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Recensione: "Ritorno alla vita" - Scritti da voi (N°50) - Rocco

Creato il 03 ottobre 2015 da Giuseppe Armellini
Recensione: La recensione di Rocco all'ultimo film di Wenders Posso aggiungere poco perchè le rece di film che non ho visto non le leggo ;)A proposito, chiunque voglia mandare recensioni, specie chi non ha blog propri, non si tiri indietro, qui siamo già arrivati a 50 pezzi esterni.Un colpo sordo, viene da sotto la tua auto.
Ti scrolli di dosso i pensieri più grevi, Sara vuole un figlio, l’editore ti ha detto che i romanzi non vanno.Pensi al peggio. Nei pochi passi che ti conducono davanti al tuo mezzo. Poi il sollievo.Il ragazzino è lì, tutto intero, scosso certo sopra il suo slittino, ma è vivo, in un attimo il sangue ritorna alle vene, le endorfine ti inebriano. L’hai scampata. Sullo slancio euforico di un attimo, l’immaginazione fabbrica una vita che potrebbe essere. Una famiglia con Sara, chissà forse la felicità è possibile.Ma non è.Non potevi sapere che erano in due sopra quel maledetto slittino. E per un ragazzino che conduci sopra le tue spalle dalla madre, un altro è rimasto sotto le ruote della tua jeep. Finiscono tutte le finzioni, anche quella con Sara.L’immagine di un futuro possibile si rompe irrimediabilmente. Essa è sostituita dall’immagine di un corpo di cui noi non conosceremo mai le fattezze. Chiunque sia stato Nicolas, per noi è solo l’ombra di uno spettro. Esso permarrà come immagine mancante nella tua vita, insieme ad un compagno scomodo: il senso di colpa.Si rimane tanto affetti dall’idea di un corpo perso, che pure quando esso è ormai assente non cessa di far sentire i suoi effetti, anche fisici. Provare l’atto estremo allora in questo caso non è negazione di sé, quanto dell’immagine di quel corpo che si porta dentro, dell’immane senso di colpa di cui non si riesce a rendere ragione. Fino a quando la mente sarà affetta da qualcosa che non ne escluda l’esistenza, l’immagine mancante di quel corpo non verrà mai meno.Ma questa stessa immagine diventa la scaturigine del tuo successo. Senti finalmente la scrittura fluire potente tra le mani. Dare una forma all’informe del senso di colpa e del dolore. Un mostro da combattere di questo avevi bisogno per scrivere. Prima non lo sapevi.In virtù di questo dolore non hai mai scritto tanto bene. Come per il capolavoro della pixar anche qui si tratta di una salvezza che fluisce piano piano da dove non te lo aspetti, ovvero dalle passioni di tristezza e mestizia. Il dolore salva solo se stesso, però. Esso tende ad autoconservarsi e riprodursi.Solo un bambino può forse spezzare la catena dell’automatismo senso di colpa, dolore, scrittura. Un bambino dal passato. Quello che hai ricondotto vivo sulle spalle dalla madre.Il suo perdono e il suo abbraccio potranno forse sopprimere per sempre la tua meravigliosa scrittura, ma finalmente aprire uno strappo nel cielo di carta per smettere di scriverla la vita, ma ricominciarla a vivere.

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