Recensione “Ribelle – The Brave” di Mark Andrews e Brenda Chapman

Creato il 16 settembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Ossimoro Buongiorno a tutti i cinefili di Diario,
oggi vi parlerò dell’ultimo lungometraggio animato della Pixar/Disney (prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Disney), vale a dire Brave, uscito in Italia con il titolo Ribelle – The brave, un cartone innovativo, che è un trionfo delle più moderne e realistiche tecniche di animazione, ma soprattutto è una storia di rottura, con una morale del tutto inedita per un film disneyano.
Titolo: Ribelle – The brave Titolo originale: Brave Regia: Mark Andrews e Brenda Chapman Soggetto: Brenda Chapman Sceneggiatura: Brenda Chapman e Irene Mecchi
Data di uscita: 5 settembre (Italia)
Casa di produzione: Pixar Animation Studios
Distribuzione: The Walt Disney Company
Genere: Animazione, avventura
Durata: 100 min
Trama: Merida, abile arciera, è l'impetuosa figlia di Re Fergus e della Regina Elinor. Determinata a farsi strada nella vita, Merida sfida un'usanza antichissima, considerata sacra dai fragorosi signori della terra: il potente Lord MacGuffin, il burbero Lord Macintosh e l'irascibile Lord Dingwall. Le azioni della principessa involontariamente scatenano il caos e la furia in tutto il regno. La ragazza chiede aiuto a un'eccentrica vecchia Strega che le concede di esaudire un unico desiderio. Il "dono" della strega, però, si rivelerà fatale. Merida dovrà fare ricorso a tutto il suo coraggio e alle sue risorse, inclusi i tre divertentissimi gemelli combina guai, per sconfiggere la terribile maledizione.
RECENSIONE La storia della Principessa scozzese Merida, che rivendica la propria indipendenza e sceglie di non sottomettersi alla legge dei padri rifiutando di sposarsi, è il primo intreccio dichiaratamente femminista nella storia dei cartoni animati targati Disney. Dopo Mulan, che si affermava combattendo da uomo e finiva per innamorarsi del proprio comandante, la Disney ha sfornato un’eroina che si fa valere senza ricorrere ai travestimenti, che con il suo abitino celeste e i suoi lunghi ricci color fiamma riesce a crescere e ad imparare dai propri errori, nonché a insegnare ai suoi genitori la necessità di riscrivere le tradizioni in base alle proprie inclinazioni.
Il nuovo lungometraggio Pixar, pur facendo l’occhiolino alle leggende celtiche, immerso in un’ambientazione fiabesca e affascinante tra boschi magici, fuochi fatui, streghe e costruzioni di dolmen e menir “alla Stonehenge”, ha tuttavia una trama che meno archetipica non potrebbe essere: colpi di scena di grande originalità infiammano il suo intreccio, rendendolo estremamente rapido e mai scontato nel suo dispiegarsi. 
Come dalla migliore tradizione Disney, tutti i personaggi, anche quelli secondari che appaiono per pochi fotogrammi, sono caratterizzati in modo complesso e con poche pennellate vibrano di un’umanità profonda, tutti soggetti a evoluzione nel corso della storia: dalla spavalda e irrequieta Merida, alla sua severa mamma Elinor, il papà buontempone Fergus, ai tre fratellini gemelli, ai campioni delle varie tribù con i loro rispettivi figli e alla simpaticissima strega-intagliatrice. La sola debolezza di questo impianto narrativo è che la mancanza di archetipicità nello sviluppo della trama e un finale che, nei fatti, non è molto diverso dalla situazione iniziale rendono i traguardi raggiunti meno evidenti: il rischio è che il messaggio tradisca una certa staticità di fondo, che potrebbe spiazzare negativamente gli spettatori, in particolar modo i più piccoli.
Dal punto di vista tecnico, il montaggio è velocissimo (tanto che per apprezzare davvero tutte le scene è necessario vedere il film almeno due volte) e l’animazione è qualcosa di eccezionale, con riferimento particolare alla maniacale cura avuta per la resa dei capelli di Merida, cui la Pixar dichiara di aver dedicato una quantità di tempo e attenzione inimmaginabile: i boccoli rossi della principessa sembrano balzare fuori dall’inquadratura e muoversi ad ogni sollecitazione fisica, come se fossero veri, e ciò è evidentissimo anche nella versione 2D.
Un plauso finale lo meritano, poi, le musiche e le canzoni di Patrick Doyle, che risuonano di cornamuse e archi in puro stile scozzese, rendendo l’atmosfera ancora più magica e fiabesca: bellissime Touch the sky (in italiano Il cielo toccherò, interpretata dalla rossa Noemi) e quella dei titoli di coda Learn me right (cantata da Birdy).
Andate a vederlo, per percepire in che direzione si stanno muovendo i film d’animazione: rimarrete molto sorpresi. E chi l'ha già visto, si faccia sentire qui sotto nei commenti: vogliamo il vostro parere!

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :