che vivono la loro vita quotidiana e sentimentale a Reykjavík, capitale dell’Islanda ma che sentono comunque irrimediabilmente stretta. Hervor è una ragazza neolaureata che lavora presso il Reykjavík cafè e che aspira a qualcosa di meglio, Mìa è una donna appena mollata da suo marito che deve far fronte alla solitudine a cui non è abituata, Silija è un medico che scopre in fragrante l’ennesimo tradimento del marito e decide di volere qualcosa di meglio per se stesse e Karen è una ragazza che ha perso un grande affetto nella sua vita e prova un vuoto che pare incolmabile. Le storie di queste donne si toccano e s’intrecciano in questa città così fredda andando a creare un quadro davvero molto bello e toccante.
Come avrete capito, la prima cosa che mi ha colpita del romanzo è l’ambientazione “esotica”, termine che utilizzo per indicare un luogo così estraneo al nostro. Mi ha davvero affascinata anche se non ci sono descrizioni particolarmente pittoresche o tipiche. Nonostante ciò le storie di queste quattro donne, così diverse ma così simili, mi hanno conquistata sin dalle prime pagine. Ognuna di loro ha spazio nel romanzo per parlare ed esprimere se stessa poiché il libro è strutturato proprio mettendo in evidenza l’individualità delle protagoniste: in ogni capitolo c’è una voce narrante che si va ad alternare efficacemente con quella delle altre. Prima di parlarvi delle protagoniste e della storia, vorrei mettere un attimo in evidenza la traduzione che, personalmente, ho trovato ottima poiché fa emergere le personalità delle quattro donne grazie a un lessico ben reso in italiano e diversificato per ogni personaggio. Ciò che rende ricco tutto il libro è relativo alla situazione sentimentale delle diverse protagoniste: due sono ragazze single e due invece sono sposate, o almeno lo sono all’inizio del libro. I problemi con l’altro sesso sono al centro della narrazione senza però renderla scontata o priva d’interesse, anzi, i diversi caratteri e approcci delle quattro donne, rendono la lettura davvero molto piacevole. Insomma, le riflessioni e le storie singole sono molto belle, i personaggi, principali e secondari, sono ben delineati e scandagliati e l’intreccio è davvero ottimo, così come i diversi finali. Ciò che emerge, insieme al lato sentimentale delle vicende, è il desiderio d’indipendenza ed emancipazione di Hervor, Mia, Silija e Karen che cercano, in modo personalissimo, il loro modo di vivere bene con se stesse cercando di raggiungere una realizzazione personale costruttiva. Tutti i brutti momenti passano dopo sofferenze, difficoltà e tentativi andati male, ma bisogna essere sempre ottimisti perché c’è sempre un miglioramento dietro l’angolo. Non ho nulla di negativo da dire, nessuno dei miei piccoli “appunti” che scovo in quasi ogni mia lettura quindi non posso fare altro che consigliarvi il libro, soprattutto se cercate delle belle storie al femminile. Assegno quattro stelline al romanzo.
Lya
 

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